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L’ATTESA DEL SÌ DI MARIA

 



«Entrò da lei e le disse: “Salve, piena di grazia, il Signore è con te”. Per tali parole ella rimase turbata e si domandava che cosa significasse un tale saluto» (Lc 1,28).
Sarebbe bello capire com’è accaduto, come Maria ha visto l’angelo. Nel suo cuore? Nella sua intelligenza interiore? Fisicamente? Come visualizzare l’incontro con Dio? Ma non è un problema per l’evangelista. Bene dice san Paolo: «Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne» (2Cor 4,18). L’angelo invita Maria a gioire perché Dio l’ha riempita di grazia, perché il Signore è con lei. Una gioia preventiva, a prescindere. Ma questa è la gioia del cristiano! La gioia del sapersi in compagnia di Dio.
Siamo pieni di grazia perché Dio precede e suscita la nostra conversione, accompagna la nostra ricerca, orienta le nostre decisioni. Maria si sarà sentita avvolta dalla gioia… ma sarà stata anche turbata. Come non essere travolti e stravolti dall’improvvisa visita di Dio? Come non cedere davanti al soffio di Dio, alla bellezza dell’Altissimo? È questo il timor di Dio di cui parla la Scrittura; nulla a che vedere con la paura. Il timor di Dio è la percezione della distanza, dell’abisso di luce, della grandiosità fra noi e il Signore. Il sentimento profondo che nasce dall’essere sfiorati per un attimo dall’infinito. Maria è turbata, scossa. Dio è. Ed è lì. Ma l’angelo invita Maria a non spaventarsi. E aggiunge: “Sarai madre. Il tuo sarà un grande figlio e sarà chiamato figlio dell’altissimo. Regnerà sul trono di Davide. Sarà il Messia”. Prima dice a Maria di stare tranquilla, poi le racconta in una battuta cosa sta per succedere: sarà madre del Messia! È già una bella emozione sapere che diventerà madre, aggiungiamo tutto il resto!!! Dio irrompe nella vita di Maria per renderla feconda, per fare grandi cose attraverso di lei. Suo figlio sarà grande, come ogni figlio! Ma sarà anche fonte di benedizione per molti. Dio viene sempre per compiere grandi cose in noi per gli altri. Maria, come ogni figlia d’Israele, sa che la gente aspetta un liberatore, un nuovo re Davide che restituirà coraggio al popolo scelto da Dio. Ora sta succedendo veramente. Ma come? «Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” » (Lc 1,34). Sono le prime parole di Maria. Una richiesta di chiarimento. Svelano una donna adulta, una credente intelligente e posata, una persona concreta.

Come scrive papa Paolo VI: «Maria fu tutt’altro che donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante » (MC, 37). Guardiamola Maria che interroga un ammirato messaggero celeste! Lei osa, chiede. Questo deve essere anche il nostro atteggiamento. Il Dio che si racconta nella Bibbia, quello definitivamente svelato in Gesù, è un Dio che non tratta gli uomini come servi (Gv 15,15), ma come figli, che li pone alla pari (Sal 8,5-6) che accetta di farsi mettere in discussione (Gen 18). Dio ci tratta da uomini, accetta il confronto, finanche la lotta (Gen 22). La ricerca di Dio nasce sempre da una domanda. Maria vuole capire. La sua domanda è semplice e diretta. E Gabriele spiega. Parla di Spirito Santo, parla di ombra dell’Altissimo, di un figlio che ha a che fare con Dio e che di Dio condivide la santità. Che problema c’è? Una volta accettata la folle idea che Dio diventa uomo, è forse un problema che una vergine diventi madre? Davanti all'inaudito di Dio, come non lasciare aperta ogni possibilità? E poi l’angelo le parla di Elisabetta. Forse per rassicurare Maria, forse per incoraggiarla. Bene, l’annuncio è fatto. Ora Gabriele aspetta una risposta.
Tutto si ferma. Tutto è immobile. Dio ha chiesto. Garbatamente. Folle, ma reale. Dio aspetta una risposta. Ha chiesto nella totale e piena libertà. Perché un atto d’amore come l’incarnazione necessita della libertà. Chi ama lascia libero, anche di andarsene. Potrebbe arrivare un rifiuto. Anzi: forse il rifiuto è la cosa più logica che possa accadere. Maria ha sentito, ha capito, per quanto si possa cogliere e capire quanto sta accadendo. Si deve fidare. È giovane Maria, certo, ma non sprovveduta, quindi si chiede: cosa sarebbe successo il giorno dopo? Con Giuseppe? Con Anna, sua madre? Chi le avrebbe creduto? Lei stessa, come avrebbe potuto ripensare a quel momento senza farsi travolgere dai dubbi, senza credersi visionaria? Eccoli: l’adolescente e Dio. Due libertà che si confrontano. E il mondo, col fiato sospeso, attende. Qui non si scherza. È in gioco la salvezza. La nostra salvezza. E così san Bernardo di Chiaravalle, monaco cistercense, in una sua memorabile meditazione, ci aiuta ad entrare proprio in questa scena. «Hai udito, o Vergine; concepirai e partorirai un figlio; hai udito: non sarà opera di un uomo, ma dello Spirito Santo.
Attende l’angelo la tua risposta: è tempo per lui di ritornare a Dio che l’ha inviato. Anche noi, o Regina, attendiamo una parola di pietà: noi, miseramente oppressi da una sentenza di condanna. Ecco: ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza; saremo subito liberati, se tu accetti. Nella Parola eterna di Dio, noi tutti siamo stati creati, ed eccoci in preda alla morte. Una tua piccola risposta ci può però ricreare e richiamare alla vita. [...] Su, rispondi presto all’angelo, o meglio – attraverso l’angelo – rispondi a Dio. Rispondi una parola e ricevi “la Parola”; pronunzia il tuo verbo e ricevi nel grembo quello di Dio; lascia uscire la parola che passa e racchiudi in te quella eterna. Perché indugi? perché esiti? Credi, afferma la tua fede e ricevi. La tua umiltà si vesta di audacia, la tua modestia diventi fiduciosa. Non conviene che ora la tua semplicità verginale dimentichi la prudenza. In questo avvenimento unico non temere, o Vergine prudente, di essere presuntuosa: se a Dio piace un modesto silenzio, in questo momento è più necessaria la pietà della tua parola. Apri, o Vergine beata, il tuo cuore alla fede, le tue labbra all’accettazione, il tuo grembo al creatore. Ecco che il desiderato di tutte le genti sta alla tua porta e bussa. Oh, se per la tua esitazione, passasse oltre! Se tu dovessi ricominciare, piangendo, a cercare colui che il tuo cuore ama! Levati, corri, apri. Levati con la fede, corri con la devozione, aprigli con il tuo sì» (Sermones in laudibus Virginis Matris, Hom IV,8).

Francesca V.

BIBLIOGRAFIA: P. CURTAZ, Maria con i piedi per terra, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2015.