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Nel corso della sua esistenza Maria avrà certamente parlato tante volte, ma i vangeli canonici riferiscono solo sei circostanze in cui ha preso la parola. Sei è un numero simbolico e pertanto, come tale, da “scavare” nel suo significato più profondo, come del resto è avvenuto per le sette parole di Gesù in Croce. FRANCESCA COCCHINI, professoressa Ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università “La Sapienza”, nel libro Le sei parole di Maria (Edizioni Dehoniane) commentandole traccia un vero e proprio itinerario di vita cristiana. “Come sarà questo?” è la prima delle domande che incontriamo nei Vangeli. Di fronte all’annuncio della primaria ed essenziale vocazione comune a ogni credente, di generare il Figlio di Dio, non ci si può esprimere che con la meraviglia e il timore.
In ogni momento, se si vive attenti alla sua voce, in un costante rapporto con Lui, ci si accorge che Egli continuamente indica a ciascuno come percorrere la storia. Il confronto tra quello che il Signore ci indica e la nostra realtà, deve generare certamente la consapevolezza del nostro “non” ma anche la fiducia che nulla è impossibile a Dio.
Nel Fiat generativo di Maria come in quello imperativo del Dio della Creazione: “e Dio disse sia la luce e la luce fu”, la Parola si compie, si fa!
Il viaggio che Maria intraprende verso la casa di Zaccaria che sfocerà nel canto del Magnificat, non serve a Elisabetta ma a Maria. Le parole di Elisabetta tendono a confermare la fede della Vergine di Nazareth: “beata colei che ha creduto”. Da queste parole Maria fu resa più forte nella sua fede. Fede che dovrà attraversare anche la prova dello smarrimento di Gesù dodicenne al Tempio di Gerusalemme. Maria parla al plurale: “Figlio, perché ci hai fatto così?” Maria è andata avanti nella sua esperienza, è cresciuta nella sua vocazione, ha preso coscienza che quanto la riguarda la mette in una condizione di corresponsabilità, di partecipazione con la vita degli altri. È la stessa esperienza di Abramo, di Mosè e di tutti i profeti. Il negativo, le difficoltà, il buio, la crisi, la perdita di senso… vanno vissute entrando nella dimensione del Padre, come Gesù ci indica. |