
| Ci sono giorni in cui siamo tristi, soli, paurosi o feriti. Ci sentiamo incompresi e nella nostra testa prevalgono pensieri cupi.
Ognuno ha in sé il potenziale per affrontare situazioni difficili, come abbiamo dovuto sperimentare in questo tempo di pandemia che ormai da due anni stiamo attraversando. Spesso però dimentichiamo le nostre possibilità, siamo troppo fissati su ciò che ci opprime.
Padre Anselm Grun conosce questi sentimenti e nei suoi corsi osserva che molte persone ne soffrono. Insieme con il confratello benedettino Ansgar Stufe ha messo insieme per questi giorni ostili una farmacia spirituale delle cose che consolano.
Nel libro edito dalla San Paolo, “La piccola farmacia delle cose che consolano”, troviamo 18 strumenti spirituali contro 18 preoccupazioni quotidiane grandi e piccole. Ricette che fanno davvero bene, senza effetti collaterali.
In questo libro non sono conservate erbe medicinali, ma le esperienze dei due autori e della tradizione spirituale.
Non suonano come consigli di chi ne sa più di noi, che di conseguenza potrebbero pure infastidirci, ma come condivisione di esperienze vissute in prima persona o di quanti hanno saputo trovare nella solitudine il coraggio di confidarsi e chiedere aiuto.
Il termine “consolatio” deriva dal latino e significa “essere con chi è solo”, entrare nella sua solitudine, rimanere con lui.
Nelle situazioni opprimenti ci aiutano non solo le esperienze di altre persone, ma anche le parole della Bibbia.
Una sezione di questa farmacia infatti offre parole bibliche. Di certo non risolvono al volo i nostri problemi, ma quando le pronunciamo nei nostri momenti di bisogno interiori o esteriori, guardiamo alla nostra situazione per così dire con occhi diversi.
Smettiamo di fissarci su ciò che ci opprime e solleviamo lo sguardo per osservare la nostra situazione dall’alto, dal punto di vista di Dio. In questo modo qualche momento di difficoltà si relativizza e, attraverso le parole della Sacra Scrittura, veniamo in contatto con la saggezza della nostra stessa anima.
Quando ci sentiamo soli, tristi, feriti, incompresi, trascurati, arrabbiati o di malumore… è il momento di invocare e dare spazio alla forza dello Spirito Santo, che invochiamo come “Consolatore perfetto, Ospite dolce dell’anima, Dolcissimo sollievo”.
Rosaria G. |