Home| Chi siamo| Cosa facciamo| Perchè siamo nate | Spiritualità| La nostra storia | Libreria| Fondatore|Famiglia Paolina| Preghiere |Archivio | Links | Scrivici | Area Riservata |Webmail | Mappa del sito


MARIA
IN SANTA VERONICA GIULIANI
(1)

Con questa Circolare la rubrica su Maria cambia stile, si cercherà di presentare testi e autori classici che hanno scritto su Maria o della devozione mariana. Ci sono molte ricchezze della tradizione che – anche se non appartengono sempre alla moderna sensibilità – sono un tesoro da approfondire.

«Ti confermo per mia sposa e ti consegno mia Madre per madre, per adiutrice tua». È il 6 giugno 1697 quando Santa Veronica Giuliani (1660-1727) riceve questo messaggio dopo il rinnovo dello sposalizio mistico, direttamente dal Signore. Santa Veronica in questo circuito d’amore tra la Trinità e la Vergine Maria raggiungerà le più alte vette della mistica. Le pagine del suo famoso diario, dal 14 agosto 1720, vigilia della solennità dell’Assunzione, fino al 25 marzo 1727, Annunciazione del Signore, saranno dettate dalla stessa Vergine a Santa Veronica. La Santa si sentirà, per questo, intimamente amata da Cristo, perché le ha offerto il dono più prezioso che possiede: Sua Madre. E sarà proprio la Santa Vergine a darle conferma di questo: «Figlia mia Dio ha cominciato l’opera sua in te ed io sono da Dio destinata per tua guida e regola». Santa Veronica, da parte sua, non si sottrarrà mai all’ascolto e all’imitazione delle virtù della Madre di Dio al punto che, dopo Gesù, Ella rivestirà un’importanza fondamentale nella sua vita. La cappuccina non si limiterà ad attribuirle un posto speciale ma vorrà che ella sia riconosciuta nella sua regalità e mediazione fra Dio e gli uomini. Quando verrà eletta badessa, la Santa porrà l’immagine della Madonna sul posto a Lei riservato per indicare a tutte le consorelle chi veramente sarebbe stata la guida e chi a-vrebbe governato la comunità. La Vergine la rincuorerà confermandole che sarà proprio Lei la superiora del Monastero. Da allora Santa Veronica non avrà più niente da temere.

Maria e i voti religiosi in Santa Veronica

Il 12 ottobre 1715 ella confida nel suo diario: «Vi fu una pienezza d’ogni grazia. Le particolari, mi pare, fossero la cognizione di me stessa, la penetrazione alla santissima

Passione, lume speciale sopra i santi voti e questi furono rinnovati da me nelle mani di Maria santissima» (Diario V, 277). Castità: «Madre purissima purificate la mia mente: Madre castissima purificate questo cuore: Madre della Misericordia pietà di questa mia povera anima» (Diario IV, 645). Infatti, il 13 marzo 1715 ella scrive: «Ebbi la comunicazione e in essa compresi quanto sono grate a Maria Santissima le anime pure e nette da ogni colpa» (D V, 265). Nell’anniversario della professione religiosa Maria detta a Veronica queste parole: «Nell’atto istesso feci che tu rinnovassi i voti santi nelle mie mani… Al terzo voto, quello di castità io resi quest’anima pura e netta, mediante il merito e virtù della mia perfettissima purità; restò in te per te questo dono singolarissimo, e voglio che il cuore del mio cuore resti così con quel modo d’amore puro, che l’istesso mio cuore t’ha comunicato» (Diario V, 581-582). Maria è la più luminosa e ideale figura di donna, capace di avere una potenza altamente benefica e positiva sul cuore di ogni uomo. Quale fortissimo incitamento alla purezza è dunque per noi l’Immacolata. La quotidiana e filiale familiarità con lei fa risplendere di sempre nuovo fulgore la bellezza della castità: questo soave odore si respira nella vita e negli scritti di santa Veronica, creatura umana e celestiale allo stesso tempo.

Povertà: Veronica è stata una grande innamorata anche di questo voto. La santa scrive l’8 maggio 1699: «Mi pare che il Signore mi abbia ammaestrata in modo speciale sopra queste quattro virtù: umiltà, carità, obbedienza e povertà… ora dirò quanto mi ammaestrò sopra la quarta virtù. Mi sentivo come abbruciare dal suo amore e questo amore operava in me e parlava con me non con parole ma con opere. Mi univa tutta al Sommo Bene, ed Esso si faceva intendere che era tutto per me e con me, ma che io dovevo spogliarmi da tutto in tutto» (Diario II, 454-456-457). Per tale motivo anche questo voto, come gli altri, viene rinnovato spesso nelle mani della Madonna, tanto che il primo novembre 1725 le detta: «Al secondo voto quello di povertà concessi nell’atto medesimo all’anima dell’anima e virtù mia, che vissi povera ad imitazione del mio Figlio santissimo, resi il cuore del mio cuore staccatissimo da tutto il momentaneo e sotto solo al puro amore nel modo medesimo che il cuore mio t’aveva comunicato in quell’istante nel quale tu riposasti al mio seno» (Diario V, 582). Ecco come Maria associata alla povertà del Figlio suo può essere per Veronica e per ciascuno di noi anche “paupertatis magistra” [maestra di povertà]. Infatti nella povertà la santa è radicale: è uno dei punti sui quali insiste molto, per rinnovare il monastero. In questo è somigliantissima al serafico padre Francesco.
Obbedienza: La virtù dell’obbedienza le faceva operare tutto (Diario V, 616) «L’obbedienza è quella che mi tiene ferma nella fedeltà di Dio e nella fedeltà a Maria. Oh!, quanto è grata a Dio un’anima veramente obbediente. Questa sera, nell’esercizio, Maria santissima mi ha detto che tutte le grazie e tutti i doni che ha ricevuti quest’anima mia, tutti sono stati per mezzo dell’obbedienza» (Diario III, 484). Veramente “l’obbedienza perfeziona tutto” ed essa si è tanto intrinsecata nell’essere stesso della cappuccina che il 1° novembre 1721 la Vergine le confermerà questo nome: «Maria Veronica di divino Amore, figlia e professa di Maria Addolorata, discepola e figlia di santa obbedienza». Anche questo voto viene rinnovato come gli altri due nelle mani di colei che viene chiamata da Veronica, “la stessa obbedienza”. E che il 1° novembre 1725 le detterà le seguenti parole: «Al primo voto, quello dell’obbedienza concessi nell’anima dell’anima mia la virtù e il merito della mia obbedienza; e con essa ti feci per tre volte replicare i voti santi: non ti promisi la vita eterna ma confermai te diletta di Dio eletta fra gli eletti per tutta l’eternità» (Diario V, 582).
Veronica e Maria sono sempre accomunate nella stessa sottomissione alla volontà di Dio; la discepola segue i passi della Vergine che all’angelo Gabriele risponde: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Un giorno la stessa Veronica riconoscerà: “Questa è la virtù particolare che mi ricorda Maria Santissima… nell’obbedienza troverò sempre la volontà di Dio, nell’atto di obbedienza darò sempre gusto a Maria Santissima”.

Giovanna M.

BIBLIOGRAFIA: P. ANGELO PIZZARELLI, La Madonna in Santa Veronica Giuliani, Edizioni Cantagalli 2009.