3. […] Che il culto al Divin Maestro sia sempre più conosciuto e praticato. Oh, potessimo noi entrare nella mente di Gesù, nel cuore di Gesù, nello spirito di Gesù! Allora saremmo davvero docibiles Dei (cfr. Gv 6,45: «Ammaestrati da Dio») e comprenderemmo che il Crocifisso, l’Ostia, il Vangelo, sono veramente le nostre consolazioni: il Crocifisso che ci ricorda la redenzione, poiché dal Crocifisso siamo stati redenti; l’Ostia in cui Gesù ci dà tutto se stesso; il Vangelo che contiene la dottrina di Gesù Cristo che noi dobbiamo dare al mondo. Ecco le consolazioni della Paolina!
4. Che si diffondano molto queste Giornate del Vangelo e che in esse si venga a una conclusione pratica. Questa conclusione non deve consistere soltanto nel cercare che in ogni famiglia entri il Vangelo, ma ottenere questi due effetti: 1) che si detesti ogni dottrina contraria al Vangelo, in qualunque modo venga data; si rinunci ad ogni errore, sapendo bene che nel mondo il diavolo semina tanti errori, anche in pubblico, sfacciatamente: «I figli dell’errore sono spesso più prudenti dei figli della luce» (cfr. Lc 16,8). Si deve ottenere questo: che si condanni l’errore, l’eresia, la lotta contro la Chiesa. 2) Che si aderisca alla verità e quindi si legga ciò che è buono, non ciò che è cattivo, i giornali buoni, non quelli cattivi, che si ascolti il Papa, i vescovi,i parroci, in modo che si sia veri discepoli di Gesù Cristo.
Il modo pratico di celebrare la Giornata del Vangelo varia: vi dev’essere però sempre la parte dell’istruzione, quella dei propositi e quella della preghiera.
Preghiamo per ottenere la grazia di imparare lo spirito del Vangelo come lo imparò Maria; che lo possiamo penetrare, meditare, portare nel nostro cuore come Maria penetrava, meditava, portava nel suo cuore le parole di Gesù; che possiamo diffonderle, comunicarle agli altri.
Ad imitazione di Maria che diede Gesù al mondo, noi dobbiamo dare al mondo la dottrina di lui contenuta nel Vangelo. Chiediamo questa grande grazia per intercessione della Madonna. E chiediamo soprattutto di conoscere sempre il Maestro divino e di progredire nella sua intimità.
LA CARITÀ SPIRITUALE
ESERCITATA PER
L’APOSTOLATO-STAMPA (…) Chi è zelante nell’apostolato, certamente ha carità verso le anime, perché lo zelo è una conseguenza della carità. Il santo che oggi onoriamo (S. Giovanni Canzio) (Giovanni Canzio o da Kenty (1390-1473), sacerdote polacco, docente di teologia; notevole per la sua carità verso i poveri) fu zelante nella scuola, sul pulpito e nelle opere di carità materiali. Fu anche parroco e nell’esercizio del suo apostolato, non dimenticava nessuna delle pecorelle a lui affidate. Per esercitare la carità verso le anime, dovette riguardare l’apostolato non sotto l’aspetto materiale, ma sotto quello spirituale. Considerate la tipografia come la vostra sala d’insegnamento; la macchina come il pulpito; la carta, i caratteri, gli inchiostri come strumenti dati da Dio per esplicare le vostre attività. Oggi “la donna associata allo zelo del sacerdote” può fare molto bene, servendosi di questi mezzi. Guai a noi se non ce ne serviremo! Non basta dire: Non ho commesso peccati. Anche S. Paolo diceva di non sapersi in peccato, tuttavia sentiva in sé il dovere gravissimo di predicare. L’apostolato, riguardo la diffusione, sia fatto nel modo più perfetto possibile. Bisogna dare grande importanza agli abbonamenti.
Direte: “Ma non ci ha detto che nella propaganda dobbiamo aver cura delle vocazioni e dell’opera delle Messe? ” [ndr: presso la Società San Paolo è istituita fin dal 1922, l’Opera delle Messe Perpetue, celebrate ogni anno dai sacerdoti della Società San Paolo per tutti i Cooperatori paolini e gli altri iscritti vivi e defunti. Tale opera è stata voluta da don Alberione come segno di riconoscenza verso tutti coloro che aiutano gli apostolati della Famiglia Paolina]. Sì, ma voglio dire che, dopo queste due opere, nel vostro apostolato, hanno il primo posto gli abbonamenti. In secondo luogo vengono le biblioteche, la festa del Vangelo. Nell’apostolato si guardi a ciò che lo rende stabile. Talvolta si crede ben fatto allorché si riceve l’offerta-prezzo e si rilascia il libro. No: in apostolato vi è tanto pericolo che si perda di mira l’essenziale per l’apostolato. Esaminatevi in questo e, se vi trovate mancanti, fatene materia di accusa sacramentale. Si curi inoltre l’opera catechistica; l’accennammo quando si parlò dell’opera del Vangelo, quindi ce ne asteniamo ora. S. Giovanni Canzio rinunziò alla parrocchia per paura di non salvarsi. Questa è forte lezione per noi. Dobbiamo tener presente che Dio ha posto nelle nostre mani un gran mezzo di bene e se saremo umili ed ascolteremo le ispirazioni che partono dal tabernacolo, faremo consolanti progressi. Il nostro apostolato dovrebbe mirare a fornire il pane della parola di Dio a tutte le anime.
A chi fa la meditazione quotidiana sarebbe bene dare il Vangelo, l’Apparecchio alla morte [Alfonso M. de’ Liguori, Apparecchio alla morte, P.S.S.P. Alba, 1920] o qualche altro libro di lettura spirituale. Se vediamo che una persona non arriva a questo, serviamoci allora dell’abbonamento che sarà per essa come pane quotidiano. Si può anche offrire il Bollettino parrocchiale che, distribuito ogni settimana o almeno una volta al mese, è un nutrimento non casuale per le anime. La Chiesa spezza il pane ai poveri per mezzo dell’opera catechistica. Bisogna perciò dare molta importanza a quest’opera. Il Signore ci lascerà nella penuria materiale se noi trascureremo le anime: temiamo! Sarebbe utile a novizie e professe, ma specialmente alle prime, penetrare e vivere sempre più questo spirito. Io temo molto per il deviamento nell’apostolato e specialmente per lo spirito che bisogna conservare in esso. È necessario pensare sovente a ciò: i piccoli domandano il pane (cfr. Lam 4,4)! Chi sono i piccoli? Sono i bambini, non solo, ma anche quanti mancano di istruzione religiosa o sono indietro nella pratica delle virtù cristiane. Circa metà del genere umano ha ancora bisogno di nascere alla vita cristiana. Di conseguenza è importantissimo per voi mantenervi nello spirito della Congregazione. Per voi la carità spirituale ha tre mezzi: redazione, tecnica, propaganda. Per la redazione è necessario lo studio e l’esercizio. In quest’anno ed anche nei precedenti, avete fatto qualche passo utile. Anche nella tecnica si può notare una diligenza notevole. La propaganda la praticate con zelo e va bene; tuttavia si richiede in essa più intelligenza che azione. Dovete mirare sempre a ciò che nutre di più le anime e nel modo più adatto per poter dare loro il pane quotidiano della divina parola, giacché «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Il Signore vi faccia sapienti come S. Paolo. È grazia veramente singolare avere innanzi a noi un modello robusto di parole e fecondo di opere come il nostro S. Paolo. Il suo cuore era largo talmente da poter contenere tutti gli uomini.
Pensiamo al cuore ed allo spirito del nostro Padre.
Quelle che fanno la Visita di due ore chiedano la grazia di essere ferme nell’indirizzo della vocazione: vi si corrisponda così da ricevere adeguato premio alla fine del proprio corso. Stiamo bene nella volontà di Dio: eseguiamola in tutto con timore filiale, se vogliamo ch’egli faccia la nostra e ci dia il Paradiso.
Beato Giacomo Alberione
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