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INTELLIGENZA ARTIFICIALE
E SAPIENZA DEL CUORE

 

Come ogni anno l’appuntamento del Convegno regionale diventa una preziosa occasione per incontrare sorelle oramai distanti e condividere con loro momenti di preghiera e riflessione, qualche necessario “aggiornamento” sugli acciacchi sopraggiunti e il ricordo di chi, guardando i banchi vuoti, ha già compiuto la sua corsa verso la meta finale, la Casa del Padre, il Paradiso! Quest’ultimo aspetto mi colpisce sempre ogni volta che faccio la conta... e suscita nell’animo una leggera nostalgia pur essendo l’essenza stessa del nostro procedere: “da dove viene e verso dove è diretta questa umanità?”. Domanda che ha spinto nei secoli della cristianità uomini e donne di Fede a compiere opere grandiose con l’aiuto di Dio. Domanda sempre viva nel cuore di Don Alberione e dei suoi figli, anima del suo pregare e del suo agire. Domanda che sarà sempre necessaria ogni volta che “guarderemo in faccia” la realtà umana nella sua complessità di contraddizioni tra opportunità di bene e di male. Il tema del Convegno, assai intrigante, stavolta suonava come

una sfida: “Intelligenza Artificiale e Sapienza del cuore”. Alla luce della lettera di Papa Francesco in occasione della cinquantottesima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali abbiamo avuto l’occasione di meditare sul rapporto tra queste due dimensioni che, da un punto di vista sostanziale, sembrano opporsi come due linee parallele che mai si incontreranno. La novità dell’incontro di quest’anno, assai apprezzata da tutte noi partecipanti, è stata l’aver invitato per la prima volta una “relatrice esterna”, una giovane mamma e preparata ricercatrice universitaria, la dott.ssa Giulia Sedda di Mamoiada, niente poco di meno che un Ingegnere Biomedico e Docente di Tecnologie Biomediche presso l’Università di Cagliari.
Esperta di Intelligenza Artificiale nel campo della riabilitazione neurologica post- Ictus, ha collaborato per un progetto di Telemedicina riabilitativa che utilizza l’AI (= Intelligenza Artificiale) ricevendo un importante riconoscimento a livello nazionale insieme all’equipe di esperti sul campo. Ascoltare Giulia Sedda è stato davvero molto piacevole e stimolante anche per la chiarezza e la passione con cui ha esposto temi piuttosto complessi che appartengono ad un linguaggio nuovo, ad una nuova epoca di progresso tecnologico ed inevitabilmente anche di cambiamento “antropologico”, ossia di sistemi di vita e organizzazione delle nostre società umane. Come unire quindi i due opposti, ciò che è creazione umana, frutto della capacità dell’intelligenza umana che è dono di Dio e che lo rende somigliante al suo Creatore, quasi a volersi sostituire per dominare e orientare il Mondo a proprio piacimento, con la virtù della Sapienza, dono dello Spirito Santo che, come ci ricorda il Papa “ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi”?
La conversazione con Giulia ha permesso di esprimere tante paure e perplessità davanti a ciò che appare altro da noi e indecifrabile se non con l’occhio esperto di chi sa muoversi tra “algoritmi e reti neurali”, roba che non fa per noi semplici persone... In realtà spaventa che l’uomo, stancatosi di sé stesso voglia separarsi dal suo Creatore, voglia prendere la sua eredità e fuggire lontano, voglia disconoscere il Padre e pensare di bastare a se stesso, cambiare le regole della vita che ha decise Dio da sempre. Le parole di Giulia sono state sempre rincuoranti e assai allineate con lo spirito di Don Alberione: non esisterà mai un’intelligenza al di fuori del cuore dell’uomo che lo possa sostituire. Nessuna macchina programmata dall’uomo sarà come Adamo perché nessuna macchina saprà vivere e amare come il cuore dell’uomo. L’opera della Sapienza è inimitabile.
Lo sguardo positivo con cui poter guardare il futuro è sembrato prevalere nel considerare l’Intelligenza Artificiale un dono di Dio, una opportunità di bene se usata secondo fini etici mettendo la persona umana al centro. Ogni mezzo del progresso non è né buono né cattivo in se stesso, ma dipende dall’uso che ne vogliamo fare. Per questo possiamo rendere grazie a Dio e invocare la Sua benedizione perché tutto concorra al bene per questa umanità assetata di Amore.

Annalisa S.