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PENTECOSTE

 



Nel giorno di Pentecoste del 1932 il Primo Maestro invita la Famiglia Paolina a celebrare con grande solennità la discesa dello Spirito Santo (Alle Figlie di San Paolo, 1929-1932, pp. 310-313).

La Chiesa esulta perché lo Spirito che il divin Maestro aveva promesso con grazie e doni preziosissimi, lo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità che dobbiamo oggi onorare, è disceso sugli Apostoli. La santa Chiesa celebra questa festa con grande solennità, ma si potrebbero assegnare allo Spirito Santo tante feste quante sono le sue particolari opere: l’ispirazione della sacra Scrittura, il mistero dell’immacolato concepimento di Maria Vergine, l’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, l’essere disceso sotto forma di colomba nel battesimo di Gesù; e ogni nostro anniversario: del Battesimo, della Cresima, della vocazione, della professione potrebbe essere per noi festa dello Spirito Santo. Egli ha infuso la grazia nei nostri progenitori Adamo ed Eva, egli comunica la vita santificante attraverso i sacramenti, è la vita nostra. Non una festa quindi, ma mille feste dovremmo celebrare ad onore della terza Persona della Santissima Trinità, ma almeno questa sia celebrata con grande solennità e con gran cuore. Recitiamo il 1° mistero glorioso per propiziarci la terza Persona della Santissima Trinità e attirarci i suoi doni copiosi.
I. Chi è lo Spirito Santo? Iddio è uno nell’essenza e trino nelle Persone: «Andate, battezzate nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo» (cfr. Mt 28,19). Lo Spirito Santo è dunque la terza Persona dell’augustissima Trinità, Dio come il Padre e il Figlio, eterno come il Padre e il Figlio, sapiente come il Padre e il Figlio, e a lui si attribuiscono le opere di amore. Il Padre crea il mondo, il Figlio illumina l’uomo donandogli sapienza e intelligenza, lo Spirito Santo dà la vita dell’anima. Al Padre si attribuisce l’esistenza, al Figlio la luce, allo Spirito Santo la grazia, la santità delle anime. Ogni Persona ha avuto un’epoca speciale e lo Spirito Santo ha presieduto alla fondazione della Chiesa e ne è la vita: ed ecco la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Gesù ha fondato la Chiesa, ma lo Spirito Santo la vivifica, la conferma nel

giorno della Pentecoste. Ed ecco la Chiesa infallibile, indefettibile, madre di santi, maestra; ecco lo Spirito Santo che è la fortezza di diciassette milioni di martiri, che continua a suscitare nel cuore dei vergini l’orrore per il male e l’amore al giglio purissimo; ecco lo Spirito Santo che mette nell’anima la fede, che infiamma, dà la vocazione al sacerdozio, alla vita religiosa, chiama ai consigli evangelici: tutto questo ha origine dallo Spirito Santo.
O Spirito di amore e di verità, noi ti invochiamo sugli innocenti, perché il giglio della purezza non venga mai scacciato dalla loro anima; sui fanciulli, perché si accenda nel loro cuore la vocazione; sul sacerdozio, perché soltanto con la tua fiamma troverà luce e potrà essere sapiente e santo; ti invochiamo su tutti e in ogni momento della vita, perché non ci manchi la luce e il calore spirituale.
Recitiamo il 2° mistero glorioso per ricordare il giorno in cui Gesù, prima di ascendere al cielo, promise il Consolatore e invochiamo la santa Madonna, perché in un breve momento di silenzio che faremo attorno a noi, faccia discendere lo Spirito Santo che porti su di noi l’abbondanza dei suoi doni. Cantiamo il Gloria in excelsis.
II. Cantate: Qui propter nos homines, et propter nostram salutem descendit de caelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto (Articolo del Credo niceno-costantinopolitano: «… che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato»). Ecco la via seguita dal divin Salvatore e Maestro Gesù: Incarnatus est de Spiritu Sancto. Lo Spirito Santo dà un’infusione particolare nella santa umanità di Gesù Cristo, per lui si opera l’incarnazione nel seno purissimo di Maria Vergine. Quando Gesù esce da Nazaret per incominciare la sua predicazione, è sempre lo Spirito Santo che l’assiste, e quando la voce del Padre si fa sentire compiacente sul Figlio suo, lo Spirito Santo discende in forma di colomba per dimostrare che quel lume di dottrina predicata da Gesù, proviene dallo Spirito Santo. Quando Gesù manderà gli Apostoli ad iniziare il loro ministero, lo Spirito Santo è lì ad illuminarli, fortificarli, a confermarli nella fede. Se volete ascendere ai gradi più alti della vocazione, alla sublimità di essa, avete bisogno di una continua e grande infusione di Spirito Santo, perché l’amore alle cose divine, il distacco dalla terra, l’amore ai consigli evangelici è dono divino. Tutto deve essere in noi opera dello Spirito Santo: «Qui non ex sanguinibus, neque ex voluntate carnis, neque ex voluntate viri, sed ex Deo nati sunt» (cfr. Gv 1,13: «I quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati »). No, non è volontà d’uomo, è lo Spirito Santo, è da Dio che si nasce. E quand’è che si nasce da Dio? Quando si nasce, come Gesù Cristo, dallo Spirito Santo. Nel nostro stato abbiamo molto bisogno dello Spirito Santo e in Casa il metodo educativo è venuto dallo Spirito Santo, quindi è nostro stretto dovere pregarlo tanto con il Gloria Patri, con il Veni, Creator, con il Veni, Sancte Spiritus. Sia tutto cantato con molto amore e quando arriviamo al Gloria e invochiamo lo Spirito Santo, chiniamo la testa in segno di riverenza e di adorazione. Pensiamo che tutte le opere buone ci vengono dallo Spirito Santo e invochiamo la santa Madonna perché ce lo mandi copioso, come copiosissimo l’ha ottenuto agli Apostoli.
Recitiamo il 3° mistero glorioso e cantiamo il Veni, Sancte Spiritus.
III. Lo Spirito Santo non solo anima e vivifica in generale tutto il corpo mistico della Chiesa, ma anima e vivifica noi stessi. La vita dei sacerdoti non è una vita naturale, essi non cercano né lode, né danaro, né piaceri nelle loro giornate di lavoro che sono lunghe e intense, essi cercano Dio, la gloria sua, le anime: questo non l’ha suggerito loro né la carne, né il sangue, ma lo Spirito Santo. Come un corpo senz’anima è cadavere e deve essere seppellito perché va in putrefazione, così un’anima senza grazia, senza Spirito Santo è morta e corre il rischio di essere seppellita nell’inferno. L’anima in grazia ha con sé lo Spirito Santo, e l’anima senza Spirito Santo è morta. “Come mai hai tanta audacia che osi rispondere a me – diceva il tiranno a quella fanciulla che aspirava e sospirava il paradiso – non sai che ti farò parlare a forza di tormenti?”. E la martire: “Coloro che hanno lo Spirito Santo, non sono essi che parlano, ma è lui che parla per loro e se tu mi metterai alla tortura, se mi farai parlare con la forza, lo Spirito Santo discenderà in me tanto più abbondante a fortificarmi”. Ecco la vita della grazia! Allorché si commette il peccato, lo Spirito Santo è scacciato da noi; quando si fa il bene cresce in noi la sua vita e produce i suoi frutti, aumentando l’amore alla castità, all’ubbidienza, la fede, la speranza, la carità, un grande amore alla purezza e a tutto ciò che è perfetto, ci dà tutto quel complesso di virtù e di grazia che forma i santi. Chi sono quei santi che ascendono agli altari? Sono le meraviglie dello Spirito Santo, quelli in cui visse abbondantemente. Le anime che amano lo Spirito Santo sono le più sante. Preghiamolo dunque che discenda su di noi e ci porti i suoi sette doni e i suoi frutti.
Recitiamo il 4° mistero glorioso e poi nel silenzio invochiamo lo Spirito Santo che discenda su di noi, invisibile agli occhi della carne, ma visibile agli occhi della fede e venga a irrorare ciò che è arido, a piegare ciò che è rigido, a scaldare ciò che è freddo, a vivificare tutta la nostra anima.
Recitiamo il 5° mistero glorioso, perché possiamo sempre invocare lo Spirito Santo e sentire i frutti della sua permanenza in noi, e quando abbiamo bisogno di aiuto particolare della grazia medicinale, egli venga a rinforzarci, e specialmente nelle tentazioni.

Beato Giacomo Alberione