volendo dire: se mia Madre è fortunata lo è più per aver ascoltato la Parola di Dio ed averla messa in pratica, che per avermi generato.
S. Paolo afferma: “Fides ex auditu, auditus autem per verbum Christi: La fede viene attraverso l’udito, ossia in seguito alla predicazione della parola di Cristo”(cfr. Rm 10,17). È la fede che salva e gli uomini, per salvarsi, avranno bisogno di credere le verità eterne, la gravità del peccato, la divinità della Chiesa, dello stato religioso.
Ecco la necessità della divulgazione della parola di Dio! S. Paolo nella sua lettera agli Ebrei dice allora: “Multifariam multisque modis olim Deus loquens patribus in prophetis, novissime diebus istis locutus est nobis in Filio: Iddio che molte volte ed in molte guise parlò un tempo ai padri per bocca dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figliuol suo” (Eb 1,1-2).
Da questi sacri testi risulta la necessità della divulgazione della Parola di Dio a tutti gli uomini e specialmente del santo Vangelo. Ora: noi sappiamo quanto è vasto il mondo. La terra ha una superficie di cinquecentodieci milioni di chilometri quadrati di cui trecentosessantuno sono coperti di acque, e centoquarantanove sono costituiti da terreferme. Le terreferme che occupano poco più di un quarto di tutta la superficie terrestre sono abitate da due miliardi e settantacinque milioni di uomini distribuiti in diverso modo [ndr.: così negli anni ’30].
Ma di tutti questi, quanti giungono a salvezza? Quelli che credono a Gesù Cristo Figlio di Dio e morto in croce per redimere l’umanità perduta per il peccato originale. Queste anime si appoggiano al bastone della croce e percorrono la via che mena al cielo.
Ma quante sono? Pochissime. Appena trecentocinquanta milioni: tutte le altre corrono dietro falsi maestri, vanno per la via della perdizione! Solo in Asia, su più di un miliardo di uomini, i cattolici ascendono a soli dieci milioni. Che sproporzione! E in Europa, la culla della civiltà, ove presentemente risiede il Vicario di Cristo appena il diciassette per cento sono cattolici. Infatti la Russia che è la nazione più grande adesso è quasi completamente atea; l’Inghilterra è protestante; la Germania, la Svizzera, la Danimarca, idem.
E nelle nazioni cosiddette cattoliche, quanti sono i credenti convinti e praticanti? Perché vi si commettono tanti peccati?
Ed anche tra i religiosi, fra le anime consacrate a Dio quante sono le veramente fervorose?
Eppure da venti secoli Gesù è morto per gli uomini, da venti secoli giorno e notte Egli ripete il sacrificio di sé nella santa Messa!
Bisogna dire che vi sono dei misteri, ma una cosa è certa che cioè alcuni apostoli hanno dormito. Quali? Quelli che vissero ai tempi del Redentore? No, ma successivamente. Se gli apostoli vissuti finora fossero stati tutti santi, il mondo conoscerebbe un po’ meglio l’amore di Gesù!
E allora, voi dite, perché non unirci in una lega di preghiere e di attività, per portare almeno catechismo e Vangelo a tutti gli uomini? Sì, sì, si porti il Vangelo ed il catechismo, dopo di che le anime non avranno scuse da presentare al giudizio di Dio. Se si saranno dannate sarà stato per loro propria colpa e non per l’inerzia o il timore degli apostoli. Il buon ladrone in punto di morte si pentì e Gesù lo rassicurò dicendo: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso!”(Lc 23,43). Che cosa ci dice questo fatto? Che la misericordia di Dio è infinita, purché si creda. Ci vuol la fede nella divina Parola!
Ritorniamo quindi a quanto abbiamo affermato: è necessario farla conoscere questa parola di Dio e “quo modo praedicabunt nisi vero mittantur?” (cfr. Rm 10,15: “E come lo annunzieranno senza essere prima inviati?”).
Ma ecco che voi siete state mandate dai piedi dell’altare, quando pronunciando la formula dei voti, vi siete consacrate all’Apostolato della Stampa. E allora come potete dire: “Io non mi sento capace di far la propaganda. Io non son buona a scrivere”? È il Signore che fa; voi siate docili strumenti nelle sue mani e saprete e farete.La Pia Società San Paolo ha la missione sacerdotale di predicare con la stampa. Voi le siete a fianco, e la vostra dipendenza dalla medesima è solo relativa. Se a lei è affidato il ministero, a voi spetta l’apostolato come le pie donne che cooperavano con l’Apostolo nella diffusione delle Epistole (cfr. Rm 16,1-16), nella trascrizione delle medesime, ecc... perché se S. Paolo diceva che le donne in chiesa dovevano tacere (cfr. 1Cor 14,35), s’affrettava a lodare l’efficacia dell’opera loro che incominciava appena fuori del tempio, e le ringraziava con tanta riconoscenza (cfr. Rm 16,1-5).
Per esse e in conseguenza anche per voi sono le parole: “Beati pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bonum”(Is 52,7: “Come sono belli... i piedi del messaggero di lieti annunci”).
Cantate dunque con tutta l’effusione del cuore: “Gloria a Dio che ci ha elette e mandate, pace agli uomini ai quali andiamo”.
Direte: “Ma noi non siamo ancora abbastanza formate; l’apostolato è difficile, richiederebbe molta cultura, molto esercizio”. Avete ragione, tuttavia qualcosa di buono l’avete fatto e lo fate; ed i pasticci che pure avete fatto li riparerete durante gli Esercizi, non è vero?
Durante gli Esercizi e nelle conferenze che sovente vi si tengono intorno ai vostri doveri di stato, avete agio d’imparare tante cose. Cercate di ritenerle, di farne tesoro. Il fatto stesso che non vi sentite forti di voi, dà speranza che non cadrete tanto facilmente, perché chi teme prega e chi prega ha Dio dalla sua parte.
Del resto voi percorrete il mondo raccogliendo meriti, non fango, non brutture. Andate, e quando non vi accoglieranno, seguite il consiglio che Gesù dava agli Apostoli: scuotete la polvere dai calzari e passate altrove (cfr. Mt 10,14); avrete doppio merito anche se dopo aver scossa la polvere dai calzari dovrete spazzolarvi le vesti e talora anche l’anima perché avrete perduto per un momento la santa pazienza. Che volete? Finché si è su questa terra purtroppo non si è perfetti...
Ma un’ambizione, una santa ambizione dovrebbero avere tutte le Figlie di San Paolo. Al pari di Gesù che si commuove dinanzi alla turba affamata (cfr. Mt 9,36), esse dovrebbero sentire una forte pena alla vista di tante anime giacenti nell’ignoranza o nell’errore e ardere dal desiderio di correre per spezzare loro il pane della verità e della vita!
Quante monache di clausura sentono questa sete e ne offrono il sacrificio per lo stesso fine! Così sia di voi: quelle che stan dentro aiutino con la preghiera, con il lavoro di preparazione dei libri, con il sacrificio; quelle che vanno fuori siano riconoscenti a quelle che stanno dentro e lavorino con coraggio grande, perché la messe è copiosa!
Vi benedica il Signore, vi dia la santa serenità, vi renda fervorose. Siamo stati costretti a rallentare nell’accettazione di nuove vocazioni perché non siamo abbastanza fervorosi noi. Sapete che una suora fervorosa può renderne tali altre cinque, sei, sette?
Beato Giacomo Alberione
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