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Il Generale |
- Superiore Provinciale Natale 2024 - |
2024-2025 |
2024 Cari confratelli vi auguro ogni bene in occasione del Natale. Che la speranza non vi abbandoni mai, perché non può deludervi. Il Dio buono e misericordioso benedica la vostra vita e il vostro servizio agli Istituti Paolini e ai Cooperatori. Buon anno 2025! Vi prego di trasmettere i miei auguri ai membri degli Istituti e ai Cooperatori Paolini. Grazie di tutto e i miei più cordiali saluti! |
ANGELI E PASTORI ANGELI E PASTORI Carissime Annunziatine, centro dell’Anno Liturgico – come pure della dottrina cristiana – è il mistero della morte e risurrezione di Gesù Cristo il Verbo di Dio, che si celebra nella santa Pasqua, memoria di quando «a mezzogiorno si fece buio su tutta la terra» (Mt 27,45) e della sua Risurrezione «al mattino, il primo giorno dopo il sabato» (Mc 16,9). Ma la Chiesa, specie nella tradizione latina, celebra e festeggia con particolare intensità e devozione anche il mistero dell’Incarnazione di Gesù – cioè il santo Natale – quando nel pieno della notte «la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9), cioè avvolse di luce i “pastori” e tutti coloro che accolgono il Salvatore che viene nel mondo. Assieme ad essi possiamo proclamare con San Giovanni che «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria» (Gv 1,14). Riconoscere il Verbo di Dio Il “mondo” da sempre cerca di banalizzare, di non riconoscere questo evento e questo mistero: sostanzialmente non si vuole credere che “Dio si è fatto uomo”. Rimane sempre valido quanto l’evangelista Giovanni dice nel prologo del suo vangelo: «eppure il mondo non lo ha riconosciuto» (Gv 1,10). Inoltre il “nemico dell’uomo” ha una particolare rabbia verso questo mistero dove Dio si fa piccolo, si fa uomo per salvare gli uomini. A Natale gli angeli con gioia adorano il Verbo incarnato, al contrario gli spiriti caduti sono rabbiosi e confusi. Ricordiamo quanto afferma la Lettera agli Ebrei: «Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura» (Eb 2,16). Anzi ribadisce con forza che anche le creature spirituali devono inchinarsi a Gesù: «Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: “Lo adorino tutti gli angeli di Dio”» (Eb 1,6). Infatti l’evangelista Luca presso la grotta di Betlemme racconta il disegno salvifico che si realizza anche per gli Angeli del Cielo: «Apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”» (Lc 13-14). Sempre continua questa divisione tra coloro che nelle tenebre vedono sorgere una luce che illumina fin nel più profondo del loro essere e quelli che invece rifiutano questa luce per nascondersi nelle tenebre che offuscano la loro anima fin nel profondo. Questi cantano gloria a Dio, gli altri cercano una gloria che lascia il cuore vuoto e senza pace vera. Unico è il mistero di Cristo che celebriamo a Natale e festeggiamo a Pasqua, ed è intrecciato della dimensione divina e soprannaturale insieme con la nostra dimensione umana e terrena: Dio che si fa uomo perché l’uomo sia salvato, cioè divinizzato. E questo mistero deve essere da noi riconosciuto e proclamato. Adorare Dio dove egli desidera Celebriamo il mistero del Natale quando sappiamo riconoscere il Verbo che viene, ed ancora una volta ci stupisce e ci sorprende. La potenza divina si nasconde nella povertà umana. Noi dobbiamo lasciarci insegnare, da tutti coloro che si avvicinano a Gesù nella culla, a riconoscerlo lì dove lui si manifesta, lì dove lui si vuole far trovare. In fondo dobbiamo partecipare al suo gioco d’amore per la sua creatura. Gli angeli ci insegnano ad adorare Dio lì dove Egli vuole ed a riconoscere la sua luce eterna nel mezzo della notte delle creature. |
NOVENA DI NATALE
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Queste Antifone sono la preghiera che ci prepara al Natale; ci donano la certezza che sorgerà l'Emmanuele, il Dio-con-noi: egli sarà per noi re, guida, |
16 dicembre: «Ecco verrà il Re, il Signore della terra, che toglierà il giogo della nostra schiavitù».Il Figlio di Dio si fa figlio dell’uomo per restituire dignità e libertà a chi lo segue. Letture: Genesi 3,1-4; Romani 1,18-26. |
17 dicembre: «O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con soavità e forza, vieni, insegnaci la via della saggezza ». Ci rivolgiamo a Cristo perché ci conduca fino al totale rinnovamento del mondo nel giorno del giudizio. Letture: Genesi 3,14-20; Romani 5,12-21. |
18 dicembre: «O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge, vieni a liberarci con braccio potente». Colui che sta per venire è il Messia, ed è anche colui che viene a ridare la vita al suo popolo. Letture: Genesi 17,15-23; Romani 4,13-23. |
19 dicembre: «O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli. Tacciano davanti a te i re della terra e le nazioni ti invochino: vieni a liberarci, non tardare ». Il profeta Isaia vede il Messia che si innalza come “segno per i popoli”. Egli porterà la giustizia e la pace. Letture: Deuteronomio 15,13-20; Atti 3,17-26. |
20 dicembre: «O Chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire, vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». Al Messia spetta il compito di aprire la porta del regno o di chiuderla. Noi lo chiamiamo: vieni a liberarci. Letture: Isaia 28,14-20; Romani 10,5-11. |
21 dicembre: «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia, vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». È l’immagine del ritorno di Cristo alla fine dei tempi, quando lo splendore della sua luce avrà vinto le tenebre che ancora offuscano le anime e i cuori. Letture: 1Samuele 2,1-10; Luca 1,26-38. |
22 dicembre: «O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno, vieni e salva l’uomo formato dalla terra». La Chiesa chiede a Cristo di venire a salvare l’uomo che Dio aveva modellato a sua immagine, ma che il peccato aveva rovinato. Letture: Isaia 9,1-6; Luca 1,39-45. |
23 dicembre: «O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli, vieni a salvarci, o Signore nostro Dio». Il nostro vero legislatore è Cristo che ci ha liberati dal giogo della Legge. Giudei e pagani riuniti lo attendono come loro re e salvatore. Letture: Isaia 7,10-16; Matteo 1,18- 25. |
24 dicembre: «Quando sarà sorto il sole nel cielo, vedrete il Re dei re, che procede dal Padre, come sposo che sorge dal suo riposo». Il Re, salvatore e sposo, viene da Betlemme per nutrire il suo gregge con il pane del cielo. Letture: Michea 5,1-5; Luca 2,1-8. |
da: La Domenica