![]() |
MIRIAM: SORELLA DI MOSÈ,
PROFETESSA E GUIDA DEL POPOLO
Mosè cresce e Miriam sembra scomparire dalla scena. Appare all’uscita del popolo dal mar Rosso, pronta a interpretare il passaggio dal mare come salvezza operata unicamente da Dio (YHWH, che significa “Dio salva”) cui spettano la gloria e la riconoscenza. Per questo invita il popolo a lodare Dio, l’unico vero salvatore. In questo testo emergono il suo nome e il suo carisma: “Miriam, la profetessa, sorella di Aronne”. È interessante notare che non si indicano i ruoli tradizionali vissuti dalle donne: non si dice è “moglie di” (cfr. Gdt 8,2) o “madre di”. Miriam, inoltre, è profetessa non perché sorella di Mosè e di Aronne, ma perché interpreta la storia alla luce di Dio e conduce il popolo che “credette in Dio e in Mosè” (cfr. Es 41,1) a lodare solo Dio. Lo libera così dalla tentazione di attribuire a Mosè, che è solo strumento docile nelle mani di Dio, un ruolo di salvatore. Certezza che si fa canto di lode: Miriam intona per loro il ritornello: «Cantate al Signore, perché ha mirabilmente trionfato: cavallo e cavaliere ha gettato nel mare!» (Es 15, 21). I sentimenti di meraviglia e lode espressi da Miriam nel canto costituiscono la preghiera di molti salmi (cfr. ad es.: Sal 146; 149,3). Quando avvenne l’Esodo, Mosè aveva 80 anni (cfr. Es 7,7; Atti 7,23-30). Miriam, che era più grande, ne aveva circa 90. A questa età, invita alla lode, danza e fa danzare: «Allora Miriam, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con danze» (Es 15,15). Miriam è la prima donna della Bibbia che canta e danza per Dio. Tra gli ebrei salvati dalle acque c’erano bambini, giovani e fanciulle. Fu lei, però, l’anziana del popolo, a prendere il tamburello, intonare il canto, a iniziare la danza e a trascinare con sé le altre donne. L’inno compreso in Es 15,1-8 è attribuito a Mosè mentre a Miriam sono attribuiti i due versetti del ritornello (cfr. Es 15,20-21). Nella Veglia Pasquale proclamiamo la parte cantata da Mosè e dal popolo, manca il ritornello intonato da Miriam al suono di tamburello per le donne che danzano con lei. Gli studi biblici hanno mostrato che il ritornello attribuito a Maria fa parte del memoriale più antico del passaggio del Mar Rosso, mentre parte dell’inno riferito a Mosè è stato composto in epoche successive, compresa quella postesilica, che attualizzano nel presente l’esperienza dell’Esodo. Lo mostra il riferimento all’ingresso nella terra, avvenuta dopo il cammino nel deserto durato quarant’anni e il riferimento al Santuario di epoca monarchica. L’invito “cantate” è comando autorevole e coinvolgente perché proviene dalla sua capacità di vedere le azioni di Dio e di rendergli lode con tutto il suo corpo. Nella Bibbia altre donne, dopo eventi straordinari, lodano Dio con canti e balli (cfr. Gdt 15,13-14; Gdc 5,1-21). Il libro del Qoelet parla di donne cantatrici (2,8). Miriam essenziale nel cammino La presenza di Miriam riappare nel libro dei Numeri, quando con Aronne, rivendica il proprio ruolo profetico. A Mosè che aveva sposato una donna Etiope, Miriam e Aronne dicono: «Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?» (Nm 12,2). Era dunque evidente che tutti e tre parlavano in nome di Dio. Dio punisce la reazione di Miriam e Aronne non perché la loro considerazione fosse sbagliata ma perché era mossa da gelosia nei confronti di Mosè. Dio non tollera il loro tentativo di considerarsi superiori a Mosè e soltanto Miriam paga l’errore. Colpita dalla lebbra, rimane isolata per sette giorni, lontana dall’accampamento. La sua presenza e la sua guida è così importante che il cammino del popolo si arresta e tutti per ripartire devono aspettare la sua guarigione. Mosè e Aronne intercedono presso Dio a suo favore finché guarisce (Nm 12,15-16). La figura di Miriam riappare quando il popolo si ferma a Kades. Qui Miriam morì e fu sepolta (Nm 21,1). Dopo la sua morte si verificano due gravi situazioni: l’acqua viene a mancare e il popolo si ribella contro Mosè e Aronne. Il testo biblico non offre spiegazioni evidenti. Riguardo all’acqua i rabbini ne propongono una molto lusinghiera: «Come il pozzo era stato regalato a causa dei meriti di Miriam, quando essa morì, il pozzo fu nascosto e non ci fu più acqua per la comunità» (Targum Num 20,2). Miriam è considerata simbolo del pozzo che contiene l’acqua della Parola senza la quale non si può vivere. Mosè e Aronne a loro volta disubbidiscono a Dio o perché colpiscono la roccia due volte invece che parlare con Lui o perché si lasciano appesantire dal popolo che mormora contro Dio. E neppure loro entreranno nella terra promessa: Aronne muore durante il cammino (Nm 20,29); Mosè a Moab alle soglie della terra promessa, che vede da lontano (Dt 34,5). Il profeta Michea ricorda che Dio ha fatto uscire il popolo dall’Egitto e ha mandato come guide sicure Mosè, Aronne e Miriam perché lo conducessero fino alla terra promessa. Tutti e tre sono suoi servi! PER LA RIFLESSIONE PERSONALE: 1) Leggi Es 1,15-22; 2,1-10 e definisci i sentimenti profondi che provocano le azioni delle cinque donne che preparano l’esodo. Confronta la vigilanza di Miriam con quello delle donne presenti alla passione di Gesù (cfr. Mc 15,40; Mt 27,55; Lc 23,49). Anche loro “osservano da lontano” dove Gesù viene sepolto così da poter andare a onorare il suo corpo, con i profumi, appena sarà loro possibile. E saranno le prime annunciatrici della Risurrezione! Che cosa suscita nel tuo cuore questo richiamo biblico? Che cosa ti comunica, in quanto donna/consacrata, per il tuo impegno spirituale e apostolico? 2) Miriam, benché anziana, loda Dio e trascina il popolo nella danza. Come consacrata, con la mia presenza, so aiutare a vedere che Dio, ancora oggi, agisce nella storia? Suscito gioia e speranza nell’ambiente di lavoro, nella famiglia, nella comunità ecclesiale dove vivo? Prega il Salmo 149 e soffermati sulle “due armi” che fanno vincere i credenti e che Miriam usa: le lodi di Dio sulla bocca e la spada a doppio taglio nelle loro mani, cioè, la parola di Dio, che interpreta la vita! 3) Miriam, come pure Aronne, ha sbagliato lasciandosi vincere dalla gelosia nei confronti di Mosè per rivendicare il suo ruolo. Ma ha saputo pagare il suo errore e, pagandolo, non ha cancellato il suo indispensabile compito di profetessa e di guida. Se e quando sbaglio, sono capace di ricominciare per non privare gli altri del mio contributo positivo? Suor Filippa Castronovo, fsp
|