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MARIA LA SEMPLICITÀ QUOTIDIANA

 




Carissime Annunziatine,

quest’anno Maggio viene sotto il colore liturgico del Tempo di Pasqua ed insieme è il mese dedicato a Maria. Impariamo dalla Madre di Gesù come vivere il tempo pasquale, imitando il suo stile di vita dopo la Resurrezione del Cristo e lasciandoci formare da lei, forma attiva dei suoi figli ancora sulla terra. Si dirà: ma non sappiamo nulla! È vero, negli scritti del Nuovo Testamento non abbiamo nessuna testimonianza esplicita su Maria dopo la sua presenza nel Cenacolo assieme agli Apostoli nella Pentecoste. Sappiamo che viveva e pregava con i discepoli di Gesù e non viene aggiunto altro. Però se riflettiamo scopriamo qualcosa della sua vita lontano dalla storia del mondo.Tuttavia non dimentichiamo che la sua attiva presenza nel Cenacolo è il motivo per cui il Primo Maestro ce la indica come Regina degli Apostoli (san Vincenzo Pallotti già la venerava come Regina degli Apostoli nella Pentecoste).


Dopo la Pentecoste: silenzio e preghiera

Soffermiamoci a riflettere sul tempo dopo la Pentecoste, su come ha vissuto Maria: tempi di luce ma anche di tribolazione. Sappiamo che, affidata a san Giovanni, dopo qualche tempo a Gerusalemme, va altrove. I discepoli di Gesù devono allontanarsi a causa delle persecuzioni sempre più violente, al punto che «tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria» (At 8,1). Difficile che al tempo della morte dell’apostolo Giacomo (cfr. At 12) la madre di Gesù fosse rimasta a Gerusalemme. La tradizione ci dice che infine giunse nei dintorni di Efeso, finché venne il tempo in cui la sua anima salì al cielo... nel sepolcro del suo corpo non si trovò traccia. Come passò questi anni? Serena ma in fremente attesa del Paradiso, di poter raggiungere il suo amato Figlio per sempre. Trascorse questo tempo nel fiducioso silenzio, in preghiera feconda e vigilante per i suoi figli terreni – san Giovanni e gli altri apostoli e discepoli, e tutti i seguaci del Maestro – affidatigli da Gesù sulla Croce.

Ha vissuto con semplicità la sua testimonianza: nascosta, custodendo tutto nel suo cuore, ed elevando la sua ininterrotta preghiera alla Trinità. Sappiamo che Giovanni, apostolo e non ancora evangelista – scriverà più tardi il suo Vangelo e l’Apocalisse – veglia su di lei e intanto va in giro a predicare per la Siria. Maria prega e lo accompagna e lo sostiene con la preghiera. Osservando le sette lettere dell’Apocalisse capiamo in quali zone san Giovanni predicava, prima di essere esiliato a Patmos, quando ultimo degli Apostoli ancora vivente, ma impedito di annunziare il Cristo. Sarà occasione per scrivere e così testimoniare ancora oggi il suo amore per Cristo. Anche lui deve finire i suoi giorni come Maria: preoccupato per i suoi figli – quelli che ha generato nella fede – ed insieme desideroso di raggiungere il suo Maestro.

Conservando nel suo cuore

Quasi con stupore ci rendiamo conto che Maria, la madre del Risorto, ha trascorso gli anni dopo la Salita al cielo di Gesù negli impegni quotidiani, nella serena e vigile preghiera, conservando la sua gioia interiore nei frangenti e nei tumulti della storia che sembravano distruggere la piccola Chiesa nascente. Ed insieme, pur nascosta, pronta a rendere conto della sua fede a chi le chiedeva di Gesù. Testimoniando, raccontando quanto teneva gelosamente “conservato nel cuore”. Quella testimonianza non è andata perduta, se non conosciamo direttamente la sua testimonianza, lo sappiamo dai Vangeli. Chi ha raccontato certi avvenimenti? Chi poteva spiegare cosa era successo se non la madre di Gesù? Quante pagine vengono da Maria, che «da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19 e 51). Veramente Maria è la custode del Verbo. Ha custodito, ha meditato, ha trasmesso con fedeltà le parole di vita di suo figlio, del Maestro divino. E così le ha affidate – tra gli altri – a san Luca che le ha messe per scritto per noi. Ma quanti altri cristiani sono andati a chiedere come era Gesù, cosa diceva…?

La testimonianza sorge prima dal cuore

Cosa ci insegna tutto questo? È una lezione per noi a testimoniare Gesù prima di tutto con la nostra vita, con la silenziosa e gioiosa testimonianza. C’è chi deve viaggiare e camminare per annunciare il Vangelo. Ma se manca chi vive nel cuore tutte queste cose, che fa della sua vita una preghiera ininterrotta al Padre, affinché vengano generati nuovi figli alla Fede, come potranno portare frutti gli evangelizzatori? Come potranno sorgere nuove comunità se non c’è chi conserva nel cuore tutto questo? Senza i cuori ardenti di Dio, le labbra inaridiscono e balbettano e non toccano i cuori affinché si convertano a Gesù. Nella Chiesa sempre c’è la preghiera nascosta e feconda di anime tutte di Dio e ricolme dello Spirito che intercedono per la missione. Il Primo Maestro lo ha capito bene, per questo Maria è Regina degli Apostoli, non è solo al momento dell’attesa dello Spirito sugli Apostoli nel Cenacolo che Maria precedeva e guidava i cuori verso la Trinità: ha continuato a farlo per tutta la vita. «Apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé.
Apostolo è un santo che accumulò tesori: e ne comunica l’eccedenza agli uomini. L’apostolo ha un cuore acceso di amore a Dio e agli uomini; e non può comprimere e soffocare quanto sente e pensa. L’apostolo è un vaso di elezione che riversa, e le anime accorrono a dissetarsi. L’apostolo è un tempio della SS.ma Trinità che in lui è sommamente operante. Vivere di Dio! E dare Dio» (Alberione 1950, CISP, 582). E a chi più di Maria si addicono queste parole? Allora mettiamoci alla sua scuola, imitiamola e testimoniamo nella nostra vita il tempo della Resurrezione, il tempo di Pasqua silenzioso ma fecondo, nascosti nel quotidiano ma attirando grazie per ogni uomo.

Don Gino