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LE DISTANZE DALL’AMORE
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Carissime Annunziatine, è bello contemplare le “distanze” nel mistero dell’Incarnazione che vediamo nel presepe. Ma le distanze da Gesù, che è il Verbo di Dio, non vanno misurate con il centimetro: l'unica unità di misura è l'amore. Infatti “ubi Caritas est vera, Deus ibi est” (cfr. Messa in Cena Domini) perchè Dio è amore (1 Gv 4,8). Vedendo le figure nel Presepe dovremmo anche chiederci: a che punto sono io, quanto sono distante da Gesù? Quest’anno sono giunto più vicino dello scorso anno? Possiamo comprendere meglio questa distanza osservando i personaggi nel presepe e la loro vicinanza al Bambinello. La più vicina Ovviamente la distanza minore (non c’è gara!) è quella tra Gesù e Maria. Gesù è tutto in lei, Maria è tutta di Dio e in Dio. Nella Vergine Immacolata, per singolare dono di grazia non c’è nulla che non sia di Dio. Ella non cerca, non desidera nulla che non sia di Dio. Tutta la sua volontà, tutto il suo amore: dov'è il Figlio lì c'è Maria. Anche sotto la Croce è sempre la più vicina! Per l’amore è talmente vicina che la lancia che trafigge il costato di Gesù trafigge pure l’anima della Madre, come le predisse Simeone! Inarrivabile per le nostre forze, ma anche nostro modello oltre che nostra madre. Non potremo mai giungere sotto la croce con Maria se non la imitiamo nel generarLo in noi, solo così potremo donarLo e testimoniarLo agli altri. Quelli che adorano Dio in terra Poi viene san Giuseppe: umanamente nessuno può essere più vicino di lui. Vive totalmente per questo Figlio che sconvolge i suoi progetti. Con Maria nel presepe “adora” il Bambino. Anche per san Giuseppe la distanza va misurata con l’amore e con la fede. Se potessimo raggiungere e amare Gesù come l’ha amato Giuseppe! Umanamente ma anche spiritualmente. Anche lui, su questa terra non ha potuto vedere se non con gli occhi della fede e dell’amore. |
Eppure il suo “sì” alla volontà di Dio si è realizzato facendo tutto per Gesù. Il suo “sì” a Dio si è realizzato nel silenzio, anche quello della fede. Quando c’è la notte della fede è l’amore che ci porta oltre. Nel Presepe vediamo san Giuseppe ben visibile e fermo, ma tutta la sua vita è stata un agire umanamente per il Figlio di Dio, nascondendosi nel silenzio perché fosse manifesto solo il Verbo di Dio. Quanto dobbiamo imparare alla sua scuola! Ora possiamo misurare quanto sono vicini gli angeli. Non sarà mai un vero Presepe cristiano quello che non considera gli angeli. Gli angeli sono messaggeri e servi di Dio che sempre adorano e lodano dov’è Dio. E quando il Verbo è in terra, nel Presepe vengono ad adorarlo lì. Quando il Figlio di Dio è nell’Eucarestia lì lo adorano. Come si fa ad imitare gli angeli? Essi sono esseri spirituali, sono esseri di luce e sempre sono alla presenza di Dio, mentre noi siamo carne e sangue oltre a vivere la fatica della fede. Non dimentichiamo però che tutta la Liturgia ci invita a partecipare alla lode e al servizio divino degli angeli. Proprio a Natale siamo invitati a cantare con loro “Gloria in Excelsis et pax hominibus”. I personaggi simbolici Ancora bisogna parlare dei pastori e dell’asinello, del bue e della culla… (ci sono anche tutti gli altri personaggi, ma potete continuare con lo stesso metodo). Ma la culla non è un personaggio! È vero, ma i pastori vi possono riconoscere il nato Messia: perché «troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Oggi Gesù non cerca una culla, bensì il nostro cuore che deve farsi accogliente perché Maria ve lo possa adagiare. Luca parla di “mangiatoia” e Betlemme significa “casa del pane”. Il Verbo di Dio vuole essere mangiato perché è nostro cibo e nostra vita. È nell’Eucarestia che lo mangiamo: qui possiamo misurare l'amore! Se ci nutriamo dell’Eucarestia con amore allora porterà frutto abbondante. Come gli angeli dobbiamo adorarlo nell’Eucarestia, ma con amore lo dobbiaiamo ricevere, perchè ponga la sua dimora in noi. Quelli che sono per strada Ed eccoci ai pastori. Con loro si passa ai personaggi del Presepe che devono camminare per avvicinarsi a Gesù. Gesù è venuto nel mondo, ma noi dobbiamo andare a Lui. È diventato uomo perché l’uomo partecipasse della sua natura divina. I pastori sono i primi ad andare da Gesù: ricevuto l’annunzio dai celesti messaggeri nella notte vanno a trovarlo. Qui sta la misura dell’amore! Non basta andare da Gesù: si può andare per curiosità, per obbligo, per caso... Ma si rimane distanti anche quando Gli siamo di fronte o accanto. Don Gino
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