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LA COMPAGNIA DELLO SPIRITO

 

Nelle drammatiche settimane segnate dall’emergenza del corona virus, abbiamo imparato ad adattare non solo programmi e abitudini, ma anche il nostro modo di pregare e di “celebrare”. Sicuramente è emerso in noi, oltre al desiderio di nutrici dell’Eucarestia, quello di accostarci al Sacramento della Riconciliazione. Impossibilitati a farlo abbiamo riscoperto nella fede, la premura della Chiesa nell’offrirci altre modalità di perdono, ma anche la potenza risanatrice dello Spirito Santo, vero maestro interiore. Nel libro In compagnia dello Spirito, Edizioni San Paolo, don GIUSEPPE FORLAI ci offre un’introduzione utile riguardo alla direzione spirituale di cui ora, ancora più intensamente, ne comprendiamo il valore. L’opera nasce dall’esperienza dell’autore come direttore spirituale, vuole venire incontro con uno stile immediato e pratico sia a chi è in cerca di un direttore spirituale e desidera individuarne le caratteristiche, sia a chi è chiamato a offrire tale accompagnamento. Uno strumento indispensabile per chi si sente interpellato a essere un compagno di strada nella vita spirituale, ma anche per tutti i credenti in Cristo che hanno scoperto – magari a proprie spese – che senza un confronto si progredisce poco e a “zig zag”. Primo punto da chiarire è che cosa si intende per “spirituale”. La vita spirituale non si identifica con la preghiera, con l’esercizio della virtù o con la vita interiore: tutte queste attività scaturiscono da essa come la pioggia dalle nuvole. Non si tratta di una vita contrapposta a quella lavorativa o apostolica: c’è solo una vita integralmente vissuta in alleanza con il Signore. Per il cristiano la vita spirituale è “diventare fuoco”, ossia acquisire lo Spirito e lasciarsi trasformare da lui. Questo “fuoco” è donato dal Padre per il Figlio in una sorta di Pentecoste feriale e continua. Il cristiano, a differenza dell’uomo terreno e psichico, è percorso da un fremito d’Amore e tutto il suo procedere diviene un cammino di conformazione a Cristo: “Non son più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Cercando giorno dopo giorno di fare morire le opere della carne, assecondando i desideri dello Spirito quando fanno capolino nel suo cuore: la pace, la pazienza, la bontà,

la fedeltà, la mitezza, l’amore. Alle virtù che si raccomandano ad un direttore spirituale: la dottrina, la fortezza e la prudenza, seguono i compiti di chi chiede di essere diretto. Il tutto preparato e accompagnato da un clima di gratitudine, preghiera, schiettezza, pentimento. Fino a saper leggere quei segni che attestano come la direzione spirituale stia andando verso il meglio.

Rosaria G.