Domandiamoci ora: chi farà bene gli Esercizi? Vi sono tre specie di persone che fanno gli Esercizi.
Vi sono persone di poca o nessuna volontà, simili a quell’ammalato al quale si domanda: “Vuoi guarire?”. “Sì, che voglio guarire”. “Allora chiamiamo il medico”. “Oh, il medico no!”. “Allora prendi la medicina”. “È troppo amara, la prenderò poi”. “Ma allora vuoi morire?”. “No, voglio guarire”. Ecco quali sono le anime di poca o nessuna volontà. Esse dicono di amare l’umiltà, la carità, l’amor di Dio, ma l’amor di Dio se non è interiore, non c’è, e quando si tratta di salire il Calvario, non ci sono più. Credono di avere buona volontà, ma non l’hanno, si nutrono di desideri. Sono anime che sentono la chiamata di Gesù, sentono le sue ispirazioni, anime che capiscono il Signore, ma tramandano da un giorno all’altro, da una settimana all’altra, da un ritiro all’altro, e agli Esercizi non sono pronte, non sono decise; tramandano fino alla morte e in quel punto si trovano... Oh, povere anime! E al giudizio si presentano così. Vorrebbero farsi sante, amano i santi, ma non le virtù dei santi. S’illudono di avere pietà, ma non l’hanno: hanno una vernice di pietà. E non è forse meglio un muro grezzo e brutto, ma forte e robusto, che un muro dipinto a bei colori che nasconde in sé il marciume? S’illudono di aver pietà, d’aver amor di Dio, ma non l’hanno. Il vero amor di Dio è immolativo e cioè si sacrifica, s’immola; l’amor di Dio vero è purgativo, e se l’avessero prenderebbero i mezzi per raggiungere la perfezione.
Vi è poi una seconda sorta di persone che hanno buona volontà, o meglio una qualche volontà. Sono quelle che arrivano fino a chiamare il medico, ma poi prendono solo la medicina che vogliono, e cioè prendono solo qualche mezzo. Non arrivano a mettere il dito sulla piaga, fanno propositi, ma sul difetto predominante non vengono mai e cercano sempre di coprirlo, vogliono farsi sante, ma a modo loro e, guai a toccarle sul vivo! Se fate loro un’osservazione non ci sono più, vi fanno il broncio per due o tre giorni: non giungono a mettere il cuore nelle umiliazioni, nella povertà. Arrivano alla morte producendo qualche frutto, ma non lavorano sul serio, fanno quel che vogliono, e non s’impegnano sul proposito principale. La volontà è fiacca e se il demonio non ride tutto il giorno, ride certamente buona parte di esso! Bisogna lasciarsi pestare dalle critiche, dalle calunnie, dalle umiliazioni! Ora, dovete lottare, ora che siete nel fiore degli anni perché da vecchi si diventa fiacchi. Chi non si perdona da giovane, dopo sarà ancor più coraggioso, fino a giungere ad estirpare due o tre vizi al giorno, non nel senso che li elimina, ma che li domina. Chi dunque correggerà i vizi? Chi ha energia da giovane. Quante anime si sono trovate con nulla! Tramandano sotto apparenza d’amor di Dio e invece vivono d’amor proprio e non si scoprono. Bisogna stare attenti, perché l’amor proprio alle volte si veste di zelo, altre volte di pietà, ma è sempre vivo e se prima mangiava il pane, ora mangia i biscotti. Non illudiamoci, non illudiamoci!
Le anime che ricavano molto frutto sono quelle della terza classe: sono tutte di Dio, non hanno limiti, hanno proprio buona volontà. In questi giorni hanno visto tante cose, hanno conosciuto che il loro difetto è la superbia, e allora si mettono subito, si sforzano, vanno a confessarsi e si confessano interamente dicendo anche le conseguenze: Io sono superba a tal punto che sto male tre giorni se mi viene fatta un’osservazione. Chiedono consiglio a chi le dirige.
L’amore dunque ha tre condizioni, e cioè:
1) È, come dice S. Paolo, forte come la morte: “Fortis ut mors dilectio” (cfr. Ct 8,6b). È una spada a due tagli che giunge fino a separare l’anima dallo spirito (cfr. Eb 4,12).
2) L’amore è unitivo o immolativo, cioè unisce la nostra volontà con il Signore, studia e vuole ciò che vuole Gesù, cerca l’unione, non si cura di ciò che accade intorno a sé, ma solo di Gesù.
3) È trasformativo, e cioè a poco a poco l’uomo diventa come Gesù. Certuni, a mano a mano che passano gli anni, sono sempre più amanti di se stessi. Bisogna che siamo di Gesù!
Finché l’anima non viene a preferire la privazione e il sacrificio al corpo e ai parenti, non è di Dio. Dobbiamo preferire la greppia, la paglia di Betlemme, il lavoro, il Calvario, la croce. Bisogna che ci trasformiamo in Gesù crocifisso: se non saremo così, non avremo amor di Dio. Trasformiamoci in Gesù, ma in Gesù crocifisso. Non siate metà del Signore, ma datevi tutte, con generosità: pensieri, sentimenti, affetti.
Bisogna che vi stacchiate anche da voi stesse e che vi diate totalmente al Signore. Pensate a Dio e ai vostri doveri? Parlate di quello che studiate, del vostro lavoro? Nella giornata vi sono ventiquattro ore, ma siano ventiquattro ore spese per il Signore. Vi sentite di portare tutti i pesi? Fare i voti ed essere solo a metà del Signore è un contraddire al voto. Talvolta questi si fanno con la bocca, ma poi si rinnegano con la vita. O non fateli, o fate le cose con generosità. Davvero non bisogna fare riserve al Signore: se fate i voti, siate generose, amate davvero il Signore! Quando si prende un impegno non si deve più pensare ad altro nella vita.
Entrate nel vostro cuore e domandatevi: amo, stimo, capisco l’apostolato? Quando il Signore chiama, bisogna dargli quanto si ha. Il nostro apostolato è verità, via e vita. Chi ha intelligenza per la parte redazionale, chi per la tipografia, chi per la diffusione, ma ognuno sappia che la sua forza sta nel Signore. L’ufficio dei cooperatori, l’avete capito? Sapete chiamare tante anime a godere di questi frutti? Gesù nel suo apostolato volle essere circondato dagli apostoli, dai discepoli, dalle pie donne, dalla Madonna; sapete imitare Gesù? Accompagnate, assecondate, collaborate con la divina Provvidenza perché ogni anima serva Dio come può. I cooperatori possono essere di tante specie: di preghiere, di opere, di offerte. Sapete trovare i cooperatori? Coltivate le vocazioni? Bisogna che siamo del Signore non soltanto a metà, il cuore di Gesù è generoso e le sue spose vorranno essere fredde, indifferenti? Imitiamo Maria, Giovanni, le pie donne.
Gesù dal Tabernacolo volge lo sguardo in cerca del vostro cuore, e lo trova? Volge lo sguardo lontano, vede innumerevoli anime che potrebbero far tanto bene, le mira, e vorrebbe che noi gli prestassimo la nostra vita per invitare queste anime; lo facciamo?
Riassumendo: tre specie di persone fanno gli Esercizi: alcune di nessuna volontà, altre di qualche volontà, le terze di ottima volontà. Di quale siete voi? Di quale volete essere? Ecco, il Signore dà la pace agli uomini di buona volontà, dunque se avete buona volontà, gli Esercizi vi debbono portare la pace. Abbiamo veduto che l’amore ha tre condizioni: è purgativo, unitivo o immolativo, è trasformativo. In terzo luogo abbiamo veduto l’apostolato e l’ufficio dei cooperatori.
Beato Giacomo Alberione
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