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IL SIGNORE
CHE STRONCA LE GUERRE
(5)

Basta una sola “credente” per cacciare il nemico

Giuditta, dopo che “il Signore ha compiuto l’opera per sua mano” (cfr. 12,4) lasciato il campo, torna a Betulia gridando: «Aprite, aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare ancora la sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha fatto oggi» (13,1). Mostra la testa di Oloferne: «Ecco la testa di Oloferne… il Signore l’ha colpito per mano di una donna (cfr. 13,14-16) e invita il popolo a lodare Dio e a dare battaglia ai nemici, disorientati per la scoperta del corpo di Oloferne: “Gli schiavi ci hanno traditi! Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodonosor! Oloferne eccolo a terra, ed è privo della testa» (14,18).

Il popolo benedice Dio

Dinanzi all’intervento di Dio, per mano di Giuditta, tutto il popolo dal più grande al più piccolo si mise a lodare Dio. Ozia esclama: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici… hai esposto la vita… comportandoti rettamente davanti al nostro Dio» (cfr. 13,18-20). Questa benedizione fa eco a quella che Melchidesech pronuncia per il patriarca Abramo (Gn 14,19-20) e a quella che Debora proferì per Giaele: «Sia benedetta fra le donne Giaele…» (Gdc 5,24). Le donne compongono una danza in onore di Giuditta, mentre lei le precede e, distribuendo strumenti musicali, incorona se stessa e le altre donne con simboliche fronde d’ulivo. Giuditta, come Miriam dopo l’uscita dal mare, danza e invita al canto. Le donne dell’Esodo cantano: «Precipitò nel mare cavalli e cavalieri». Giuditta e le donne: «Il Signore stronca le guerre, è Lui che ha

vinto e salvato» (cfr. 16,2). Giuditta sferra il suo attacco di notte, come Abramo (Gdt 12; Gn 14,15). E come per l’Esodo si accende il fuoco (12,42) così il fuoco viene acceso per accogliere Giuditta (Gdt 13,13). La salvezza, come ai tempi di Abramo e dell’Esodo, è avvenuta di notte perché Dio cambia la notte in giorno, la morte in vita. Nel canto di Giuditta si ritrovano molti motivi dei salmi e si esalta la stragrande potenza di Dio che agisce in maniera paradossale, usando la “pochezza” di una donna, e per giunta vedova. Sono i temi che anche Maria canta nel Magnificat!

La vera bellezza opera in vita e dopo la morte

Che la bellezza di Giuditta esprima quella interiore si deduce dal fatto che non vi è alcuna descrizione di particolari concreti: né del volto, né degli occhi, né d’altro che possa riguardare l’aspetto fisico. Ritornata nella sua casa, Giuditta, riprende a vivere nella normalità di prima, anzi distribuisce le sue ricchezze ai parenti e inservienti e finché rimase vivo il suo ricordo, i nemici stettero lontani dal popolo di Dio. Giuditta fu eroina in vita e dopo la morte! Perciò il suo fascino e la sua bellezza sono soltanto «di chi teme il Signore che rimane sempre grande» (cfr. Gdt 16,16).

Il libro di Giuditta, oggi, per noi

Ogni epoca ha il suo Nabucodonosor rappresentato dai vari Oloferne, persone asservite al potere di turno di qualsiasi tipo. Nabucodonosor può chiamarsi Nerone, Hitler… consumismo, mafia, camorra, corruzione divenuta sistema, fake news che falsificano la verità e distruggono la convivenza! Il credente convive con queste forme di male presenti nella storia, ma cerca di non farsi schiacciare da esse. Nelle situazioni senza vie di scampo, discerne il da farsi alla luce della fede. Solo la fede permette di ravvisare la menzogna vestita di grandezza per incutere timore e dubbio. Dio interviene sempre e sicuramente ma quando (tempo) e come vuole (modalità). Il credente non pone a Dio alcun ‘ultimatum’ e non perde la testa, al contrario, in forza della sua fede, la fa ‘perdere’ a chi vuole prendere il posto di Dio. Il criterio fondamentale del discernimento è la fede, che fa comprendere come e quando agire con coraggio, arditezza e nel nome di Dio. La fede non esime dai rischi, ma dona le ‘armi’ adatte come dice Davide: «Con te mi lancerò contro le schiere … Dio ha addestrato le mie mani alla battaglia» (cfr. Sal 18,35). Ai suoi fedeli dona due armi: la spada a doppio taglio nelle mani (la Parola!) e le lodi di Dio nella bocca (la preghiera) (cfr. Sal 149).

Il problema della violenza nel libro di Giuditta

Giuditta, non possiamo negarlo, compie un gesto violento. Di che tipo di violenza si tratta? È una violenza senza compiacimenti, preparata da lunghi capitoli che fanno vedere che non ci sono altre vie per la vita del popolo di Dio. Il credente si difende ma usa armi che non accrescono violenza a violenza. Il Salmo 7,16-17 è la più bella interpretazione: «La sua violenza gli piomba sulla testa». Vale a dire che il male distrugge se stesso, con le sue stesse armi. Giuditta taglia la testa di Oloferne con la sua stessa spada! Anche Golia perde la sua testa, per mano di Davide, con la stessa spada con la quale minacciava il popolo di Dio. A proposito della bellezza che seduce, nel Nuovo Testamento, la figlia di Erodiade (Mc 7,22), nel contesto di un banchetto, per la sua bellezza, fa tagliare la testa a Giovanni Battista. La bellezza-seduzione di Giuditta usa la “violenza” per distruggere il male e ridare a Dio il suo posto e vita alle persone. Quella della figlia di Erodiade è una bellezza-seduzione maligna che provoca violenza, ingiustizia e morte. Il Nuovo Testamento insegna che il giusto si carica del male degli altri come ha fatto Gesù nel suo mistero pasquale.

Giuditta e Maria

Maria nel Vangelo di Luca appare vicina alle donne bibliche guerriere coraggiose, che si affacciano nella storia al momento giusto per “tagliare la testa al male” che minaccia il popolo di Dio. Maria nella “pienezza dei tempi” (cfr. Gal 4,4) diventa, grazie alla sua “stirpe”, la donna che schiaccia la testa al male (cfr. Gn 3,15). Le parole di Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! » riprendono due testi dell’Antico Testamento riferite a due donne combattenti. La prima è Giaele che, avendo salvato gli esploratori, viene definita: «Sia benedetta fra le donne Giaele... benedetta fra le donne della tenda!» (Gdc 5,24). La seconda è Giuditta lodata con queste parole: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra …Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente. Compiendo tutto questo con la tua mano, hai operato per Israele nobili cose; di esse Dio si è compiaciuto. Sii per sempre benedetta dal Signore onnipotente » (Gdt 13,15). Giaele e Giuditta sono gloria di Israele letizia del suo popolo, perché distrussero il male. Le parole di Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo» (1,42), nel senso greco originale significano: «Tu sei molto benedetta tra le donne», cioè: «Tu sei la più benedetta di tutte ». Come non potrebbe esserlo visto che Gesù, frutto del suo grembo, distrugge il male alla radice!


PER LA RIFLESSIONE PERSONALE:

1. Abramo, Giaele, Giuditta furono benedetti per aver lottato contro i nemici che minacciano il popolo di Dio. Maria la più benedetta di tutte non ha usato armi violente ma un sì radicale e continuo a Dio fino alla croce dove l’amore ha distrutto l’odio.

2. Sapendo che Giuditta è il simbolo della vera credente, prova ad attualizzare questa frase che conclude il libro: «Finché visse Giuditta e per lungo tempo dopo la sua morte » il popolo di Dio visse al sicuro. Come ti pare questa interpretazione: Finché la fede rimane viva e non si perde la memoria delle azioni di Dio attraverso i suoi testimoni, si vive senza paura!

3. «Tanti altri, negli anni successivi, ebbero difficoltà, compirono sacrifici e mantennero una fedeltà esemplare: ma nulla sta a pari con quanto si constatò in quei primi tempi, che chiaramente lasciano intendere l’approvazione divina a cui sarebbe presto seguita quella della Chiesa; sicché si procedeva con fede sempre più sicura che non si era nella illusione; ma si camminava nella via di Dio» (AD 208). Questo ci testimonia il nostro Fondatore!

Suor Filippa Castronovo, fsp