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CARO GESÙ BAMBINO…



Carissime Annunziatine,

augurandovi Buon Natale – certo che vi preparate ad accogliere “il Signore che viene” con gioiosa vigilanza – vi invito a fare un piccolo esercizio spirituale: scrivere una letterina a Gesù Bambino. Qualcuno potrebbe obiettare che è una cosa infantile, ma proprio il tempo natalizio ci ricorda che Gesù viene come Bambino e i bimbi amano giocare. Inoltre, non solo sappiamo che ai piccoli appartiene il regno dei cieli, ma scrutando il Libro dei Proverbi scopriamo che della Sapienza si afferma che è stata “formata fin dal principio”, ma anche che “giocava”: «Ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo» (Pr 8,30-31).
Ovviamente non si tratta di scrivere una paginetta con la lista delle richieste di doni materiali. Gesù, la Sapienza Incarnata, nascendo in una povera grotta ci invita a chiedere le cose veramente importanti, quelle che restano e che nessun ladro può portarci via (cfr. Mt 6,19-21). La prima cosa da chiedere ce la suggerisce già Lui stesso nel Padre Nostro: “che venga il tuo regno”. Poi chiedere che Egli venga nel nostro cuore, e fare di esso come una culla, sull’esempio della Vergine Maria. Per il Battesimo siamo Tempio del Signore, se lo lasciamo entrare ogni volta che bussa si realizzerà anche per noi la parola di Malachia: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3,1).

Un gioco d’amore

La liturgia natalizia, più che a chiedere doni, invita i fedeli a portare offerte e doni al Verbo Eterno che si è fatto “piccolo” nascendo per noi (cfr. Is 9,5). Che ammirabile scambio è il Mistero del Natale... come pure lo è l’Eucarestia! I pastori ci sono di esempio, portano quel poco che hanno. Essi condividono il loro poco e il Figlio dell’Altissimo condivide la sua Vita! Questi doni, secondo la catechesi liturgica, sono ovviamente simbolo della stessa Liturgia Eucaristica, è lì che possiamo offrire doni a Gesù ogni giorno. È come un gioco d’amore: Cristo desidera i nostri doni perché ritornino a noi trasformati in dono di Grazia.

Egli si è rivestito della nostra povertà per rivestire noi della sua ricchezza, cioè di ogni Grazia. Tornando alla “letterina”, dovrebbe essere come un gioco d’amore, dove anche le richieste devono essere gradite al Suo Cuoricino palpitante d’Amore. Quando si vuole bene la cosa più importante è far felice l’altra persona. Quando una mamma gioca col suo bimbo, la sua felicità sta nella gioia del bimbo, i suoi occhi si illuminano perché il figlio sorride, si rallegra... anche quando dorme. Cosa possiamo scrivere al “divin pargoletto” che lo renda felice? Non in modo vago, bensì quello che Egli desidera da noi. Ovviamente per prima cosa dobbiamo portargli il nostro cuore, anche se miserello, perché Egli ci possa giocare, come un bimbo con la sua pallina. Che possa dire “è mia!”, e quindi può farci tutto quello che desidera: giocarci, nasconderla nella sua manina, o lasciarla lì ad aspettarlo. La pallina è un oggetto di poco conto, umile, il più umile di tutti i giocattoli, che diverte i bambini poveri, i semplici, gli umili. Gesù si è fatto Bambino per divertirsi con la sua pallina. Allora le circostanze in cui ci troviamo, le obbedienze, le necessità, sono frutto del Suo divino capriccio: Egli si diverte con le sue palline. Chissà se anche noi arriveremo a scrivergli: “Sono la tua pallina, giocaci come vuoi”!

La scuola del presepe

Ciascuno di noi sa, che se vuole essere esaudito deve anche mettere attenzione al come chiede. Spesso, tuttavia, si è meno attenti quando si dona, anche quando si offre ci vuole buona grazia affinché il dono sia gradito e bene accetto. Perciò è bene andare a scuola da chi conosce meglio il cuore ed i gusti di Gesù Bambino. Rivolgiamoci fiduciosi alla Mamma Celeste che ben conosce i gusti del suo Divin Figlio ed anche il modo di farlo gioire. Quella di Maria è sempre una bella scuola, quella stessa che ha voluto il Verbo per essere accolto sulla terra. Impariamo da lei l’umiltà che stupisce anche gli angeli, la dolcezza che conquista i cuori più derelitti, la fede che non teme nessuna prova, la carità senza limiti, la speranza che è già certezza di paradiso. Una Mamma sa che i bimbi bisogna lasciarli riposare: li si guarda dormire serenamente senza osare svegliarli. Forse una richiesta nella nostra letterina dovrebbe essere quella di imparare a non chiedere di svegliare il Re che riposa, di apprendere dalla Vergine la silenziosa adorazione nel contemplare Gesù addormentato. Anche noi adorando l’Eucarestia, Silenzioso Dio d’Amore, dovremmo esclamare con la nostra anima: «Non destate, non scuotete dal sonno l’amore, finché non lo desideri! » (Ct 2,7; 3,5; 8,4).
Tutta la Santa Famiglia è una scuola d’amore. Non dimentichiamo di chiedere come dono da offrire anche il silenzio amoroso di san Giuseppe. Egli che provvede nell’amore fattivo a quelli che ama, realizzando in questo modo la vera obbedienza alla Volontà divina. Alla scuola di Maria, pian piano anche noi impariamo a farci piccoli, a mettere sempre al centro la volontà di Dio, fino a quando anche noi ci immergeremo nel suo Cuore Immacolato, così che nasconda la nostra povertà nella sua purezza d’amore. E nascondendoci in Lei impariamo ad offrire – come in ogni Eucarestia – tutta l’umanità Concludendo, davanti al Presepio, affido ogni Annunziatina affinché attraverso il Cuore Immacolato di Maria, possa essere vicina al cuoricino di Gesù Bambino, così che ciascuna sia un’offerta gradita al Maestro Divino, Egli che è nato per insegnarci l’Amore di Dio. La sua Mamma, che ben conosce i gusti del suo amato Figlio, preparerà nel modo migliore ciascuna sua piccola figlia affinché il Bambino Divino ne gioisca e la illumini con ogni grazia d’Amore.

Don Gino