Home| Chi siamo| Cosa facciamo| Perchè siamo nate | Spiritualità| La nostra storia | Libreria| Fondatore|Famiglia Paolina| Preghiere |Archivio | Links | Scrivici | Area Riservata |Webmail | Mappa del sito

 

CONDIVIDO QUANTO APPRESO...

 

Care sorelle, a conclusione del mandato come Responsabile di Gruppo ho pensato di condividere quanto compreso in questi anni.
«La Madonna è madre del divin Sacerdote Gesù. Non ebbe il potere di consacrare l’eucarestia, ma l’amore di offrire a Dio la vittima divina, con Lui e in Lui, onorò il Padre e fece giungere fino alla sua infinita maestà l’umile omaggio del proprio essere. Come membro del Corpo Mistico di Cristo io partecipo al “sacerdozio regale” di cui parla S. Pietro. Come membro della Famiglia Paolina, ho una missione che si avvicina a quella della “Virgo Sacerdos” perché il mio istituto ha lo scopo di conformare i suoi membri al Cristo, affinché lo diano completo alle anime. Io posso compiere questa missione in qualunque apostolato, anche il più umile, perché ciò che valorizza la mia opera non è la nobiltà dell’ufficio, ma l’intenzione e l’amore con cui la compio» (Beato Alberione).
Ho voluto riportare quanto il Primo Maestro ha scritto nel libricino “I fioretti di Maggio” il giorno XXI, perché mi sembra una sintesi perfetta tra la figura della Madonna e quella dell’Annunziatina.
Infatti, solo avendo ben chiaro quale sia la nostra vocazione si può comprendere quanto e in cosa ci discostiamo da essa, come pure cosa è chiamata a fare la Delegata ed ogni Annunziatina.
Ho compreso che svolgere il servizio di Responsabile serve soprattutto alla Delegata stessa, perché lei “in primis” deve sforzarsi di essere coerente con quanto dice. Poiché in lei si deve sviluppare o deve coltivare uno spirito materno, e come la Mamma celeste imparare ad essere madre di tutte, delle brave come delle ribelli, di coloro che procedono spedite nel cammino come di chi stenta ad avanzare, di coloro che ascoltano e di chi ha problemi d’udito (qui si intende non quello fisico ma spirituale).
Confesso che ciò che mi è più costato è stato vedere qualche sorella del gruppo in difficoltà che, tuttavia, non ha chiesto aiuto, né si è minimamente confidata, anzi ha fatto di tutto per tenere lontana proprio la “mamma”. Forse anche a voi sarà capitato, magari in altri contesti, di non poter aiutare qualcuno a cui si vuol bene in

un momento di bisogno e quindi sappiamo bene quanto ciò sia doloroso...
Per fortuna nostra, c’è un’arma segreta: la preghiera. Infatti, grazie alla Preghiera non solo possiamo far giungere alla sorella le grazie di cui ha bisogno, ma diamo allo Spirito Santo l’opportunità di illuminarci e trovare così percorsi alternativi per starle vicino e sostenerla.
Tutto questo vuole essere un modo per interrogarci sulla figura della Delegata di Gruppo. Chiediamoci: come mi rapporto? come la vedo? la considero solo una organizzatrice di eventi di vario genere oppure ne riconosco il ruolo specifico nella vita del Gruppo e di ogni membro in quanto “scelta” dal Signore e quindi anche assistita dalla grazia di stato, indispensabile per sopperire ad ogni suo limite?
Il nostro essere consacrate, ma di vita secolare, ci porta a vivere nel mondo con i problemi che, come tutti gli altri, incontriamo nella vita quotidiana ma senza avere un abito o le mura di un convento che ci possano proteggere. Questo però non significa che siamo delle barchette che devono affrontare il mare aperto da sole: piuttosto dovremmo sentirci come scialuppe di salvataggio le une per le altre. Certe di poter rientrare o chiedere aiuto alla nave da cui sono partite. La nave è il gruppo, l’Istituto, la Famiglia Paolina, con i relativi capitani cioè la Responsabile, il Delegato e il Superiore Provinciale/Generale, di cui ci ricorderemo nel momento del bisogno, se avremo imparato a conoscerli e a farci conoscere nel quotidiano, con i nostri pregi e difetti, nella verità, senza temere di essere quello che siamo.
Alla sorella che il Signore sceglierà per condurci nel prossimo quinquennio chiedo di aiutare ciascuna di noi a percorrere la personale strada della santità. Mentre a ciascuna di noi invito a cercare di riconoscerla come “madre” e a provare ad ascoltare quanto ci dirà e ci chiederà di fare, anche se non comprendiamo, anche se non ci piace o non siamo d’accordo. Esercitiamoci nell’obbedienza tutte ne avremo enormi benefici, personalmente e come gruppo.
Buon cammino.

Una Annunziatina