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POVERI... RICCHI
Carissime Annunziatine, Bisognosi di Dio |
Cristo è la vera ricchezza da donare Se consideriamo quello che siamo oggi come paolini, dobbiamo ammettere che non siamo né all’altezza per studio, ne sufficienti per intelligenza, per non parlare delle nostre scarse capacità... inoltre dobbiamo ammettere che neppure siamo come ci vorrebbe il Primo Maestro, perché non sappiamo allontanane i peccati (grandi o lievi) dalle nostre Case e dalla nostra vita. Eppure pur consapevoli di questa miseria, dobbiamo continuare con stupore a ripetere: “Non solo non ha ritirato i suoi doni, ma quante grazie il Signore continua a donare tramite la nostra miseria”! La Famiglia Paolina ha ancora tanto da offrire agli uomini di oggi. L’ “apostolato stampa” non corrisponde più ai tempi odierni, eppure i paolini hanno un apostolato – con qualsiasi nome lo si voglia designare – che non è mai stato così necessario e attuale. Se guardiamo l’esterno, abbiamo un tesoro “in vasi di coccio”, e pure in cattive condizioni. Ma se guardiamo alla grazia siamo poveri che possono arricchire gli altri. In proposito vale la pena rileggere cosa scriveva un anonimo cristiano verso la fine del secondo secolo, un testo conosciuto come “Lettera a Diogneto” dove così vengono descritti i cristiani: «Si trovano nella carne, ma non vivono secondo la carne. Passano la vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, eppure con la loro vita superano le leggi. Amano tutti, eppure da tutti sono perseguitati. (...) Sono poveri, eppure rendono ricchi molti; sono privi di tutto, eppure abbondano in tutto» (A Diogneto, 5,8-13). La tentazione di Pietro: la salvezza “secondo noi” La vita di coloro che si lasciano afferrare da Cristo continuerà ad essere un paradosso agli occhi del mondo, perché dobbiamo pensare secondo Dio e non secondo gli uomini. C’è una tentazione da cui dobbiamo stare ben lontani: essere di Gesù, ma secondo la logica nostra. È la tentazione di Pietro (cfr. Mt 1621-23; Mc 8,31ss). Quando Gesù inizia a parlare della Croce il discepolo vuole insegnare al Maestro come bisogna agire. Gesù rimprovera ben aspramente Simone invitandolo a seguirlo, piuttosto che a dargli consigli “secondo lui”. Ma quante volte è accaduto nella storia della Chiesa, e anche nella nostra storia personale di procedere allo stesso modo? Chiediamo a Gesù un Vangelo “secondo noi” perché ci sembra migliore, quasi sempre togliendo lo scandalo della Croce. Non è solo Pietro a cadere in questa tentazione. Ogni qualvolta che si vuole “aggiornare” il Vangelo si cade in questa tentazione. Quante volte si sente dire che bisogna aggiornare l’insegnamento della Chiesa, andava bene 2000 anni fa, ma adesso non si può vivere così... bisogna non prendere alla lettera il Vangelo altrimenti gli uomini di oggi non ci ascoltano... Ma così è un “vangelo secondo noi”, che non porta salvezza. Senza lo scandalo della Croce non c’è più il paradosso della vita cristiana.
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