Home| Chi siamo| Cosa facciamo| Perchè siamo nate | Spiritualità| La nostra storia | Libreria| Fondatore|Famiglia Paolina| Preghiere |Archivio | Links | Scrivici | Area Riservata |Webmail | Mappa del sito

 

IL PAPA È “VIA, VERITÀ E VITA”

 



Nell’ora di adorazione tenuta alla Famiglia Paolina a Roma il 29 giugno 1955, don Alberione ricorda il ruolo del Papa nella nostra vita, egli «tiene il posto di Gesù Cristo…» (Alle Figlie di S. Paolo, 1955, pp. 174-182).

Mettiamoci alla presenza di Gesù: Credo, mio Dio... […]
La divisione della nostra adorazione è semplice: Gesù Cristo è Via, Verità e Vita (cfr. Gv 14,6), e il Papa, suo vicario, compie questo triplice ufficio di essere per noi via, verità e vita. Il Papa quindi ha un triplice potere:
1) Potere dottrinale: insegna. A questo potere dobbiamo credere.
2) Potere giurisdizionale: comanda. A questo potere dobbiamo obbedire.
3) Potere sacramentale. A questo potere corrisponde il nostro amore, il nostro attaccamento profondo.

1. In primo luogo il Papa è per noi verità e tiene il posto di Gesù Cristo nell’insegnare. Ora la sede della verità è là dove sta la cattedra di S. Pietro. E come gli uomini venivano ammaestrati da Gesù Cristo quando era visibile sulla terra, così oggi vengono ammaestrati abbondantemente da Pio XII, il quale è il successore di S. Pietro.
Il catalogo dei Papi non s’interrompe: «Et regni eius non erit finis» (cfr. Lc 1,33: «E il suo regno non avrà fine»). Potranno cadere gl’imperi, i regni, i partiti, non cade il potere del Papa: «Et portae inferi non praevalebunt adversus eam» (cfr. Mt 16,18: «Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa»); specialmente perché il Papa non può sbagliare in materia di fede e di costumi. Leggiamo nel Vangelo di S. Matteo: «Gesù venuto nel territorio di Cesarea di Filippo domandò ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Ed essi risposero: “Alcuni dicono che sia Giovanni Battista, altri Elia, e altri Geremia o uno dei Profeti”. “E voi, chiese loro, chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro, confessando: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù gli rispose: “Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. Ed io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno mai prevarranno contro di lei. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei

cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli”. Egli allora impose ai suoi discepoli di non dire niente a nessuno che egli era Gesù, il Cristo» (cfr. Mt 16,13-20).
La Chiesa è infallibile e il Papa è infallibile della medesima infallibilità che gode la Chiesa. Noi religiosi in modo speciale dobbiamo possedere non solo una mentalità cristiana, ma una mentalità papale, in mezzo a tante eresie che si incontrano attraversando le nazioni. Gli eretici e le sette oggi sono un grande numero. Allora qual è il distintivo che serve a conoscere chi sia veramente membro della Chiesa di Cristo, in mezzo a tante Chiese che pure vorrebbero dirsi Chiese di Gesù Cristo? La tessera del vero cristiano è una: romana, romanità. «E io ho pregato per te o Pietro, dice Gesù, affinché la tua fede non venga meno, mai meno: e tu una volta convertito, converti i tuoi compagni: “confirma fratres”» (cfr. Lc 22,32).
Il Papa ha il potere di confermare tutti i Concili della Chiesa. I Concili veramente ecumenici hanno professato o nel loro aprirsi, o nel loro corso, o nella loro chiusura, venerazione, fede nel vicario di Gesù Cristo: “Pietro ha parlato”, il tale Papa ha parlato, in lui ha parlato Pietro, in lui ha parlato Gesù Cristo. Egli è veramente il dolce Cristo in terra. Vi sono di quelli che credono al Papa soltanto riguardo alle verità esplicitamente contenute nella Sacra Scrittura. Gesù ha annunciato il suo Vangelo, perché venisse predicato e comunicato a tutti i popoli, ma in ogni tempo il Vangelo deve essere applicato a bisogni particolari. Ecco perciò il Papa che interpreta infallibilmente la dottrina del Vangelo e dice come lo si deve applicare oggi di fronte al pullulare di tanti errori e di tante dottrine in fatto di morale e di costumi. In mezzo a questo sorgere continuo di sentenze qualche volta restiamo un po’ confusi: è una fungaia di errori da ogni parte, di dottrine che non conducono al Paradiso. Ma il cattolico non si disorienta, si volge a Roma e attende la parola di verità, attende dal Papa quello che ha da credere, come ha da orientarsi nella vita. Ecco: dobbiamo sempre rivolgerci a Roma […].

2. Il primo potere del Papa è dottrinale, il secondo è giurisdizionale, cioè egli ha un potere su tutta la Chiesa: sui vescovi e sui fedeli, sia che si tratti di singoli, sia che si tratti di un Concilio riunito per stabilire qualche dottrina. Leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi?”. Egli rispose: “Sì, Signore, tu sai che io ti amo”. Gesù gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Per la seconda volta gli domandò: “Simone di Giovanni, mi ami tu?”. Pietro gli rispose: “Sì, Signore, tu sai che io ti amo”. E Gesù a lui: “Pasci i miei agnelli”. Per la terza volta gli domandò Gesù: “Simone di Giovanni, mi ami tu?”. Pietro fu contristato che per la terza volta gli avesse chiesto: Mi ami tu? E rispose: “Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo”. Gesù gli disse: “Pasci le mie pecorelle. In verità in verità ti dico, quando eri più giovane ti cingevi da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti”. Disse questo per indicare con quale morte egli avrebbe reso gloria a Dio. E dopo di ciò gli disse: Seguimi» (cfr. Gv 21,15-19).
Al Papa sono sottomessi tutti coloro che vogliono essere di Gesù Cristo: «Chi ascolta voi, ascolta me, chi non ascolta voi non ascolta me» (cfr. Lc 10,16). E se sentiamo dire: Crediamo a Gesù Cristo e non al Papa, dobbiamo rispondere: Voi non credete a Gesù Cristo, né a Dio; non siete con Dio, perché non siete con colui il quale ha il potere universale sulla Chiesa. Gli scismatici che hanno negato obbedienza al Papa non appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo.
Il potere giurisdizionale riguarda sia la facoltà di far leggi: potere legislativo; sia il potere di farle eseguire: potere esecutivo; sia il potere di giudicare: potere giudiziario. Noi sappiamo di avere il Pastore che ci guida, che non solo ci illumina, ma ci mostra il sentiero del Paradiso. Allora come nelle questioni dottrinali ci rivolgiamo a colui che è infallibile nella dottrina, così ci rivolgiamo al Papa, a colui che è infallibile quanto alla definizione, all’insegnamento riguardante i costumi.
Un esempio. Vi era nei primi tempi della Chiesa una grande discussione: chi diceva che i gentili che si facevano cristiani dovevano prima passare per le pratiche mosaiche e conservare e osservare certe pratiche anche dopo aver ricevuto il Battesimo, e chi lo negava diceva che Gesù Cristo ci aveva liberati da quella legge e dai riti mosaici. A capo, si può dire, stava Paolo, il vindice della libertà. Fu convocato il Concilio degli Apostoli a Gerusalemme e dopo le sentenze dette dalle varie parti contraddicenti, Pietro si alzò e disse: «Visum est Spiritui Sancto et nobis…: Insegna lo Spirito Santo e insegniamo noi…» (cfr. At 15,28), e definisce la pratica da tenersi, la condotta da seguirsi riguardo ai gentili che volevano farsi cristiani o che già erano cristiani.
Così avviene in ogni tempo. Quando vi è una dottrina nuova, e in questi tempi di molti studi e di studi che hanno veramente tante volte del buono, ma che spesso non sono ben guidati, noi ci rivolgiamo al Papa e il Papa va ai piedi di Gesù Cristo. «Quando sarà venuto il Paraclito che io vi manderò dal cielo, “ille docebit vos omnia et suggeret vobis omnia”: v’insegnerà tutto, vi suggerirà tutto, cioè vi spiegherà “quaecumque dixero vobis”: tutto quello che ho insegnato a voi» (cfr. Gv 14,26) […].
Perciò ogni volta che noi seguiamo il Papa nelle sue dottrine morali, siamo certi di trovarci sulla via della santità. Da qui deriva una conseguenza importante: il Papa ha un potere giurisdizionale su tutti, ma sui religiosi ha un potere speciale. Il nostro superiore maggiore è il Papa. Egli ci ha dato le Costituzioni, quantunque siano state formulate da chi doveva formularle. Egli può disporre di noi. I religiosi non sono a servizio di una diocesi, sono a servizio della Chiesa universale, sono l’esercito del Papa, il quale dispone di loro più liberamente che degli altri. Ognuno di noi deve essere figlio devoto, figlio che ama il Papa, figlio che segue il Papa, figlio che obbedisce in tutto al Papa. Ecco, il vero religioso! […]

3. Il Papa ha un potere sacramentale.
Leggiamo l’epistola della Messa di questa mattina: «In quel tempo il re Erode si mise a maltrattare alcuni della Chiesa. Fece morire di spada Giacomo, fratello di Giovanni e, vedendo che ciò era accetto ai giudei, procedette anche ad arrestare Pietro. Erano i giorni degli azzimi. E presolo, lo mise in prigione dandolo in custodia a quattro picchetti, di quattro soldati ciascuno, volendo dopo la Pasqua presentarlo al popolo. Pietro dunque era custodito nella prigione, ma la Chiesa faceva a Dio continue orazioni per lui. …» […] (cfr. At 12,1-12).
Il potere del Papa è, in terzo luogo, sacramentale. Egli può conferire i sacramenti a tutti i singoli fedeli e a tutti i singoli vescovi. Tutti devono essere uniti a lui perché l’ordinazione sia valida e ogni sacerdote abbia potere di consacrare nella Messa, di assolvere dai peccati e di amministrare gli altri sacramenti. In Inghilterra le ordinazioni non sono più valide perché si è interrotta la serie dei vescovi, di quei vescovi cioè che erano legati al Papa stesso: rotto un anello, tutta la catena che segue cade, non sta più su. Occorre unione al Papa. Il Papa non solo ci ama, ma ci ama di un amore che non è possibile a nessun altro; egli è la vita per noi, e questa vita dipende dai sacramenti: l’Eucaristia, l’assoluzione dei peccati.
Ora il Papa conferisce questo potere per mezzo dei vescovi che ordinano, che danno la facoltà di confessare, potere sacramentale che è potere universale. Il Papa è la vita come Gesù Cristo, perciò egli ama i suoi fedeli di un amore che non è possibile a nessun altro. Non è solamente il faro della civiltà, ma il principio di vita, perché noi siamo veramente figli di Dio e la famiglia dei cristiani è la famiglia dei figli di Dio. Come corrisponderemo a questo amore del Papa? Amandolo, pregando per lui continuamente. L’amore al Papa è assolutamente necessario, dobbiamo avere un amore papale. Non solo una mentalità, non solo volontà, ma un cuore papale, un cuore di figli verso il padre, e pregare quindi continuamente per lui. Avete notato nella lettura? «Oratio autem fiebat ab Ecclesia ad Deum pro eo: Quando Pietro era in carcere tutta la Chiesa pregava per lui».
Il Papa ha da essere sostenuto con le nostre preghiere e aiutato nella sua missione altissima e difficilissima. Essere noi i figli devoti che consolano il padre. Sappia che egli ha sempre nei cuori dei religiosi un affetto che supera ogni altro affetto, una dedizione che supera ogni altra dedizione. Rivolgiamoci a Gesù e preghiamo ogni giorno per il Papa, ma con cuore. I superiori hanno sempre bisogno di consolazioni e il Superiore massimo ha bisogno di molta consolazione […].


Beato Giacomo Alberione