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IL PROFETA ABDIA
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Il profeta Abdia, il cui nome significa “servo del Signore”, è il quarto tra i dodici profeti minori. Il libro a lui attribuito si compone di soli 21 versetti, da essere definito «un profeta di poche parole» (Bibbia, Scrutate le Scritture, San Paolo). L’assenza di notizie sulla sua persona lascia immaginare che sia comparso all’improvviso o per un breve periodo, per poi scomparire nel silenzio, dopo aver richiamato al valore della fraternità. Il nome Abdia, in realtà, si trova anche in 1Re 18,3-7.16, ma il libro del profeta Abdia presenta elementi validi per collocarlo nell’età postesilica (verso la fine del VI secolo a.C.). I destinatari del suo annuncio sono gli Ebrei ritornati dall’esilio. Essi avevano vivo il ricordo della deportazione e la prepotenza di Edom (abitanti dell’Idumea, discendenti di Esaù). Edom, che significa “rosso”, è il nome attribuito a Esaù (cfr. Gen 36,1; cfr. Mal 1,1- 2). Egli è il gemello di Giacobbe, al quale Dio darà il nuovo nome, Israele. Questi due gemelli, che già fin dentro il senso materno sono in tensione tra loro, sono gli antenati di Edom e Israele. Abdia, come anche altri profeti, presenta il conflitto storico tra di loro (Is 34,5; Ger 49,17-18; Ez 25,14; 36,5). Un libro che manca nel Lezionario Il libro di Abdia a una prima lettura sembra semplice, di fatto lo si scopre enigmatico e con un contenuto che può sconcertare il lettore che non conosce il vocabolario biblico. In particolare, l’idea del giudizio di Dio, che ristabilisce l’ordine contro chi è malvagio e crudele, espresso con il linguaggio della vendetta e della guerra. A causa di queste difficoltà interpretative questo testo biblico non è proclamato nella liturgia della Parola. Per capirne la ricchezza, occorre comprendere che il concetto ebraico di vendetta e di guerra nella Bibbia ha un significato diverso dalle culture dell’Antico Vicino Oriente con cui Israele entrava in contatto. Queste immaginavano Dio come un re terreno che va in guerra e trionfa sui nemici. Nella Bibbia, l’immagine di Dio guerriero allude alla vittoria definitiva |
di Dio sul male che minaccia la vita del popolo e il messaggio che esprime va oltre la storia concreta del profeta e del suo tempo. Il libro di Abdia contiene un unico oracolo contro Edom perché scegliendo di passare dalla parte dei nemici di Israele, tradì la fraternità, favorendo la violenza. L’ oracolo può dividersi in due parti: la prima contro Edom (1-14); la seconda annuncia il “giorno del Signore” (15-21). Visione di Abdia Il libro si presenta come “Visione di Abdia” che riguarda Edom (posta a Sud-Est di Giuda) e i suoi abitanti. Questa visione diviene parola di Dio: «Cosi dice il Signore per Edom» al quale annuncia la perdita del suo valore politico. Questa “parola divina”, per bocca del profeta, convoca i Giudei, che sono la parte offesa, e gli accusati, cioè Edom, davanti ai nemici di Israele. Costoro saranno testimoni accreditati del giudizio di Dio. I versetti 10-14 denunciano appunto Edom, perché nel momento della distruzione di Gerusalemme e della deportazione dei suoi abitanti, ad opera dei Babilonesi, si rese indifferente. Anzi collaborò con il nemico, per trarre un proprio vantaggio dalla distruzione del popolo fratello, nonostante l’antico legame di sangue con gli Israeliti. Le parole di Abdia suonano impetuose: PER LA RIFLESSIONE PERSONALE: 1) Rileggi questi 21 versetti e rifletti sui motivi della condanna di Edom con le situazioni di guerra e violenza del nostro tempo. Vedi cause simili? 2) Quali atteggiamenti fratricidi di Edom, ti sembra possono verificarsi nelle relazioni di oggi; amicizia, gruppi, comunità...? Quale l’insegnamento del Nuovo Testamento in merito alla fraternità tradita? Suor Filippa Castronovo, fsp |