Gesù buon Pastore per salvare i peccatori diede tutto il suo sangue sulla croce, ma non dimenticò i buoni e li incoraggiò a seguirlo sulla via della perfezione: «Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Conclusa la sua missione sulla terra, prima di salire al cielo, Gesù comandò a san Pietro di continuare la sua missione: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle». E vennero il Papa, i Vescovi, i parroci, a pascere il gregge della Chiesa di Dio con la dottrina e l’insegnamento, con l’esempio delle virtù cristiane, coi sacramenti, pegno di vita eterna.
Le suore di Gesù buon Pastore si inseriscono nella missione della Chiesa come vergini consacrate a Dio con legami di amore, per pregare per il Papa, per i Vescovi, per i parroci. Pregare! è una gran cosa pregare per i sacerdoti; se il Pastore è buono, più facilmente sarà buono il gregge, la popolazione affidata alle sue cure. Durante la vita pubblica di Gesù, la preghiera era la missione specifica della Madonna. E anche ora in paradiso essa prega e intercede continuamente per i sacerdoti, continuatori dell’opera del suo figlio. Ma non basta pregare per i sacerdoti, bisogna anche aiutarli. Chi li aiuterà con maggior costanza, sacrificio e disinteresse? La suora. Sì, voi siete chiamate ad aiutare i parroci.
Tutti coloro che hanno voluto fare del bene hanno sentito il bisogno di associare alla loro opera, delle donne di buon spirito e di ardente amore a Gesù. Pensiamo a san Domenico, e a san Giovanni Bosco e a molti altri santi. Questo è conforme ai disegni di Dio nella Creazione; non leggiamo forse nella Scrittura che la donna fu creata come aiuto all’uomo? «Non va bene – disse il Signore – che Adamo sia solo, facciamogli un aiuto che gli sia simile!». E mandandogli un profondo sonno, gli tolse una costola con cui formò Eva, la madre dei viventi. Eva fu la compagna di Adamo, lo aiutava, lo incoraggiava, lo consigliava. Quanto avvenne nell’ordine della natura, avviene anche nel campo della grazia: Gesù, il primo apostolo, il Mandato dal Padre, si è posto al fianco Maria.
L’ufficio della suora di Gesù buon Pastore è come quello della Madonna. Maria formò Gesù. La suora di Gesù buon Pastore formerà e curerà le vocazioni religiose e sacerdotali con vero spirito apostolico, come farebbe la Madonna se fosse al suo posto. Le vocazioni si formano con l’insegnamento del catechismo, della S. Scrittura. Vi sono delle suore che fanno molto bene insegnando il catechismo ai fanciulli. Siate di queste, seguendo l’esempio dei santi Apostoli Pietro e Paolo, che non si stancarono mai di evangelizzare i popoli.
Oh! la immensa carità di san Paolo! Si dice che ciò che deve distinguere un bravo sacerdote è una grande testa e ciò che deve distinguere una suora, un gran cuore. Abbiate il cuore grande, quanto sono grandi i bisogni dell’umanità; togliete di mezzo l’egoismo, date voi stesse con generosità. La suora di Gesù buon Pastore ama, e nella parola «amore» ha tutto il suo programma. L’amore della suora per le anime affidate alle sue cure varca i confini dell’eternità; dopo averle seguite passo passo, nello sviluppo della loro vita cristiana sulla terra, essa prega anche per coloro che sono rimasti in purgatorio, nell’attesa della purificazione. Cuore grande per amare, compatire, confortare tutte le anime a noi affidate. Abbiate un grande cuore e farete un grande bene ad imitazione di Maria, che seguì Gesù donando tutta se stessa. Capire il valore di un catechismo fatto bene, di una scuola accurata, di un’opera di assistenza fatta con amore di madre. Dovete sentire il bisogno di imitare Gesù buon Pastore e di seguirlo come lo seguì la Madonna, portando con lui, per valli e burroni il vostro gregge e la pecorella smarrita tra le braccia.
MARIA MADRE DEL DIVINO PASTORE
Storia. – È una festa che si celebra specialmente in Toscana, nel Parmigiano, in Sicilia, in Inghilterra e da tutto l’Ordine dei Cappuccini. Da questi ebbe origine. Fu approvata nel 1801 con decreto di Pio VII. Per renderla sempre più cara al cuore dei fedeli, e procurare una più larga diffusione, Pio IX l’arricchì di un nuovo, speciale Ufficio. Generalmente si celebra la prima domenica di maggio o al 3 settembre. I Cappuccini però ed alcune Diocesi dell’Umbria la celebrano la seconda domenica dopo Pasqua; in tale domenica si ha appunto il Vangelo, in cui Gesù si dichiara il Buon Pastore.
Fine. – 1. Avere Pastori di anime santi è il più gran bene della Chiesa e delle anime stesse. Il pastore è santo nella misura in cui imita Gesù Cristo che ha detto: “Io sono il Buon Pastore” (Gv. 10,11). Questo Pastore perfetto si è formato sulle ginocchia di Maria; è nato da Maria, è cresciuto con Maria; è accompagnato a sacrificare la vita per il gregge, da Maria. Per questo si chiedono a Maria buoni pastori per la Chiesa.
2. Stimare le madri che danno un loro figlio alla Chiesa; in molte parrocchie si celebra una speciale giornata. Pregare Gesù Buon Pastore, e la sua Madre SS. che infondano in molti sposi questo desiderio, aspirazione e ambizione santa. La gloria di Maria sta qui: nell’essere la Madre di Colui che fu il gran sacerdote, maestro e Ostia.
3. Essere riconoscenti a Maria per il suo intervento nelle vocazioni sacerdotali e nell’assistenza continua sul sommo Pastore, il papa; sopra i Vescovi, Parroci e Sacerdoti che hanno cura di anime.
Il Buon Pastore. – Chi è il buon pastore? È colui che si fa al suo gregge, ad imitazione di Gesù Cristo: via, verità e vita.
Via, cioè modello. Il buon pastore indica al popolo la via più con la sua vita che non con la parola. Gesù Cristo disse nell’ultima Cena, dopo aver lavato i piedi agli Apostoli: «Vi ho dato l’esempio, affinché facciate come mi avete veduto fare» (Gv. 13,15). Gesù fu l’esemplare perfetto delle virtù individuali, domestiche, civili, religiose, sacerdotali. Tutti possono studiare la sua vita; è una scuola perfetta: ci pasce coi suoi santi esempi.
Verità. Gesù insegnò le verità più alte, necessarie a tutti, in una maniera facile, pratica. La Sua dottrina ci viene trasmessa dalla Chiesa nei catechismi e nelle predicazioni. Essa riempì i trattati di teologia e le biblioteche. A tutti è necessario possederla in qualche misura. Gesù ci pasce con la Sua dottrina.
Vita. Gesù, buon pastore, ci fa vivere della Sua propria vita. «La mia vita è Cristo» diceva S. Paolo. Per riacquistarci questa vita Gesù è morto sulla croce. Il buon Pastore dà la vita per le sue pecorelle. Per mezzo del Battesimo nasciamo a questa vita; per mezzo della Cresima essa si irrobustisce; per mezzo dell’Eucarestia si alimenta.
Gesù pasce i nostri cuori. Nella S. Scrittura. – Maria accompagnò il Buon Pastore nella sua vita privata quando egli si preparava all’ufficio di Pastore. Per la vita pubblica: Maria la troviamo al principio a Cana: poi alla fine, presso la croce; nel corso quando nel Vangelo si dice a Gesù che la Madre ed i parenti volevano parlargli. Ella è la Divina Pastora come è la Corredentrice. […]
I Pastori della Chiesa. – Pastore universale è il Papa. A S. Pietro Gesù ha detto: «Pasci i miei agnelli..., pasci le mie pecorelle» (Gv. 21, 15-17). Egli guida ai pascoli salutari i Vescovi ed i fedeli. È maestro infallibile; ha il governo di tutta la Chiesa. Come dal capo, discende da Lui la vita nelle membra che compongono il Corpo mistico di Gesù Cristo che è la Chiesa. Poi vi sono i Vescovi che, sotto il Papa, reggono una porzione del gregge di Cristo. Essi insegnano, governano, santificano le anime. Inoltre: i Sacerdoti che, sotto i Vescovi, ne condividono, in parte, i poteri e i doveri verso i fedeli. Predicano, confessano, amministrano i Sacramenti.
Nel Breviario. – Maria compie una triplice cooperazione a Gesù buon Pastore; pasce, custodisce, guida il gregge.
Pasce e nutre i fedeli col pane dello spirito e del corpo. Nella quinta lezione del Mattutino, S. Bernardo parla così a Maria: «Tu sei piena di grazia, piena di celeste rugiada, appoggiata al tuo Diletto, carico di delizie. Ciba i tuoi poveri, o Signore; anche i cagnolini mangiano delle briciole».
Custodisce il gregge cristiano. La Chiesa mette in bocca a Maria queste promesse: «Come il pastore visita il suo gregge di giorno, quando è in mezzo alle sue pecorelle disperse; così io visiterò le mie pecorelle, ed in tutti i luoghi le libererò nei giorni nuvolosi e foschi. I miei greggi furono dispersi sull’intera terra, e non vi era chi li cercasse; ma ecco che io cercherò le mie pecorelle e le visiterò. Le custodirò dai nemici e le renderò sicure dai seduttori». Altrove è detto: «Chi riuscirebbe a farsi una qualche idea della misericordia di colei che a somiglianza di ottimo pastore raduna col suo braccio i suoi agnelli e li stringe al proprio seno?». Perciò la Chiesa continua a parlare di Maria: «Noi bramiamo che tutti gli uomini ti conoscano, ti invochino e ti riveriscano sotto questo dolce titolo di Madre del Divino Pastore. O Madre, continua a difenderci».
Guida il gregge: tra le pericolose insidie del mondo, gli inganni del demonio, le illusioni del senso. Nel Breviario di questa festa si legge: «O Vergine gloriosissima, Madre del Divino Pastore, guardaci e dirigici nella via retta. Traici dietro di te; noi correremo dietro la fragranza dei tuoi profumi». Inoltre: «O Gesù, buon Pastore, che hai dato la vita per le pecorelle, e mentre pendevi dalla Croce hai affidato alla Vergine Maria noi tuo popolo e pecorelle del tuo gregge, concedici, per la sua intercessione, che, seguendoti in terra qual nostro Pastore, giungiamo ai pascoli dell’eterna vita in cielo».
Frutti. – 1. Maria ha dato il divino Pastore. E così tutto il bene che arriva a noi per mezzo dei Pastori, è passato attraverso a Maria. A lei, dunque, la nostra riconoscenza ed il nostro amore.
2. Maria è Regina della Chiesa, Regina del Clero, Regina di tutti gli Apostoli. Ella intercede perché il Signore mandi buoni operai alla immensa messe. È suo ufficio. Il Sacerdote deve perpetuare, per gli uomini, il ministero del buon Pastore Gesù. E come Maria è Madre del corpo fisico di Gesù, cosi è pur Madre del Suo corpo morale. Vi sono vocazioni, in cui la provvidenza mariana è molto chiara: S. Andrea Corsini, e S. Giovanni Bosco, S. Ignazio e molte altre. Altre volte è meno manifesta, ma se si analizzano i fatti, i passi, le ispirazioni, in fine si vedrà che vi fu la mano di Maria. Ella sta all’inizio, nel cammino, al compimento delle buone vocazioni.
3. Aver cura delle vocazioni, cura spirituale e cura materiale. è un grande merito, perché grande apostolato. Pensiamo alle sante premure di Maria prima per Gesù, poi per gli Apostoli. Curare le vocazioni è l’opera delle opere. Per questo occorre molta preghiera, molto lavoro, molte opere, molto insegnamento. Gesù Maestro, formatore dei primi Pastori, ci è di esempio.
Beato Giacomo Alberione
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