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Noi crediamo che Gesù Cristo è nato e che questo è un annuncio che ci fa tripudiare di gioia. Non c’importa della cornice temporale di questa gioia: ne ringraziamo certo il Signore.
Lo ringraziamo di esser nati in una civiltà dove il Natale scuote i cuori di tutti, anche degli atei.
Lo ringraziamo di essere nati in una civiltà dove il Natale fa fiorire la gentilezza del dono, il sorriso reciproco, la bellezza della mensa.
Lo ringraziamo per questo: ma anche se fossimo in un deserto, nella solitudine più squallida e non avessimo la gioia del dono, dell’amico, della mensa, per noi questo giorno e quest’ora scoccherebbero come un annuncio di gioia che vince il mondo e sfida tutte le tristezze.
Le parole di Ernesto Balducci ci sembrano quanto mai indicate per noi, che vivremo questo Natale in un clima di restrizioni. Le Edizioni San Paolo, hanno pubblicato con il titolo La nostra infanzia e altre omelie sul Natale (1955-1976) le riflessioni di questo sacerdote toscano, a suo tempo impegnato in prima linea nella riflessione sul cattolicesimo sociale.
Come don Milani anche lui verrà condannato per apologia di reato in seguito alla difesa dell’obiezione di coscienza. Negli anni Settanta e Ottanta la sua riflessione si sposta sul destino dell’uomo e sull’impegno per la pace. Al ritorno di ogni Natale la sua parola si fa vibrante, eco della sua appassionata fede: Dio ormai si presenta agli uomini come uomo. E questo evento non è un episodio destinato alla fruizione del nostro sentimento religioso. È un segno permanente. E il Signore lo ripeterà lungo la sua via di predicazione.
In fondo il Mistero del Natale ci dice che se un uomo vuol convertirsi al Dio di Gesù Cristo, dovrà innanzitutto convertirsi all’uomo.
Occorre che il Natale si manifesti nel suo significato più profondo, che è quello della carità: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito».
E la nostra vita se vuol dirsi cristiana deve riprodurre questo amore, nel solo modo sostanziale: amando gli altri come il Signore ha amato noi. Dobbiamo amare gli altri con un amore senza misura, dobbiamo riempire del nostro amore le realtà in cui viviamo.
Ecco il Signore che aspetta il suo Natale. Che il suo Natale si prolunghi!
Rosaria G. |