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MARIA MAMMA DOLCISSIMA.
PADRE PIO E LA MADONNA

 

La presenza della Madonna è stata una costante per tutta la vita di San Pio da Pietrelcina, dall’alba al suo tramonto, tanto da fargli affermare: «Io mi sento come una barchetta a vela, spinto dal respiro della Mamma Celeste». Nel 1915 padre Agostino da San Marco in Lamis, in merito al mistico confratello, che era suo penitente, annotava: «Le estasi e le apparizioni cominciarono al quinto anno di età, quando ebbe il pensiero ed il sentimento di consacrarsi per sempre al Signore, e furono continue». Tra queste apparizioni certamente possiamo annoverare anche quelle della Vergine Maria. Infatti, subito dopo, padre Agostino ha aggiunto: «Interrogato come mai le avesse celate per tanto tempo, candidamente rispose che non le aveva manifestate perché le credeva cose ordinarie che succedessero a tutte le anime; difatti un giorno mi disse ingenuamente: “E lei non la vede la Madonna?”. A una mia risposta negativa soggiunse: “Lei lo dice per santa umiltà!”».
L’ambito in cui San Pio ha avvertito in maniera più viva e più incisiva la presenza della Madre di Dio, è stato il ministero sacerdotale, in particolare durante la Messa e il sacramento della riconciliazione. Scrivendo al suo confessore il primo maggio 1912, il frate di Pietrelcina gli confidò: «Padre mio, questo mese come predica bene le dolcezze e la bellezza di Maria! La mia mente nel pensare agli innumerevoli benefici che ha fatto a me questa cara mammina mi vergogno di me stesso, non avendo guardato mai abbastanza con amore il di lei cuore e la di lei mano, che con tanta bontà me li comportava. Povera mammina quanto bene mi vuole. L’ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con quanta cura mi ha ella accompagnato all’altare questa mattina. Mi è sembrato ch’ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore tutto di santi affetti». Il rapporto tra Maria e Francesco Forgione si accese d’amore fin dalla più tenera età del futuro Santo del Gargano. La parrocchia dei Forgione a Pietrelcina, il paese dove venne al mondo, il 25 maggio 1887, era dedicata a Lei a Santa Maria degli Angeli.
A Santa Maria degli Angeli i Forgione si recavano per le festività religiose più importanti e, soprattutto, per pregare davanti alla seicentesca statua lignea

policroma raffigurante la Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina, che Padre Pio, chiamerà per sempre affettuosamente “La Madonnella nostra”. Nella casetta di famiglia si respirava la devozione a Maria. Nelle lunghe sere d’inverno la mamma di Francesco radunava i figli per la recita del Santo Rosario. Tutti finivano con l’addormentarsi, solo Francesco rimaneva sveglio. E fu proprio qui che si accese l’amore per Maria. L’Amata Madre Celeste, quand’era ancora bambino, gli apparve bellissima, in morbide vesti colorate come quelle della Madonna della Libera. La prima volta accadde nella chiesa parrocchiale e lui non riuscì ad emettere nemmeno un gemito. Poi la vedrà anche a Piana Romana, il podere di campagna dei suoi. Gli “incontri” con Maria si intensificarono con gli anni. Francesco, di rientro da Piana Romana, si fermava a raccogliere lungo la strada i fiori di campo più belli e odorosi. Ne faceva mazzolini e li portava alla Madonna. Alla Madonna della Libera Francesco affidava ogni suo pensiero, ogni timore, ogni necessità. In una lettera al papà emigrato in America, il 5 ottobre 1901 scrisse: «Anche noi, grazie al Signore, stiamo bene, ed io, in ispecial modo, rivolgo continue preghiere alla nostra bella Vergine, affinché vi protegga da ogni male e vi restituisca sano e salvo al nostro affetto».
Quando sedicenne, nel 1903 partì da Pietrelcina per il noviziato di Morcone, portò con sé due cose da cui non si separerà mai: una corona del Rosario, dono della mamma, e un’immagine della Madonna della Libera. Il 14 agosto 1910, quattro giorni dopo essere stato ordinato sacerdote, Padre Pio celebrò la sua prima Messa proprio nella chiesa di Santa Maria degli Angeli dove visse momenti di assoluta intimità con Dio, estasi ai piedi dell’altare e il fenomeno mistico della fusione dei cuori: il suo con quello di Gesù. Di nuovo, come quando era chierichetto, gli occhi di fra Pio si incontrarono nel silenzio pieni di intensa luce con quelli della Madonna della Libera mentre egli gustava quelle “dolcezze paradisiache” che racconterà nelle lettere ai padri spirituali. Anche quando sarà impossibilitato a rientrare nel luogo natio, non perderà mai l’attaccamento a Lei. Dalla cella del convento di San Giovanni Rotondo più volte Padre Pio, nell’arco della vita, corse con la mente e con il cuore, ai piedi della Madonna della Libera. Sul suo scrittoio spicca il quadro con la cara effige. Durante la sua malattia, ricorda padre Mariano da Santa Croce di Magliano «quando la sera si alzava, e spesso durante la notte, e noi lasciavamo nella penombra la sua stanza e coprivamo il lume, allora era contento quando la luce rifletteva sulla immagine della Madonna della Libera. E poi continuava la sua preghiera fino al mattino alle cinque quando celebrava la Santa Messa».
Nell’arco della sua esistenza san Pio trasse costantemente sprone dalla figura di Maria. Confidò lui stesso: «Rimango sempre attivo per la forza che attingo da lei». Durante gli incontri mistici con la Vergine assapora la carica rigeneratrice del sorriso della Madonna, di cui elogiò la bellezza, «non paragonabile neppure alle cose più belle del Creato». Riferirà padre Eusebio da Castelpetroso: «Una sera, stavamo soli nella celletta. Sotto la sua finestra, della gente cantava una canzoncina alla Madonna, il cui ritornello diceva: “Bella tu sei qual sole, bianca come la luna...”. A queste parole il padre ebbe uno scatto. “Eh se fosse così, rinunzierei ad andare in Paradiso!”. Io, colpito, replicai: “Ma padre che c’è di più bello del sole e della luna?”. E lui, con un gesto di commiserazione per me, soggiunse in dialetto “Eh ‘a voglia’...”. La sua risposta fu un largo sorriso di cielo, più eloquente di qualsiasi parola».

Giovanna M.