![]() |
BEATA VERGINE DEL ROSARIO
![]() |
Il 7 di ottobre ricorre la festa della Beata Vergine del Rosario; nella meditazione seguente il Beato Giacomo Alberione ne ricorda le origini (Maria nostra speranza. Le feste di Maria Santissima, pp. 224-230). Fra i molti ossequi verso la Beata Vergine, il Rosario è certamente uno dei più accetti al suo cuore santissimo. Come la rosa è la regina dei fiori, per la molteplicità dei suoi petali, per la varietà dei suoi colori e specialmente per il suo delizioso profumo, così la preghiera del Rosario, è la regina fra le divozioni mariane. Così afferma S. Carlo Borromeo. Il Rosario è un modo particolare di pregare la Madonna; in esso si alterna la considerazione di 15 misteri con la recita di 10 Ave Maria e di un Pater Noster. È quindi, ad un tempo, preghiera, meditazione, istruzione, e serve ad alimentare la pietà secondo il metodo: Via, Verità e Vita. È un compendio del Vangelo, la sintesi delle divozioni. Il Rosario è voluto da Maria e la recita di esso è il più bel regalo che possiamo farle. Il S. Padre perciò, volle riassumerne le lodi e le bellezze nella celebre Enciclica dell’ottobre 1937. Il Rosario è preghiera molto efficace, è l’arma potente della Chiesa: innumerevoli sono infatti le vittorie riportate per mezzo del Rosario. La Vergine del Rosario si mostrò davvero «terribile come esercito schierato in campo» (Cant. 6, 3). Gli Albigesi minacciavano, furibondi ed in armi, nel sec. XIII. Chi li vinse? Più che la spada di Simone di Monforte, fu la corona di San Domenico. A chi si deve il trionfo sui Turchi a Lepanto? Al Rosario di S. Pio V. Chi infranse la disperata resistenza dei Calvinisti a La Rochelle? I soldati del Richelieu da una parte e i Rosari dei fedeli dall’altra. Chi liberò Vienna dall’assedio della Mezzaluna? L’eroico Sobieschi, combattendo con la corona al polso. E così quando una pubblica calamità, un terremoto, una carestia, incute nei popoli lo spavento, e diffonde il timore, la corona di Maria echeggia su mille labbra, nelle Chiese affollate, e Maria riporta tra i suoi figli il sorriso del conforto e l’aiuto. Il Rosario è alla portata di tutti: è la preghiera dei Papi, |
dei Vescovi, dei Sacerdoti e dei fedeli; dei dotti e degli ignoranti; dei grandi e dei piccoli. È un libro aperto per tutti; tutti lo possono leggere. Il Rosario ancora è un’arma per combattere le passioni, specialmente le tre concupiscenze: concupiscentia carnis, concupiscentia oculorum, superbia vitae [concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi, superbia della vita]. I Misteri gaudiosi infatti, ci portano a considerare e chiedere l’umiltà; i dolorosi la mortificazione, i gloriosi il distacco dai caduchi beni della terra e il desiderio dei beni celesti. Al Rosario è consacrato un mese intero: ottobre, e la festa si celebra il 7 dello stesso mese. Qual è l’origine di questa festa? Ce lo dice il Breviario: «Allorché l’eresia degli Albigesi si estendeva empiamente nella provincia di Tolosa mettendovi di giorno in giorno radici sempre più profonde, S. Domenico, che aveva fondato allora l’ordine dei Predicatori, si applicò interamente a sradicarla. E per riuscirvi più sicuramente, implorò con assidue preghiere il soccorso della Beata Vergine, la cui dignità quegli eretici attaccavano impudentemente, ed a cui è dato di distruggere tutte le eresie nell’intero universo. Come recitare il Santo Rosario? 1. Con fede. Non ogni Rosario ottiene le grazie: questo perché mancano le disposizioni richieste; o, come dice S. Agostino, parlando della preghiera, non si ottiene perché si chiede mali, male, mala: mali, cioè in peccato; male, cioè senza vera pietà; mala, cioè cose non necessarie all’eterna salute. Esercitare la fede meditando bene i misteri e chiedere grazie utili per l’anima. 2. Con volontà decisa di riformare la vita. Imparare quindi le virtù di Gesù e Maria: umiltà, povertà, amore a Gesù, mortificazione, purezza, distacco dalle cose della terra e amore alle celesti: quae sursum sunt quaerite, quae sursum sunt, sapite [cercate le cose di lassù, le cose di lassù, gustatele] (Colossesi 3,1-2). 3. Con devozione. Considerare bene il senso dei Pater ed Ave, avere il cuore pieno d’amore verso Gesù e Maria. Possibilmente recitarlo in Chiesa e in ginocchio: però il Rosario si può recitare ovunque. Ci sia quindi cara la Corona e recitiamola ogni giorno. Perché mettere la corona tra le mani dei defunti, se in vita fu ad essi estranea? Si ritorni al Santo Rosario: con Esso ritornerà la fede e la vera pietà nel popolo cristiano. Beato Giacomo Alberione |