MARIA MATER DOLOROSA
Il mese di agosto è definito da alcuni il mese del Paradiso per le tre feste liturgiche che lo caratterizzano: le solennità della Trasfigurazione del Signore, dell’Assunzione della Vergine e la memoria di Maria Regina. Esso ci invita a meditare sul Paradiso e a cercare, come ci esorta san Paolo, «le cose di lassù, dove è Cristo...» (cfr. Col 3,1-2). Maria Madre addolorata La devozione a Maria Mater Dolorosa si sviluppa in Occidente a partire dalla fine dell’anno Mille e si diffonde grandemente nei secoli successivi anche per l’opera svolta dall’Ordine dei Servi di Maria fondato nel 1233. Una testimonianza importante è la sequenza attribuita a Jacopone da Todi (1230-1306) dello Stabat Mater che ancora oggi recitiamo e cantiamo nel tempo di Quaresima e il 15 settembre. |
Devozione e culto La tradizione, fondandosi sui brani evangelici, ha individuato nella vita della Vergine sette dolori (il numero sette indica la totalità) simboleggiati dalle spade che trafiggono il Suo Cuore, come appare in molte raffigurazioni dell’Addolorata. La prima tappa presenta il dolore di Maria alla profezia di Simeone: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (cfr. Lc 2,35); il secondo dolore è la fuga in Egitto per salvare la vita di Gesù (cfr. Mt 2,13-15); il terzo è l’angoscia provata da Maria e Giuseppe nei tre giorni in cui Gesù rimane nel tempio (cfr. Lc 2,31-50); il quarto è l’incontro della Madonna con il Figlio sulla via del Calvario; il quinto è la morte di Gesù (cfr. Gv 19,28-30); il sesto quando la Madre accoglie tra le sue braccia il Figlio morto deposto dalla croce; il settimo è la sepoltura di Gesù in attesa della Risurrezione. Alcuni santuari mariani, soprattutto nell’Italia Centrale e Meridionale, propongono questo percorso come itinerario penitenziale. A proposito di questa devozione riportiamo la testimonianza di papa Francesco: «A me fa bene, in tarda serata, quando prego l’Angelus, pregare questi sette dolori come un ricordo della Madre della Chiesa, come la Madre della Chiesa con tanto dolore ha partorito tutti noi» (3 aprile 2020). Maria sotto la Croce Il culmine del dolore di Maria è al momento della crocifissione e morte di Gesù, un dolore straziante, atroce e inenarrabile. Umanamente incomprensibile perché la Vergine non è solo una madre che assiste alla morte in croce del figlio, Lei è la madre purissima del Dio incarnato, unita a Lui intimamente, in modo unico. Liturgia della Messa votiva La Liturgia conferma quanto detto sopra. Il Prefazio (formulario n. 12) di una delle Messe della B. V. Maria recita così: «Padre santo... Nella tua infinita sapienza, per il riscatto dell’umana famiglia, hai voluto che presso la croce del nuovo Adamo fosse anche la nuova Eva; colei che per l’azione dello Spirito era divenuta madre del Redentore, per un nuovo dono della tua bontà fu associata alla sua Passione; la Vergine Maria che senza doglie aveva partorito il divin Figlio, patì sofferenze indicibili per la nostra rigenerazione». Salve, o Madre di misericordia, Maria Angela S. |