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Il tempo di Quaresima, che abbiamo da poco iniziato, è per antonomasia tempo di conversione, tempo di purificazione dai nostri peccati. Questo è quanto la tradizione cristiana dei secoli scorsi ci ha tramandato.
Tra gli autori contemporanei troviamo quasi un’inversione di rotta: si inizia certo sempre dal riconoscere i propri limiti, fragilità e peccati, ma si cerca una via per non rimanerne imprigionati.
È il percorso che Padre Roberto Pasolini, frate minore cappuccino della provincia di Lombardia, ci offre nella sua trilogia edita dalla San Paolo.
Il primo volume “Non siamo stati noi”, percorrendo le Sacre Scritture cerca un motivo in grado di spiegare perché uomini e donne di ogni tempo sembrano incapaci di compiere il loro desiderio di felicità. L’analisi del senso di colpa, per cui viviamo così male ogni sbaglio, perde mordente di fronte al mosaico delle storie bibliche dove gli esseri umani nei loro fallimenti si accorgono di non essere mai condannati da Dio, ma di poter continuare a camminare sotto un cielo paziente.
La pedagogia del percorso contenuto nelle pagine di questo secondo libro “È stato Dio”, ci insegna a tenere lo sguardo fisso su Gesù per poter sperimentare un bagno di luce capace di spazzare via le tenebre della colpa. Con la vita e la rivelazione di Cristo finisce per sempre la caccia al colpevole, mentre inizia per davvero la contemplazione del grande artista, la cui unica “colpa” è aver dato inizio a quella meravigliosa storia d’amore che è la creazione del mondo.
Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è stato Dio ad amare noi nel Figlio suo Gesù. Non era dunque la sofferenza il prezzo che Dio doveva pagare per espiare il male presente nella storia. Era invece l’amore lo spettacolo che Dio voleva offrire al mondo per manifestarsi come il Padre di tutti e di ciascuno.
Quando ci capita di riconoscerci nel mistero di Cristo avvertiamo dentro di noi un sussulto improvviso e potente, come se la parte più profonda di noi stessi, il nostro spirito volesse insorgere per diventare carne e storia.
Con l’ascensione Cristo esce dal palcoscenico della storia per consentire a noi, uomini e |