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CONVEGNO NAZIONALE
DELLE RESPONSABILI DEL 2021?

 

Avrete notato che il titolo in realtà è una domanda, infatti quest’anno il Convegno delle Responsabili si è svolto in maniera alquanto diversa dal solito. Il Covid19 ha impedito di poterci incontrare fisicamente a Roma ma, la volontà di non far saltare questo appuntamento così importante per tutto l’Istituto unita al desiderio di “vederci” anche se in uno schermo, hanno fatto sì che il Convegno si svolgesse, grazie agli sviluppi della tecnologia. Ovviamente il programma non è stato quello classico, perché il tutto è stato concentrato in due appuntamenti di circa un’ora e mezza condividendo solo i momenti salienti, cioè la presentazione della relazione dell’anno sul tema della preghiera e la relazione del Delegato che sintetizza le attività dell’Istituto svolte durante l’anno. Nell’incontro del 2 Gennaio dopo il saluto iniziale di don Vito Fracchiolla, Vicario Generale SSP, Généviève, una nostra sorella del Camerun, ci ha presentato la relazione da lei scritta, intitolata “L’Annunziatina donna di preghiera nel cuore del mondo”. È seguito uno spazio per le domande e abbiamo concluso con la prima benedizione dell’anno da parte di don Gino. Domenica 3 Gennaio, abbiamo iniziato l’incontro con il saluto da parte di don Gerardo Curto, Superiore provinciale, che si è fermato a pregare il santo Rosario nella nostra amata cappella. Dopo lo spazio di preghiera, il Delegato dell’Istituto ci ha presentato le poche attività dell’anno a causa delle limitazioni determinate dalla pandemia. Tra le proposte presentate in seguito c’è sicuramente la volontà di ripetere appuntamenti di questo tipo, per cercare di sopperire in qualche modo alla carenza di incontri in presenza. Certamente se si confronta il Convegno appena svolto con quelli cui eravamo abituati c’è un po’ di tristezza perché sono cose completamente diverse e qualcuno potrebbe cadere nella tentazione di dire che non è servito a nulla o che è stata poca cosa. In realtà penso che l’appuntamento di quest’anno più che servire per programmare gli impegni dell’anno a livello di Istituto, piuttosto che di gruppo, sia servito a ritrovarci, a poterci guardare in faccia, a pregare insieme nella nostra Cappella, a “sentirci” unite, sorelle, cosa che normalmente ci accade in modo speciale agli Esercizi. Per me è stata una gioia grande vedere alcune sorelle, avanti negli anni, che non si sono lasciate frenare

da quelle che potevano essere delle difficoltà tecniche, ma che si sono adoperate per trovare il modo di esserci. In questo ho riconosciuto lo Spirito Paolino, proprio di chi ama la propria famiglia e non c’è limite o ostacolo che possa fermarlo. Queste sorelle mi hanno detto, con l’esempio, che quando si vuole e si ama si può fare tutto. A maggior ragione questo deve valere per tutte noi in questo periodo così strano, anzi diverso, perché le difficoltà e le novità, non sempre belle, che incontriamo possano essere un pungolo che ci spinge a trovare nuove strade di evangelizzazione, di apostolato e di santificazione personale e di Istituto.

Claudia P.