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ANNI E SANTITA'

Carissime Annunziatine,

per questo Nuovo Anno, che il Signore ci dona nel mistero infinito della sua misericordia, desidero invocare su ciascuna Annunziatina ogni bene e luce divina, affidandovi alle materne premure della Mamma celeste. Il 2020 si presenta a noi – in modo particolare – con due importanti appuntamenti: 1) i 60 anni di Approvazione Pontificia, che significano anche 60 anni dalle Prime Professioni delle prime Annunziatine; 2) l’inizio del Processo Diocesano di Canonizzazione per Antonietta Guadalupi. Le coincidenze possono essere singolari ma mai casuali poiché sono sempre segno della Provvidenza Divina. Possiamo dunque notare come nell’anno sessantesimo delle Prime Professioni cogliamo anche i frutti della santità in questo Istituto nella Famiglia Paolina.

Portare a perfezione

La professione dei Voti non è l’inizio della vocazione, è già una tappa: significa diventare ufficialmente e giuridicamente membri dell’Istituto, è fare promessa a Dio che proprio lì si desidera fare la sua volontà e raggiungere la santità, cioè portare a frutto i doni di grazia che Dio con abbondanza ci dona. I Superiori, a nome della Chiesa, riconoscono questo, dando come un suggello: «in nome della Chiesa … perché tu possa portare a perfezione la tua offerta associata al sacrificio eucaristico» (dal Rito delle Professioni). Sessanta anni devono ricordarci di far memoria di questo indispensabile impegno come Istituto e come singola Annunziatina. Ciascuna di voi deve considerare il suo sentiero di santità, che si tratti di uno o sessanta anni è secondario. Quello che conta è quanto la grazia di Dio ha operato in noi, o meglio quanto spazio abbiamo lasciato nella nostra vita all’azione dello Spirito Santo, affinché la nostra piccola offerta sia unificata a quella di Cristo e – preparata dalle mani sapienti e premurose della Mamma celeste – sia offerta gradita alla Trinità. Il Maestro Divino, Via Verità e Vita, è stato (e sarà anche in futuro) molto generoso in doni di grazia con la Famiglia Paolina. Questo lo si vede nei frutti di santità dei Paolini e delle Paoline, molto più che nelle opere dell’apostolato.

Santi nascosti e santi da altare

La santità di molte anime rimane nascosta e la loro santità la conosceremo solo in Cielo. Ma alcuni devono essere conosciuti affinché si possa dare sempre maggior gloria alla Trinità. Questo è il motivo per cui si propone alla Chiesa di riconoscere la santità esemplare di alcuni uomini e donne, oltre ovviamente al fatto di riconoscerli come intercessori dal Cielo. Ecco perché Antonietta Guadalupi viene proposta come modello di santità: chiediamo alla Chiesa e chiediamo anche a Dio di concederci questo dono. Con l’avvio del Processo Diocesano proponiamo Antonietta affinché la Chiesa riconosca la sua vita come colma di grazia divina ed esemplare di vita cristiana. Ovviamente si inizia un iter che non sappiamo quando e come si concluderà. Intanto dall’8 gennaio possiamo pregare Antonietta col titolo di “serva di Dio”. Il Primo Maestro propose molti anni fa Maggiorino Vigolungo come primo modello a tutti i Paolini, ma ancora aspettiamo che si concluda questo percorso. Non dimentichiamo ovviamente tutti gli altri venerabili paolini, anzi aspettiamo ancora di vedere anche la proclamazione di don Alberione santo.
Infatti oltre alla parte ecclesiale ed umana, deve manifestarsi quella divina: “se” e “quando” è nella sua volontà che questo si compia. Molti paolini e paoline rimarranno “santi sconosciuti” ed anche dimenticati dagli uomini, ma ugualmente danno e daranno gloria a Dio in Cielo. Santi nascosti, ma ugualmente santi che raggiungono il grado di gloria cui Dio ci ha destinati. Questo vorrei poterlo dire di ogni Annunziatina, che ognuna sia come un cristallo purissimo in cui la luce divina si rifrange in splendore lasciandosi penetrare e rifrangendo a sua volta in luce e colori di grazia e amore divino.

Tempo di grazia… e tempo che passa

Allora ripensando a questi sessanta anni, a quante anime di Annunziatine già hanno raggiunto la Patria celeste, bisogna esclamare: quanti amici abbiamo già in Cielo! E quante belle anime sono ancora lungo la via… sulla strada diritta e sicura che il Primo Maestro ci ha indicato. Di quante grazie dobbiamo ringraziare la misericordia divina in questi anni! Ma sessanta anni di storia ci costringono anche a fare un altro esame: stiamo invecchiando. Non è un problema di cui rattristarci: è solo il segno di essere nate prima. Anche se questo significa non riuscire più a fare apostolato come prima, che gli incontri mensili vedono ridotte le partecipazioni, che anche agli Esercizi Spirituali le presenze diminuiscono. Adesso è la stagione dei frutti per tante Annunziatine, non è più il tempo dei fiori e delle promesse. La stagione dei frutti per l’uomo è quella in cui ci si presenta al Padre. Dio desidera anime ardenti di amore. Quello è il frutto che cerca. Se diminuisce il desiderio di santità, se il nostro cuore si intiepidisce dell’amore di Cristo… Quello sì che è un problema di cui preoccuparsi! Ci preoccupa che ci siano poche vocazioni, come per tutti del resto. Ma non è il numero a doverci preoccupare e neppure le qualità umane. Quello che è importante è che le Annunziatine siano sante: cioè innamorate di Dio, docili alla sua volontà, trasparenti dell’amore di Cristo, che si lascino guidare da Maria… tutto il resto è secondario. Allora questa coincidenza di 60 anni e l’inizio del processo per la canonizzazione di Antonietta sono un segno di speranza: che siano tante le Annunziatine sante! Siamo chiamati alla santità… e abbiamo risposto di sì. Altri ci seguiranno su questa via.

Don Gino