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RIPRENDERE IL CAMMINO

 

Carissime Annunziatine,

quest’anno un prolungato tempo di sospensione sociale ci ha sorpresi. Da marzo le consuete programmazioni sono saltate: a causa della pandemia le attività dei Gruppi (per non parlare delle parrocchie e delle scuole) sono state sospese, o almeno rallentate. Purtroppo sono venuti a mancare i corsi di Esercizi Spirituali, e anche se si è provveduto ad inviare meditazioni per scritto, è comunque mancato un importante momento vitale dell’Istituto. Con settembre inizia un nuovo anno sociale che sarà ancora segnato dagli effetti e postumi della pandemia, anche se speriamo non in una forma sociale così pesante. Purtroppo oltre ai problemi sanitari, si faranno sentire anche quelli economici e sociali come conseguenze di tutto questo. Al momento sono in gran parte imprevedibili, anche perché si tratta di una situazione mondiale. La maggior parte di noi sperimenterà solo effetti locali. Non illudiamoci, non sarà più come prima, questa crisi sanitaria mondiale lascerà un segno molto a lungo, sia dal punto di vista sanitario che economico, sociale... ed anche spirituale.

Tempo per ripartire

Ma è tempo di ripartire, di riprendere il cammino, sociale e soprattutto spirituale. La speranza cristiana ci chiede di andare avanti senza scoraggiarci e diventando segno di speranza per coloro che ci incontrano.
Questa crisi socio-sanitaria dovrebbe ricordarci che comunque siamo in cammino verso la Patria Celeste, e in questa prospettiva ridimensionare tutto quello che accade. Gesù ci ha promesso che non ci abbandonerà mai e che sarà sempre con noi (ma non ci ha promesso che la via su questa terra sarà tutta rose e fiori, ma sofferenze e croci da offrire a Lui per la salvezza del mondo).
Ripartire significa avere sempre la stessa destinazione, la stessa meta, ma impegnandoci a percorrere una nuova tappa. Ogni tappa è semplicemente una parte dell’unico percorso della nostra vita: ogni anno dopo ogni corso di Esercizi si riparte per un nuovo anno di cammino spirituale; ogni anno scolastico è una tappa di un percorso di istruzione.

A volte invece ripartire significa riprogrammare il percorso, cioè le tappe di questo cammino. Perché le forze, o difficoltà, non permettono di mantenere gli stessi impegni, oppure nuove opportunità permettono di aumentare l’impegno di quanto ci proponiamo di fare.
Ripartire significa non arrendersi, ma riprendere il cammino secondo le nostre capacità in questo momento. Questo tempo di sospensione sociale ed anche religioso ci ha costretto a ripensare, per qualcuno anche a correggere la mira del proprio percorso di vita.
Da ragazzo mi citavano questo proverbio: “Quando si rompono le ossa si aggiusta l’anima”. A volte la vita costringe a riconsiderare quello che si lasciava da parte. Negli ultimi mesi, a causa di questa pandemia, molte persone si sono dovute confrontare con Dio e con i valori spirituali che avevano lasciato da parte.

Rinnovare le decisioni

Ma per noi non è così, non si tratta di cambiare le nostre priorità, di cambiare il nostro cammino di vita. Per noi è stata un’occasione per rafforzarci nelle nostre scelte: Dio era già al primo posto. Dobbiamo solo rinnovare la nostra decisione, quella che abbiamo già preso. Non abbiamo potuto fare gli Esercizi, ma in fondo ogni corso di Esercizi Spirituali ci chiede di fare proprio questo.
Riprendere il cammino, dunque, coscienti che tante cose sono utili non indispensabili. I Ritiri, gli Esercizi, anche le celebrazioni domenicali sono importanti… ma se manca il personale desiderio di farsi santi, sono tutte occasioni che rimangono scolorite e scarsamente efficaci.
Non sappiamo quali sorprese ci porterà l’anno che verrà, lo accogliamo con la speranza che ci viene dalla fede: avanti!
Ma le difficoltà si inseriranno nella situazione che già viviamo. Con realismo dobbiamo ammettere che i Gruppi stanno vivendo già grandi difficoltà per l’età avanzata delle sorelle, la condizione di salute che inevitabilmente peggiorano. Alcuni gruppi si troveranno a dover rinunciare ancora a riunirsi, oppure per prudenza a numeri di presenze esigui. Non scoraggiamoci e avanti!

Rinnovare l’attenzione

In questa situazione invece raccomando una rinnovata attenzione ai bisogni degli altri. Sentire le sorelle del gruppo telefonando un po’ di più, o per alcune sorelle che non sono facilmente raggiungibili mandare qualche, ormai arcaica, cartolina. Le sorelle più anziane rimpiangono gli scritti che lasciano qualche oggetto in mano.
Sempre nella carità, sarà bene porre con delicatezza e attenzione anche alle necessità concrete ed economiche delle sorelle Annunziatine, ma anche dei nostri parenti e di coloro che sono il nostro prossimo. Nel prossimo anno la crisi economica lambirà molti.
Spesso la delicatezza della carità che giunge per tempo risparmia situazioni peggiori se lasciate precipitare. I problemi non sono mai solo economici, sono sempre legati a solitudini, incomprensioni o quasi sempre a scoraggiamenti.
La speranza cristiana ci chiede di prestare la carità con delicatezza e intelligenza, a partire dalla preghiera. Che non solo è efficace ma incoraggia sapere che c’è chi prega per chi si trova in difficoltà.
Le suore di clausura non possono andare a trovare i bisognosi, ma sono molti che chiedono preghiere alle claustrali per non sentirsi abbandonati: pregare per gli altri con fede – quando non possiamo fare di più – è carità che ottiene grazie dal Cielo. Se possiamo dare anche un aiuto economico o di vicinanza è necessario fare anche quello, secondo le proprie possibilità.
Infine chiedo una preghiera per la Società San Paolo come Provincia Italia e Congregazione tutta. Il nuovo Provinciale, don Gerardo Curto, ci chiede preghiere per la situazione non facile. Nei prossimi mesi avremo due Capitoli Provinciali e dopo Pasqua un Capitolo Generale.
In questo momento storico ed ecclesiale così delicato è necessario chiedere al Maestro Divino e alla nostra Regina degli Apostoli grazie, illuminazioni, affinché tutta la Famiglia Paolina possa riprendere con rinnovata gioia, il cammino e l’apostolato che Dio, tramite il Fondatore, ci ha affidato nella Chiesa e nel mondo di oggi.

Don Gino