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ESTER, PICCOLA FONTE
CHE DIVENNE UN FIUME
(6)

 


Un sogno e la sua interpretazione

Il testo greco di Ester è più lungo di quello ebraico, come abbiamo indicato all’inizio del nostro percorso si distingue per il riferimento esplicito a Dio salvatore del popolo, si apre con un sogno premonitore di Mardocheo (1,1d-1l) e termina con l’interpretazione di questo sogno (10,3a-3i). La storia narrata sembra, addirittura, voler decodificarlo1. Mardocheo sogna due dragoni che si combattono fino al sangue. Dinanzi a questo combattimento che sembra far vincere le forze del male: “Tutta la nazione dei giusti rimase sconvolta: essi, temendo la propria rovina, si prepararono a morire e levarono a Dio il loro grido. Ma dal loro grido, come da una piccola fonte, sorse un grande fiume con acque abbondanti. Apparvero la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi. Mardocheo allora si svegliò: aveva visto questo sogno e quello che Dio aveva deciso di fare” (1,1g-1l).
Il sogno di Mardocheo contiene un elemento temporale molto importante: avviene il giorno primo di Nisan (1,1a), nel mese durante il quale gli ebrei celebrano la Pasqua e vivono la memoria della liberazione dalla schiavitù dall’Egitto. Paradossalmente, la fine d’Israele nel sogno di Mardocheo, fu decretata nel giorno in cui esso celebrava la festa di Pasqua! Solo alla fine del libro (10,3a-3i) si capisce che lo scontro riguarda il bene, rappresentato da Mardocheo, immagine del popolo di Dio, contro il male rappresentato da Aman, personificazione dei popoli nemici d’Israele e, quindi, di Dio! Dio, però, interviene, facendo sorgere una fonte d’acqua che diviene fiume, che cambia la situazione di morte in una nuova liberazione. E Mardocheo, come in un canto pasquale, esclama: “La mia nazione è Israele, quelli che elevarono le loro grida a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberati da tutti questi mali” (10,3f).

Un nuovo Esodo si realizza! Dio ha salvato il suo popolo per mezzo di una giovane donna: Ester!

Ester piccola sorgente che divenne un fiume

Mardocheo quando ebbe il sogno, non lo comprese nella sua interezza ma percepì che una grande sciagura si sarebbe abbattuta sul popolo. A fatti avvenuti, comprende come lui con Ester, insieme dovevano contribuire attivamente alla salvezza del popolo, voluta da Dio. Ester in questa storia è stata provvidenziale come una piccola sorgente che diventa fiume trasformando il deserto in vita. Afferma, infatti: “Questo fiume è Ester che il re ha sposata e costituita regina” (10,3c). L’immagine della sorgente che, a mano a mano che scorre, s’ingrandisce e, superando gli ostacoli, arriva fino al mare, rende bene la figura di Ester, persona di fede, umile, semplice, silenziosa, tenace fino a realizzare grandi cose anche a costo della sua vita. Questa ragazza è immagine del bene che resta vivo, dentro un mondo colmo d’invidia, gelosia, brama di potere e tradimenti. Come la sorgente d’acqua scorre superando gli ostacoli così lei non si fa imprigionare nei grovigli del male. Grazie a lei che cerca rifugio solo nel Signore e stima “panno immondo” la corona che ha sul capo (4,17v), il bene vince il male, la vita trionfa sulla morte, la gioia rifiorisce sul volto dei disperati. Piccola fonte che diventa fiume, Ester è anche la piccola luce che divenne luminosa come il sole.

Queste cose sono avvenute per opera di Dio

Mardocheo che vede Dio innalzare gli umili e abbattere i potenti (1,1k), interpreta il suo sogno concludendo: “Queste cose sono avvenute per opera di Dio. Mi ricordo, infatti, del sogno che avevo visto intorno a questi fatti e nessuno di essi è stato tralasciato” (10,3a-b). La storia è, allora, il luogo nel quale la provvidenza di Dio si manifesta “nell’ora, nel momento opportuno”. Ed essa s’incarna nelle storie individuali e in quelle delle comunità credenti perché Dio provvidente salva ma vuole la collaborazione umana. Ama risolvere i problemi, che la storia porta con sé, mediante le persone che, aprendosi alla sua azione, individuano le soluzioni e le realizzano. Ester è la risposta di Dio per il suo popolo perseguitato prima ancora che lo invocasse. L’ha stabilita per essere la regina che intercede presso Assuero/Antaserse, dotandola di bellezza interiore e bontà, di saggezza, di piccoli passi ma continui, fino ad arrivare all’obiettivo di intercedere per il popolo a costo della vita. La bellezza di Ester è il riflesso della sua interiorità di donna credente. La sua persona, infatti, suscita benevolenza: trovò grazie presso il custode delle donne quando fu condotta a Susa per essere scelta tra tante ragazze (2,9); trova grazia presso tutti quelli che la vedevano (2,15b) e quando fu condotta davanti ad Assuero trovò grazia più di tutte le fanciulle e perciò egli le pose sul capo la corona regale (2,16). Trovò grazia anche quando svenne e la sua bellezza fisica si rivelò colma di debolezza quando si presentò dal re, infrangendo le regole di corte, pur di salvare il suo popolo (5,1d.2b). Anche Mardocheo, con le sue scelte, manifesta Dio che gli diede una personalità forte, capace di andare contro corrente e un’onestà radicale che lo rese capace di collaborare al bene del popolo con cui viveva senza cercare interessi personali utilitaristici. Mardocheo legge, da vero sapiente, gli avvenimenti della storia con uno sguardo di fede. Da credente, confessa che tutto si è compiuto secondo il disegno di Dio e, con occhi profetici, vede che il Signore entra con forza nelle vicende umane che egli, disperso con il suo popolo tra le nazioni, vaglia e discerne. Per assumere le scelte adatte.

Conclusione

Il libro di Ester ci appartiene: parla di noi, legge le vicende della nostra storia. La visione/ sogno di Mardocheo che confronta due modi contrapposti di vivere, da una parte il potere idolatrico che annienta chi gli si oppone e dall’altra il credente che cerca di servire Dio, delinea non solo quel tempo ma l’intera storia umana. La figura di Mardocheo ricorda che solo piegandosi davanti a Dio, in qualunque situazione ci si possa trovare, si resta in piedi, liberi di capire e costruire la storia. Ester, piccola fonte che diviene fiume con acque abbondanti, di fatto, è immagine del credente che benché debole, grazie alla sua fede, diviene inarrestabile e invincibile fino a travolgere i nemici di Dio.

PER LA RIFLESSIONE PERSONALE:

1. “Queste cose sono avvenute per volere di Dio”: Mardocheo ed Ester insegnano che il volere di Dio si manifesta come provvidenza ma si realizza coinvolgendo il credente. Quale volto della fede che deve caratterizzare il vero credente, trovi nella figura di Ester e Mardocheo? 2. Il beato Alberione, nostro fondatore, ha scritto: “Le opere di Dio si fanno con gli uomini (e le donne!) di Dio”. Dopo aver meditato questa espressione traccia il profilo dell’uomo e della donna di Dio – nuova Ester e nuovo Mardocheo – capaci di far cadere le maschere che gli Aman di oggi indossano per ingannare e distruggere.

3. Ester, piccola fonte che diviene fiume, è figura di Maria, l’umile serva del Signore silenziosa e attenta, che interviene al momento opportuno, fedele fino ai piedi della croce, ma è anche figura di ogni credente che grazie alla sua fede, benché debole, diviene inarrestabile come un fiume che travolge gli ostacoli che incontra nel cammino. Paolo “canta” questa esperienza in Rm 8,28-39 e Alberione ne fa allusione in AD 350. Confronta questi due testi.

Suor Filippa castronovo, fsp

1 Le pagine bibliche testimoniano la presenza di molti sogni. La
Bibbia li considera sia come vaneggiamenti umani e falsi (Sir
34,1-2; Ger 23,25-32) ma anche come vere e proprie teofanie (Gen
20,3; 28,12-15) o addirittura come profezie espresse in linguaggio
simbolico che richiedono un interprete (Gen 40,8; Gen 41,1; Dn
2,24-30). La Torah nega la divinazione e la negromanzia pagana
che allontanava da Adonai (Dt 13,2-6; 18,10-14; Lv 19,26.31; At
13,6-12).