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LA STELLA DELL’ASSENZA

 

Ester è una donna che, cercando di resistere all’assimilazione della cultura dominante, rimane fedele alla sua identità e al suo Dio. Il libro biblico che porta il suo nome è un testo di resistenza etica e spirituale nei confronti di ogni impero e di ogni ideologia.
In questo libro il non parlare di Dio diventa un parlare di donne, di uomini, di giustizia, di relazioni, di buon uso del potere, di ricchezza e di beni.

Così la Bibbia invita a vedere e udire Dio dentro la sua assenza, persino in una notte senza Dio, come era la notte dell’occupazione persiana per gli Ebrei, come è la notte del nostro tempo, dove l’eclissi di Dio sta generando una sempre più cupa eclissi dell’umano.

La Bibbia ha imparato a riconoscere Dio quando scompare, a trovarlo dove non dovrebbe esserci, dove non c’è. Sulla terra c’è sempre stata la religione del pieno: del tempio, delle statue, dei sacrifici, delle liturgie, del culto che riempie lo spazio sacro con i suoi simboli, immagini, oggetti sacri. Ma sulla terra, grazie alla Bibbia, c’è anche un’altra fede.

È quella che svuota i templi, che libera lo spazio umano dagli oggetti e dalle parole su Dio affinché, un giorno, qualcuno possa ascoltare una sottile voce di silenzio, in un luogo dove Dio può visitarci proprio perché lo abbiamo liberato dalle sue immagini. È quanto ci racconta, con chiarezza e competenza, l’economista Luigino Bruni nel suo ultimo libro “La Stella dell’assenza”, delle Edizioni Qiqajon.
Troveremo oggi, forse, un nuovo senso della fede e della spiritualità, o ne ritroveremo quello antico, se in questa profonda notte collettiva ed epocale impareremo a vedere e udire Dio anche dentro la sua assenza. E in questo gesto che diventa ogni giorno sempre più essenziale, il libro di Ester ci può essere prezioso compagno di strada.

Rosaria G.