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“VA' E DI LORO CHE LE AMO”

 

È il titolo della raccolta di meditazioni che don Divo Barsotti ha predicato negli anni ‘48-’51 durante i ritiri mensili alle religiose dell’Opera Ritiri. Pubblicato per la prima volta nel 1955 è stato ora rieditato dalla Libreria Editrice Fiorentina.
L’incontro tra il mistico toscano e Mari Giubbi – le meditazioni sono frutto dei suoi appunti – avviene nel 1947. Ella ha già alle spalle tanti anni di attività apostolica e sociale. Fondatrice dell’Istituto religioso denominato “Opera Ritiri” morirà l’11 dicembre 1951. Questo il ricordo che ne conserva don Divo Barsotti suo padre spirituale: «Da quel momento io ebbi nelle mie mani la sua anima: si aprì con me con assoluta semplicità e con docilità pronta e generosa. Da quel momento io potei assistere a un progresso vertiginoso della vita di preghiera, della sua unione con Dio. Letteralmente la sua vita fu la preghiera incessante, viva che non la lasciava dormire nemmeno la notte». Il contenuto delle meditazioni testimonia che don Divo non cercava tanto di trasmettere una dottrina spirituale, quanto una dottrina narrata e incarnata nella sua esperienza personale: «Stamani domandavo al Signore che cosa dovevo dirvi perché proprio non lo sapevo. Chiamatemi pure stolto, ma vi dico quello che mi è parso; non saprei dirvi altro. Il Signore mi ha detto: “Di’ loro che le amo”. Ecco tutto il ritiro. È lui che vi parla. Mi sembra che bastino le sue parole e mi sembra che nulla di più grande e di più bello potrebbe esservi detto. L’amore particolare di Dio per ciascun’anima ecco il fondamento di ogni vita religiosa… La vostra vita religiosa non deve essere ricerca di una santità impossibile, impegno di un particolare apostolato, ma abbandono pieno e umile a lui. Egli ci ama. Tutto è luce. Siamo in Dio, Dio in noi. Questa certezza del suo amore infinito è il fondamento della vita religiosa, la sua causa, il suo effetto… Tutta l’attività dell’anima è credere a questo amore e abbandonarvisi. Come si può essere tristi? Come non essere nella gioia? Noi siamo immersi in Dio come i pesci nel mare. Egli ci penetra come la luce. Egli è qui ed è Lui che vi parla: “Di’ loro che le amo”. E allora tutta la vita sarà un continuo rinnovamento.

Non importa l’opera che facciamo, ma l’adesione a Lui con amore, l’unione nostra intima, intera e pura. Si è detto dunque che non l’opera è importante, ma il dono di sé. La sposa deve amare. Se questo amore esige un’opera, sarà operare con amore di sposa. Essenzialmente non abbiamo da far nulla all’infuori di amare. Abbiamo solo da donarci momento per momento, morire per far vivere Lui, lasciarci amare».

Rosaria G.