“Possiamo solo pregare!”: per un cristiano non significa rassegnazione, ma viva fiducia nella Provvidenza divina che ascolta le nostra richieste.
Pregare per i cristiani in politica
Solo dopo la fervida preghiera viene anche l’impegno diretto, anche in politica. Don Alberione sognava per gli Istituti paolini di vita secolare, per alcuni almeno, un impegno diretto nell’agone politico, in modo da poter cristianizzare sempre di più la società. È inutile lamentarsi che la società attuale si sta scristianizzando e poi lasciare a chi avversa la Chiesa campo libero. La società civile è un organismo dinamico che deve essere sempre “cristianizzato”. Dunque è necessario anche pregare che il Maestro Divino susciti cristiani, anche Paolini, che si impegnino in prima persona a costruire una società più cristiana.
È necessario sporcarsi le mani per costruire una società migliore, ed è necessario pregare per chi si impegna a farlo nella società civile. Forse noi non siamo in grado di farlo, ma possiamo sempre pregare Dio che susciti, illumini e aiuti chi si impegna nelle cose civili.
Pregare per la pace
Nella Liturgia c’è sempre la preghiera per la pace. Lo si vede negli Atti degli Apostoli, nei testi liturgici più antichi, come pure nelle Orazioni del messale. È un tema congiunto con quello del pregare per chi governa, per poter vivere da cristiani anche in tempi di persecuzione.
Il cristianesimo è una religione di pace sin dall’inizio. Ma in realtà tutte le religioni sono per la pace.
Le religioni indicate come radici di violenza sono un falso storico. Ha ragione Papa Francesco ad insistere per un dialogo interreligioso che ribadisca che le religioni sono causa di pace e non di violenza.
Su “Civiltà Cattolica” (n. 4053, pp. 209-219) di maggio c’è un bell’articolo sull’argomento. Bisogna anche saper rispondere a chi fa accuse infondate. In realtà la religione è sempre stata usata per coprire altri interessi, e poi le si è data la colpa delle violenze perpetrate, ... e non solo nel cristianesimo.
È sempre difficile la relazione tra politica e religione, ma la tentazione costante è che la politica cerchi di usare la religione per i propri scopi. Religio instrumentum regni, cioè la religione viene usata come strumento di potere. Se ne usano i simboli per accreditarsi, per avere seguito ma non per fare una società fondata su quei valori che la religione propone.
Come nota critica, ricordo che la visione politica di Cavour (libera Chiesa “in” libero Stato), e da molti ancora riproposta oggi, indica che la Chiesa deve stare dentro e sotto lo Stato. Per questo i Papi hanno sempre opposto un’altra visione (libera Chiesa “e” libero Stato), rispettando l’autonomia di ogni realtà civile.
Siamo invitati a pregare perché si formino rette coscienze che non si lascino ingannare da chi vuole usare i valori cristiani per coprire interessi che non sono veramente cristiani, ma anche a saper controbattere chi vuole usare il cristianesimo per addossargli colpe che non sono sue.
È veramente importante pregare, ma anche educare – e qui il nostro apostolato ha sempre una grande importanza – le persone a farsi una retta coscienza e corretta informazione, per poter agire bene nella società. Senza dimenticare il fine ultimo che è la salvezza eterna delle anime.
Don Gino
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