“rivoluzionaria” contenuta nella descrizione delle numerose figure femminili che il Testo Sacro ci presenta.
Suor Filippa nella sua disamina contestualizzata di donne tanto diverse, soprattutto nell’A.T. ci ha introdotto in situazioni “storiche” problematiche, difficili, a volte drammatiche, causate “quasi sempre dalle infedeltà, allontanamenti e ritorni più o meno duraturi” (E. Bosetti, Donne della Bibbia, Cittadella Editrice) del popolo d’Israele nei confronti del suo Dio. Con personalità e ruoli diversi esse sono attraversate da una caratteristica comune: una fede incrollabile nel Dio d’Israele e la certezza del suo intervento per risolvere situazioni umanamente impossibili.
Ne abbiamo un esempio nella descrizione della figura di Ester, l’ebrea deportata in un paese straniero, timida e paurosa nascosta tra le pieghe del palazzo del potere, è colei che ribalta le sorti per un piano misterioso di Dio. Con la sua bellissima preghiera che tutti conosciamo tocca il cuore dell’Onnipotente che interviene con il suo aiuto e fa sì che venga sconfitto il disegno del malvagio che voleva sterminare il suo popolo.
Così pure la bellissima Giuditta, resa celebre da numerosi artisti, viene introdotta verso la fine del racconto con una frase che dà senso a tutto questo studio: “Basta una sola “credente” per cacciare il nemico” (Siate Perfetti, Nov. 2018, pag. 556).
Armata di una fede incrollabile, servendosi del suo fascino e della sua astuzia diventa abile tessitrice di una trama che la conduce ad un obiettivo quasi impossibile: sconfiggere il potente esercito nemico così che il suo popolo, in deficit di armi e di mezzi militari, si salvi. L’emblema della sconfitta del male che assume connotati devastanti, a livello individuale e sociale, di fronte al quale ci si sente quasi schiacciati. Fede e preghiera sollecitano l’intervento divino, accanto all’impegno personale e alle doti umane che diventano strumento umile su cui Dio agisce in modo efficace nella storia.
L’incontro con Debora e Abigail mi ha molto colpito perché il loro difficile compito di risolvere conflitti mi tocca sicuramente da vicino proprio perché nelle piccole comunità in cui molte di noi vivono, conflitti, faide, vendette si verificano, purtroppo, con una certa frequenza, lacerando famiglie e comunità, compromettendone il tessuto sociale e la pacifica convivenza.
È bello pensare a Debora che, seduta sotto la palma, ascolta e costruisce rapporti di pace tra le persone come pure Abigail che con pazienza intelligente, intuito e capacità di dialogo evita una vendetta crudele, sanguinosa che aveva in sé il germe di conseguenze nefaste per una intera comunità.
Quanto somigliano queste storie a tante situazioni di oggi … quanta attualità esiste in questi racconti … e quale immenso contributo hanno dato queste donne alla salvaguardia dell’identità del loro popolo e alla costruzione della pace!
Per me è stata una grande occasione di approfondimento della Sacra Scrittura, soprattutto di alcune parti che conoscevo in modo un po’ superficiale aiutandomi a leggere la storia di oggi con le lenti della fede, cioè con gli occhi di Dio.
Vere e preziose sono le parole di S. Gerolamo: «Ignorare la scrittura è ignorare Cristo stesso».
Ringrazio l’Istituto per aver scelto questo argomento e ringrazio suor Filippa, una “donna” che ha svolto con competenza e vigore questo compito.
Chiara O.