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ANGELI E PASTORI
Dio che si fa uomo perché l’uomo sia salvato, cioè divinizzato. E questo mistero deve essere da noi riconosciuto e proclamato. Adorare Dio dove egli desidera Celebriamo il mistero del Natale quando sappiamo riconoscere il Verbo che viene, ed ancora una volta ci stupisce e ci sorprende. La potenza divina si nasconde nella povertà umana. Noi dobbiamo lasciarci insegnare, da tutti coloro che si avvicinano a Gesù nella culla, a riconoscerlo lì dove lui si manifesta, lì dove lui si vuole far trovare. In fondo dobbiamo partecipare al suo gioco d’amore per la sua creatura. Gli angeli ci insegnano ad adorare Dio lì dove Egli vuole ed a riconoscere la sua luce eterna nel mezzo della notte delle creature. Cercare dove Dio si fa trovare Anche i pastori ci insegnano ad adorare il verbo di Dio dove egli si fa trovare. Ci mostrano la prima condizione: la vigilanza. Mentre gli altri dormono, essi vegliano: sono vigilanti. Nella tradizione antica il termine “vigilanti” è usato per tre categorie: gli angeli, i soldati che vegliano di notte ed infine i monaci che sempre pregano e scrutano le Scritture. I pastori che vigilano il gregge nella notte sono simbolo di coloro che si preoccupano delle creature loro affidate, perché sono immagine di Dio che veglia sul suo popolo. Essi vegliano, ma non basta, hanno anche bisogno che qualcuno annunci loro dove andare e come riconoscere il Messia (sarà lo stesso per iMagi). Dai pastori dobbiamo imparare ad essere pronti ad accogliere il messaggio che giunge nei tempi di Dio, non secondo il nostro ragionamento. Essi si fidano perché nell’annuncio angelico sono illuminati nell’anima e nella mente. Come i pastori anche noi abbiamo bisogno di riconoscere segni, non basta la luce intima. Siamo creature di carne e abbiamo bisogno di vedere anche con i nostri occhi. «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12) dice l’angelo ai pastori. Senza la luce che li ha illuminati nell’intimo, sarebbe un segno banale, ma così è la conferma di quanto annunciato. Anche noi possiamo riconoscere Dio, dove e quando si rivela, grazie alle parole dei suoi messaggeri: i profeti e gli apostoli. I pastori devono fare un cammino nel buio della notte. Lo possono fare perché gli occhi della fede sono già stati illuminati. Camminano nella notte, ma il loro cuore è già nella gioia. Arrivano e vedono il Bambino in fasce e la mangiatoia... e dobbiamo aggiungere a Betlehem (città legata a Davide, il pastore secondo il cuore di Dio). Il profeta Isaia ci ricorda che l’asino e il bue riconoscono il loro padrone (Is 1,3) poiché è chi gli dà mangiare (la mangiatoia o greppia). Ma non dobbiamo tralasciare il luogo: Betlehem (cioè casa del pane) perché non di solo pane vive l’uomo (cfr. Mt 4,4; Lc 4,4; Dt 8,3) ma di ogni Parola che viene da Dio. Noi riconosciamo dunque il nostro Signore nel Pane di Vita e nella Parola di Dio che illuminano la nostra mente, riscaldano il nostro cuore e rinvigoriscono le nostre forze. Don Gino |