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IL TUO CORPO LA TUA PASSWORD

 

Con l’avvento dei computer quelle che prima erano masse imponenti di carte si riducono a poco meno di 200 gr (uno smartphone) o anche meno (una chiavetta usb). Se prima, per custodire i valori di famiglia era necessario avere una cassaforte a combinazione, adesso non basta più. Soprattutto da quando, con l’avvento dei media, non si tratta più di oggetti materiali bensì virtuali. Pensate a quanti investono in bitcoin (valuta elettronica) per cui basta un click per spostare ingenti somme di denaro da un capo all’altro del mondo. Pertanto la tecnologia, che prima era qualcosa di esterno da tenere in casa, adesso si fa sempre più trasportabile e perfino portatile fino a diventare parte del nostro corpo.
Alla notizia dei seggiolini anti-abbandono, qualcuno ha blaterato di come un genitore possa ricordarsi del cellulare da portarsi dietro e di dimenticare il proprio figlio in auto. Questo dipende dall’abitudine, ma anche da un burn-out di informazioni che spesso creano dei veri e propri “buchi”. Quante volte vi sarà capitato di aver iniziato un’azione ma trovarsi ad aprire un cassetto, il cellulare o ad essere entrati in una stanza e domandarsi perché, senza ricordarne il motivo.

La tecnolgia è dentro la nostra vita

La tecnologia non è più fuori di noi ma è entrata nelle nostre vite, tanto da non distinguere più online e offline, ma si parla di onlife: ovvero che ormai le tecnologie sono nella nostra vita ma sono anche la nostra stessa vita. Naturalmente, senza demonizzare, dobbiamo imparare ad usarle con criterio. Se dunque la tecnologia entra nella nostra vita, ormai è anche vero che essa sta entrando nel nostro corpo.
Pensate ai by-pass, ma anche a tante altre tecnologie ipodermiche (cioè sottopelle) che permettono di monitorare continuamente il nostro corpo soprattutto in patologie di una certa rilevanza. Ad esempio una persona di mia conoscenza, con problemi al cuore ha un microchip sottopelle: in caso di dolori al petto deve solo chiamare l’ospedale di Milano, che senza estrarre il microchip o andare in un ospedale recupera tutti i dati necessari per capire se e come intervenire. 633distinovvero che ormai le tecnologie sono nella nostra vita ma sono anche la nostra stessa vita. Naturalmente, senza demonizzare, dobbiamo imparare ad usarle con criterio. Se dunque la tecnologia entra nella nostra vita, ormai è anche vero che essa sta entrando nel nostro corpo. Pensate ai by-pass, ma anche a tante altre tecnologie ipodermiche (cioè sottopelle) che permettono di monitorare continuamente il nostro corpo soprattutto in patologie di una certa rilevanza. Ad esempio una persona di mia conoscenza, con problemi al cuore ha un microchip sottopelle: in caso di dolori al petto deve solo chiamare l’ospedale di Milano, che senza estrarre il microchip o andare in un ospedale recupera tutti i dati necessari per capire se e come intervenire.

L’importanza dell’identificazione

Un’ulteriore interazione tra corpo e macchina la si ha con gli ultimi ritrovati soprattutto per smartphone e tablet in cui, attraverso la scansione del volto, dell’impronta digitale o dell’iride si riesca a sbloccare un qualsiasi dispositivo: esso tutela la privacy e le informazioni in maniera quasi totale. Infatti digitare una password con accanto una persona è sempre rischioso, poiché riproducibile da chiunque riesca a leggerla. Qualcuno addirittura sta proponendo dei chip da tenere sottopelle per permettere un riconoscimento della stessa persona tanto da diventare una sorta di carta d’identità che si connette ad un database con le informazione relative. Se per certi versi esso ha un grosso vantaggio: recuperare informazioni cliniche soprattutto se l’individuo non è cosciente, scovare un ricercato, bloccare un truffatore etc. esso però comporta grossi problemi: Con essisi è "schedati" per cui se uno volesse rifarsi una vita non avrebbe alcuna alternativa in quanto ogni volta che si dovrà presentare alla richiesta del suo “chip” scoprirebbero chi è e cosa ha fatto anche dopo moltissimi anni.

Rischi della identificazione su chip

Per noi cristiani esiste il perdono e la conversione che dona una nuova vita trasformata dalla grazia: se Dio dimentica il peccato, il chip invece ricorda tutto. (vedi il film The Circle). Un secondo problema nascerebbe dal fatto che se qualcuno riuscisse ad “hackerare” e modificare i nostri dati personali, in questo modo potrebbe inserire nel nostro curriculum fatti ed eventi deliberatamente inventati solo per farci del male. Un terzo problema che emerge viene da “chi” gestisce e “secondo quali criteri” verrebbero usati questi dati. Ad esempio, se contraggo un forte debito non avrò alcuna possibilità di sopravvivere, in quanto anche se ricevo soldi il mio chip subito me li preleverà in favore del debito, senza darmi la possibilità o il tempo di una nuova opportunità di vita.
Parafrasando Gesù dovremmo dire: la tecnologia deve essere per l’uomo e non l’uomo per la tecnologia. Don Gianpaolo Grieco * * * Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.

Don Gianpaolo Grieco