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UNA CHIESA
TRASFORMATA DAL POPOLO

 




Con la Celebrazione Eucaristica del 10 ottobre Papa Francesco ha dato il via al Sinodo, che vedrà fino ad aprile 2022 la fase diocesana e dall’autunno dello stesso anno quella continentale. Nell’ottobre 2023 tutto quanto raccolto ed elaborato sarà oggetto di confronto nella sessione finale del Sinodo.
Il termine “sinodo” che letteralmente significa “cammino condiviso”, non è l’ennesimo slogan di una Chiesa in cerca di parole e titoli ad effetto, ma la formula che meglio esprime la sua indole sinodale, il suo impegno missionario.
La Chiesa impara a camminare in modo sinodale solo quando sa lasciarsi trasformare dalla Parola che la ispira e dal popolo che la anima.
Il libro, delle Paoline Editoriale Libri “Una Chiesa trasformata dal popolo”, frutto del lavoro di un’equipe francese qualificata, presenta le principali sfide a cui è esposta la Chiesa Cattolica, sul piano esterno e sul piano interno.
Le questioni ambientali, politiche, economiche e morali si intrecciano con una riflessione più specifica sul modo in cui la Chiesa gestisce l’autorità, la vocazione, il servizio sacerdotale e la parità tra uomini e donne.
L’équipe di autori ha trovato lungo la via il testo di “Fratelli tutti” come guida, come lampada e come bussola per un esame dei rapporti tra Chiesa e mondo. Tutto il libro infatti si snoda alla luce di questa enciclica. «Diversamente da quanto alcuni gli rimproverano, Papa Francesco non intende conformare la Chiesa a questo mondo. Piuttosto, egli combatte un modello troppo umano di esercizio dell’autorità nella Chiesa e spera di fare così progredire la fraternità nella Chiesa e allo stesso tempo nel mondo» (Lafont Ghislain).
Tante le questioni aperte: uscire dal clericalismo e restituire freschezza al linguaggio del magistero; riconsiderare i criteri di valutazione della vocazione, rivedere i riferimenti della formazione del clero compreso il tema del celibato; il diaconato alle donne; in ambito affettivo, morale e familiare l’applicazione delle linee indicate nell’Amoris laetitia.

Anche nel rapporto tra generazioni, la crisi di relazione con la Chiesa da parte di giovani pone questioni brucianti che non è possibile aggirare.
L’ultima parte del libro va a toccare quattro luoghi comuni del cattolicesimo tardo-moderno:
   –  che il clero non abbia in sé tutto il potere.
   –  che la chiamata al Ministero non debba
       seguire una sola via.
   –  che il potere del prete sia solo servizio
       all’unico sacerdozio di Cristo.
   –  che la fraternità cristiana debba superare
       la subordinazione della donna all’uomo.
Ancora una volta suonano appropriate le parole che Paolo VI pronunziò all’inizio della seconda sessione del Concilio Vaticano II: «È venuta l’ora a noi sembra, in cui la verità circa la Chiesa di Cristo deve essere esplorata, ordinata ed espressa, non forse con quelle solenni enunciazioni che si chiamano definizioni dogmatiche, ma con quelle dichiarazioni con le quali la Chiesa con più esplicito è autorevole magistero dichiara ciò che essa pensa di sé».

Rosaria G.