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“BASTA UNA SOLA CREDENTE
PER SCONFIGGERE IL NEMICO ”

La presenza delle donne nella bibbia

 



C’è un pregiudizio che condiziona il possesso di una visione corretta della figura femminile nella Bibbia. La narrazione del peccato originale, commesso dalla prima donna e dal primo uomo quando, interpretato in senso letterale, tende ad offuscare le significative figure femminili dell’Antico e del Nuovo Testamento, che hanno avuto una grande importanza nella storia della salvezza. Questo è sicuramente frutto di ignoranza (= non conoscenza) dei testi biblici e soprattutto della mancanza di uno studio approfondito per una giusta comprensione e interpretazione.
Lo studio proposto dall’Istituto negli ultimi tre anni sulla circolare “Siate Perfetti” curato in modo mirabile da suor Filippa Castronovo con la sua breve ma utilissima traccia, ci ha aiutato a introdurci in modo chiaro ed esaustivo nell’universo femminile trattato nei testi sacri. C’è talmente tanto da apprendere e da approfondire in questa lettura teologica degli avvenimenti che vedono protagoniste le donne, che ci vorrebbe ancora tanto tempo per arrivare a capire il messaggio che i testi biblici trattati in questa occasione vogliono consegnarci.
In questa lunga carrellata tra Antico e Nuovo Testamento incontriamo le donne più diverse, da quelle più umili, nascoste nella semplicità della vita quotidiana ad altre con ruoli di grande rilevanza che, in modo misterioso ma reale, riescono a rovesciare situazioni difficili, compromettenti, pericolose per il popolo d’Israele cambiandone le sorti attraverso una grande fede, profonda preghiera e un intelligente discernimento.
Per me che purtroppo colpevolmente conosco poco la Scrittura, l’essermi accostata a questo tema è stata una scoperta entusiasmante e coinvolgente al tempo stesso e sono giunta a fare due importanti considerazioni: innanzitutto la consapevolezza, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto sia importante prendere sul serio quella “ruota” del carro paolino (= lo studio) che ci permette di accostarci in modo intelligente e consapevole alla “fonte della conoscenza”; in secondo luogo mi ha condotto a capire tutta la carica

“rivoluzionaria” contenuta nella descrizione delle numerose figure femminili che il Testo Sacro ci presenta.
Suor Filippa nella sua disamina contestualizzata di donne tanto diverse, soprattutto nell’A.T. ci ha introdotto in situazioni “storiche” problematiche, difficili, a volte drammatiche, causate “quasi sempre dalle infedeltà, allontanamenti e ritorni più o meno duraturi” (E. Bosetti, Donne della Bibbia, Cittadella Editrice) del popolo d’Israele nei confronti del suo Dio. Con personalità e ruoli diversi esse sono attraversate da una caratteristica comune: una fede incrollabile nel Dio d’Israele e la certezza del suo intervento per risolvere situazioni umanamente impossibili.
Ne abbiamo un esempio nella descrizione della figura di Ester, l’ebrea deportata in un paese straniero, timida e paurosa nascosta tra le pieghe del palazzo del potere, è colei che ribalta le sorti per un piano misterioso di Dio. Con la sua bellissima preghiera che tutti conosciamo tocca il cuore dell’Onnipotente che interviene con il suo aiuto e fa sì che venga sconfitto il disegno del malvagio che voleva sterminare il suo popolo.
Così pure la bellissima Giuditta, resa celebre da numerosi artisti, viene introdotta verso la fine del racconto con una frase che dà senso a tutto questo studio: “Basta una sola “credente” per cacciare il nemico” (Siate Perfetti, Nov. 2018, pag. 556).
Armata di una fede incrollabile, servendosi del suo fascino e della sua astuzia diventa abile tessitrice di una trama che la conduce ad un obiettivo quasi impossibile: sconfiggere il potente esercito nemico così che il suo popolo, in deficit di armi e di mezzi militari, si salvi. L’emblema della sconfitta del male che assume connotati devastanti, a livello individuale e sociale, di fronte al quale ci si sente quasi schiacciati. Fede e preghiera sollecitano l’intervento divino, accanto all’impegno personale e alle doti umane che diventano strumento umile su cui Dio agisce in modo efficace nella storia.
L’incontro con Debora e Abigail mi ha molto colpito perché il loro difficile compito di risolvere conflitti mi tocca sicuramente da vicino proprio perché nelle piccole comunità in cui molte di noi vivono, conflitti, faide, vendette si verificano, purtroppo, con una certa frequenza, lacerando famiglie e comunità, compromettendone il tessuto sociale e la pacifica convivenza.
È bello pensare a Debora che, seduta sotto la palma, ascolta e costruisce rapporti di pace tra le persone come pure Abigail che con pazienza intelligente, intuito e capacità di dialogo evita una vendetta crudele, sanguinosa che aveva in sé il germe di conseguenze nefaste per una intera comunità.
Quanto somigliano queste storie a tante situazioni di oggi … quanta attualità esiste in questi racconti … e quale immenso contributo hanno dato queste donne alla salvaguardia dell’identità del loro popolo e alla costruzione della pace!
Per me è stata una grande occasione di approfondimento della Sacra Scrittura, soprattutto di alcune parti che conoscevo in modo un po’ superficiale aiutandomi a leggere la storia di oggi con le lenti della fede, cioè con gli occhi di Dio.
Vere e preziose sono le parole di S. Gerolamo: «Ignorare la scrittura è ignorare Cristo stesso».
Ringrazio l’Istituto per aver scelto questo argomento e ringrazio suor Filippa, una “donna” che ha svolto con competenza e vigore questo compito.

Chiara O.