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L’IMMACOLATA CONCEZIONE

 

«Maria (…) in tutta la vita fu unita a Dio … in nessun momento fu macchiata di peccato … nel momento in cui uscì dalle mani creatrici di Dio già era immacolata e santa» (G. Alberione, Le grandezze di Maria, pp. 9-15).

Il Papa Pio IX definì, nel 1854, con la Costituzione Ineffabilis Deus: «La B. Vergine Maria dal primo istante della sua concezione fu preservata immune dalla colpa originale per i previsti meriti del Salvatore Gesù Cristo e per una singolare grazia e privilegio divino: questa dottrina è di fede, come rivelata, e tutti sono obbligati a crederla fermamente». Essa è contenuta nelle Sacre Scritture, è insegnata dalla Chiesa, è conforme alla teologia cattolica, e di sommo onore alla Beata Vergine, ed è confermata da molti miracoli. Il Signore aveva creato Adamo ed Eva nello stato di grazia; ma essi cibandosi del frutto vietato, peccarono, caddero su di loro i castighi minacciati da Dio. Gravi e piene di senso sono le parole rivolte da Dio al serpente tentatore: «Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua progenie e la progenie di lei; essa ti schiaccerà la testa e tu la insidierai al calcagno» (Gn 3,15). Notiamo: queste parole sono del Genesi, il primo libro della sacra Scrittura. È Dio che parla agli uomini di ogni tempo, e parla con maestà, dignità e verità, avendo innanzi a sé Adamo umiliato, Eva infelicemente caduta, il demonio tentatore. Adamo ed Eva, astenendosi dal frutto proibito, avrebbero avuto figli fortunati, ma ormai la rovina era compiuta. Dio però, perché Padre, dà loro una speranza ed una consolazione. Dice: serpente infernale, fra te e la donna vi fu un accordo rovinoso la proposta e l’accettazione; orbene fra te e un’altra donna vi sarà rottura completa, inimicizia piena.

Sarà una inimicizia posta da me. Eva per il suo sangue infetto darebbe sempre origine a figli infetti e sue vittime, ma io interromperò la sua generazione con una generazione nuova, sulla quale tu non avrai potere. Io costituirò una Donna tua avversaria, tua nemica; chi nascerà da lei sarà santo. Non soltanto ti sarà nemica essa, ma anche il suo seme, e tu da essa sarai schiacciato. Ti accosterai, ma non potrai arrivare alla sua anima, né alla sua mente, ma invano cercherai di accostarti al suo calcagno. In Maria, dunque, Dio stesso pose un’inimicizia contro il demonio; questi tentò di avvicinarsi, ma non giunse al cuore, ne ebbe anzi il capo schiacciato. Ella è immacolata fin dal primo istante di sua concezione. Il trionfo sul serpente non sarebbe stato completo, se esso l’avesse tenuta schiava anche per un momento solo.
Maria è detta dall’Angelo «piena di grazia». Questa pienezza significa che in tutta la vita fu unita a Dio; che in nessun momento fu macchiata di peccato; che nel momento in cui uscì dalle mani creatrici di Dio già era immacolata e santa. Aggiunse l’Arcangelo Gabriele: Dominus tecum (Lc 1,28). Il Signore è con Maria. Invenisti enim gratiam apud Deum: Hai trovato grazia presso Dio (Lc 1,30). Adamo aveva perduto questa grazia e Dio l’aveva cacciato dal paradiso terrestre. Il Signore non era più con lui. Maria trovò quanto Adamo aveva perduto; perciò, fu esente dalla colpa che da Adamo discendeva nei figli; non solo, ma elevata all’ordine soprannaturale ed ornata di ogni prezioso dono e fatta la più bella creatura. S. Elisabetta nel salutare la Madonna disse: «Tu sei benedetta fra le donne, benedetto è il frutto del tuo seno» (Lc 1,42). E perché? Perché il frutto del seno di Maria è il Figlio divino, il Redentore promesso. Maria è la donna predetta come riparatrice del peccato di Eva, secondo quanto Dio aveva detto nel paradiso terrestre. Maria doveva essere la madre sua; conveniva dunque, che fosse immune da ogni colpa.
Non poteva prendere una carne di peccato, né abitare in un tabernacolo in cui già fosse stato il demonio. Quando venne definito il dogma dell’Im-macolata Concezione, si scrissero volumi per dimostrare come la tradizione, la liturgia, l’arte antica, i ss. Padri, i Dottori professarono questa verità. Maria fu libera: dall’ignoranza, Ella è sede della Sapienza; dalla malizia, perché la sua volontà fu sempre retta e confermata nel bene; dal fomite del peccato, perché fu esente dalla concupiscenza. Canta perciò la Chiesa: Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te [Tutta bella sei Maria e il peccato originale non è in te]. Anzi, quanto al corpo, Maria fu liberata dalle conseguenze fisiche che suppongono il disordine del peccato originale. Sebbene sia andata soggetta alle conseguenze fisiologiche, connesse con la natura umana. Fu perciò esente dalle malattie, ma soggetta alla fame, sete, disgusti. Anche la sua morte non fu causata da malattia, ma dall’amor di Dio così potente da superare le forze fisiche. L’ufficiatura e la Messa dell’Immacolata mirano a scoprirci la bellezza soprannaturale dell’anima di Maria quando venne infusa nel suo corpo. È un grandioso commento fatto dalla Chiesa al saluto che l’Arcangelo Gabriele rivolgeva alla futura Madre di Dio con le parole: Ave, gratia plena (Lc 1,28).
Per celebrarla convenientemente, noi dovremmo essere animati dagli stessi sentimenti che vibravano nel celeste messaggero. Non è difficile indovinarli. Adorava l’Angelo con fede la bontà divina che tanto si effuse in Maria. Ammirava l’umile fanciulla elevata a così meravigliosa altezza. Gioiva dell’onore toccatogli di essere promulgatore del mistero dell’incarnazione e della redenzione.
La grandezza meravigliosa dell’Immacolata risulta nelle antifone, negli inni, nelle lezioni del breviario, nell’epistola, nel vangelo, nel graduale, tratto, offertorio, ecc., della Messa. Maria ha un nome ammirabile per l’universo intero: tutta bella, senza macchia, vestita di luce, risplendente come il sole, avvincente col profumo delle sue grazie; è gloria di Gerusalemme, onore ed orgoglio del popolo, benedetta fra tutte le donne, portento della divina onnipotenza, mistica città fondata in vetta ai monti santi. Ella è elogiata con le parole stesse onde è esaltata la divina Sapienza. O Vergine senza macchia e tutta santa, voi siete dunque stata scelta e predestinata ancora prima della creazione. L’uomo schiacciato sotto il peso della colpa, incerto della sua salute, immerso nell’afflizione, ha elevato a voi lo sguardo. Voi la speranza: affinché in voi e per voi il reo trovasse grazia, l’afflitto conforto, l’abbandonato rifugio, l’insensato sapienza, il peccatore giustificazione, il giusto perseveranza.
Per onorare l’Immacolata occorrono tre disposizioni interiori:
Prima: Un grande orrore alla colpa. Nati nel peccato, ne fummo mondati nel battesimo. Ma non ci fu tolta l’inclinazione al male, né l’ignoranza, né la debolezza. Per non cadere in peccati attuali sempre vi è da vigilare e pregare. Così hanno fatto i santi, così ci ha ammoniti Gesù Maestro.
Seconda: Grande stima della grazia divina. Essa è il tesoro dell’anima; ci comunica la vita soprannaturale; ci fa figli di Dio, eredi del Paradiso. Chi vive in grazia di Dio ha pure la fede, la speranza, la carità; riceve i doni dello Spirito Santo; può ogni momento crescere nei meriti per la vita eterna.
Terza: Una pietà profonda che si dimostra nel ricevere fervorosamente i sacramenti della confessione e comunione; nella devozione alla SS. Vergine madre della grazia, dei Santi e della Chiesa; in un amore vivo ed operoso verso Gesù Cristo; in un continuo impegno di rendere sempre più bella l’anima: studium pulchritudinis habentes [avere interesse per la bellezza].
Preghiamo – O Dio, che, con l’Immacolata Concezione della Vergine, preparasti una degna dimora al tuo Figlio,fa, te ne preghiamo, che, come in previsione della morte dello stesso tuo Figliuolo, la rendesti immune da ogni macchia, così, per intercessione di lei, ci conceda di venire a te purificati.
S. Bernardino da Siena, rimasto orfano ancora bambino, fu affidato alle cure di una zia, la quale consacrò il fanciulletto alla Vergine immacolata. Cresciuto, negli anni parlava sovente con la zia di una persona molto amata e le chiedeva assai spesso permesso di visitarla. La zia sospettò che si trattasse di relazione pericolosa: ma Bernardino parlava dell’augusta regina del cielo. In Siena, sulla porta Camollia era dipinta in affresco l’assunzione di Maria. Bernardino soleva visitare quella graziosa immagine, ogni giorno. La zia gli domandò una volta in qual luogo dimorasse la persona da lui visitata, e Bernardino rispose che essa abitava fuori dalla porta Camollia. Un giorno, non osservata, la zia lo seguì e con sorpresa lo vide genuflettere dinanzi alla SS. Vergine e intrattenersi in fervida preghiera. Interrogò allora il giovanetto: «Bernardino, ti prego, toglimi da ogni dubbio, dimmi qual sia la persona che tu ami... Tu sei giovane ancora, e forse i miei consigli non ti saranno inutili!». «Oh, ma cara zia, – rispose sorridente Bernardino, – datevi pace, io vado a visitare l’immagine tanto bella e amabile della Madonna: cerco lei sola».

Beato Giacomo Alberione