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SERVO DI DIO
DON BERNARDO ANTONINI
LA MIA CARRIERA E' CRISTO

 

Protonotario Apostolico, membro del Istituto Gesù Sacerdote, apostolo senza frontiere.

Nacque a Cimego (Trento) il 20 ottobre 1932. Era ancora piccolo, quando la famiglia si trasferì a Raldon (Verona). Nel 1943 entrò nel seminario di Rovere Veronese e fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1955. Esercitò il primo ministero come vicario parrocchiale a San Michele Extra (Verona). Nel 1962 ottenne la laurea in Lingue e letterature straniere moderne all’Università Cattolica e due anni dopo la Licenza di Dogmatica a Venegono. Nel 1975, ottenuta la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, divenne docente di tale disciplina presso lo Studio Teologico San Zeno di Verona e all’Istituto San Pietro Martire. La mano di Dio lo stava guidando per ben altre vie apostoliche, che forse don Bernardo neanche sospettava. Nel 1977 entrò nell’Istituto paolino di vita secolare consacrata Gesù Sacerdote, nel quale emise la prima professione il 14 settembre 1979 e la professione perpetua il 1° gennaio 1984. A don Stefano Lamera, Delegato dell’Istituto, confidava le sue iniziative e le sue ansie apostoliche. La svolta sovietica con l’avvento di Gorbaciov, portò don Bernardo a Mosca, dapprima come studente (dal 2 luglio 1989), ma dove subito si rivelò un grande missionario. Offrì la sua disponibilità al nunzio Mons. Francesco Colasuonno, poi a Sua Ecc. Tadeusz Kondrusiewicz. Si dedicò a tempo pieno e con un grande entusiasmo alla promozione vocazionaria, che nella Chiesa russa praticamente era nulla. Fu fondatore e rettore del seminario “Regina Apostolorum”; insegnante di Sacra Scrittura, conferenziere instancabile, fondatore e direttore di giornale Svjet Evanghelija (“Luce del vangelo”), dell’Istituto Teologico “San Tommaso d’Aquino”.

Desideroso di aiutare e svolgere l’apostolato nelle chiese più povere e prive del necessario, con il permesso del suo vescovo, don Bernardo il 16 agosto 2001 passò, come vicerettore del seminario e Vicario episcopale per la pastorale, al servizio di mons. Jan Pawel Lenga, a Karaganda, nel Kazakhstan, dove morì il 27 marzo 2002. La sua salma riposa oggi riposa nel cimitero di Radon (Verona).

La fondazione del Seminario

Il 29 giugno 1993, festa degli apostoli Pietro e Paolo, il Vescovo stese il Decreto di fondazione del Seminario per i futuri sacerdoti. Don Bernardo lo mandò al Papa Giovanni Paolo II che, felicissimo, spedì un pacco contenente un calice, una pisside, un ostensorio e una serie completa di paramenti per il nuovo Seminario. Il 1° settembre 1993 avvenne la solenne apertura del Seminario Teologico a Mosca, che accoglieva 13 giovani. Per Mons. Bernardo Antonini, era importante la purezza dell’ideale e cercava di infondere nei giovani aspiranti al sacerdozio questa disposizione della mente e del cuore, così essenziale in una scelta di consacrazione. Consideriamo che in quel tempo la scuola e lo studio si svolgevano nei container prefabbricati e nella chiesa si pativa il freddo e talvolta anche la fame. Don Bernardo era un sacerdote che formava a una sensibilità universale e alla conoscenza della realtà che veniva dagli organi di informazione: un addestramento intelligente al senso critico, alla valutazione degli eventi. Dopo settant’anni di regime comunista, nel 1994, il sindaco di San Pietroburgo promette al vescovo di Mosca di restituire parte dello stabilimento dove si trovava il Seminario cattolico fin dal 1843. La segretaria dall’Italia comunica a don Bernardo che c’era un bonifico di 100 milioni dalla Francia per la sua missione in Russia: la cifra esatta di cui necessitava per i lavori del Seminario! Nel mese di ottobre 1995, il seminario si trasferisce all’antica sede, dove tutti i giorni hanno luogo quattro ore di Adorazione Eucaristica. Il 23 maggio 1999, festa di Pentecoste, segna una data storica con l’ordinazione sacerdotale dei primi tre seminaristi. Don Bernardo disseminò la Russia di opere culturali e pastorali, senza proporsi scopi immediati, anzi impostò tutta l’opera apostolica in termini perfettamente intonati alla sensibilità ecumenica vigente nella Chiesa ortodossa: “non proseliti, ma comunione”. Promosse in tutte le maniere l’incontro tra il patriarca di Mosca Alessio II e Giovanni Paolo II, perché esso “avrebbe sbloccato molte situazioni a livello ecclesiale”. Conosceva a memoria interi brani della Bibbia e dei Documenti del Concilio Vaticano II e li citava spesso. Parlava dieci lingue, quella russa praticamente divenne la sua seconda lingua, ma tra le imprese un po’ folli della sua vita connotata da dinamismo e inventiva, ci fu proprio lo studio della lingua cinese, compiuto sotto la guida di una suora di quella nazione. Il suo sogno era di dedicarsi all’apostolato anche in quella nazione.

Fede di fanciullo e saggezza adulta

Don Bernardo Antonini aveva una fede da fanciullo e una saggezza da grande. Nella Pasqua del 1994 il vescovo aveva parlato ai sacerdoti della necessità di un organo di informazione nella diocesi. Incarica lui di preparare il giornale e don Bernardo si mette subito all’opera: assieme al vescovo definisce le finalità del giornale, la struttura, i collaboratori; acquista un computer, cerca una tipografia e si imbatte nientemeno che… nel Poligrafico dello Stato! Quando si presenta al direttore e gli chiede di stampare il giornale, l’altro risponde secco: “Non ho mai stampato una riga per i cattolici”. E don Bernardo di rimando: “E quand’è che lei comincia a fare qualche opera buona?” ... e intanto sorride. Il direttore non risponde. Quel prete dal sorriso accattivante da vecchio amico e quegli occhi ridenti… lo ammorbidiscono. “Da, da” (Sì, sì, va bene), dice improvvisamente bonario, come costretto suo malgrado. Il 2 ottobre 1994 esce il primo numero di Sviet Evanghiela (“Luce del vangelo”), il settimanale cattolico della diocesi di Mosca. Don Bernardo, il fondatore e primo direttore, aveva scelto il titolo perché la stampa cattolica per lui ha proprio la funzione di rileggere i fatti alla luce del vangelo. Don Bernardo mette il giornale sotto la protezione di Maria, la Vergine del Rosario. Victor Khroul, giornalista, docente all’Università di Stato, caporedattore fino alla recente, improvvisa chiusura, ricorda che don Bernardo era un giornalista perfetto. Nel 2004 Sviet Evanghiela riceve il premio “Titus Brandsma” dell’Unione cattolica internazionale della stampa. Nel 1998 Mons. Antonini viene insignito del titolo di “Protonotario Apostolico”, e il 16 agosto 2001 passa a Karaganda (Kazakhstan) al servizio della diocesi dove diviene Vice-Rettore del Seminario e Vicario episcopale per la Pastorale. Era ben conosciuto a Mosca, a San Pietroburgo, a Kaliningrad, a Ekaterinburg, nel Kazakhstan, in Georgia, in Bielorussia, in Moldavia e in altri Paesi. Per un lungo periodo viaggiò due volte alla settimana verso San Pietroburgo. Viaggiava di notte, per guadagnare tempo. Così passava quattro notti per settimana in treno, ma al mattino, alle 6.30 era in chiesa e poi a scuola. “L’ho visto pregare notti intere per un seminarista o per un sacerdote in difficoltà”, raccontava un suo collaboratore. Non si risparmiava mai e sollecitava anche gli altri a farlo: un vero trascinatore, uno “spiritus movens”.

Membro dell’Istituto Gesù Sacerdote

Monsignor Antonini era membro dell’Istituto Gesù Sacerdote, aggregato alla Società San Paolo, della quale ha assimilato e diffuso la spiritualità. Don Bernardo, a contatto con la Famiglia Paolina, pur rimanendo fortemente legato alla Diocesi e all’obbedienza al proprio Vescovo, conformava il proprio cuore su quello di san Paolo, cioè sulla centralità di Cristo e sull’urgenza di portare il vangelo a tutto il mondo di oggi e con i mezzi di oggi. In lui cresceva di giorno in giorno quella tenerissima devozione per Maria, che egli amò e pregò in tutta la sua vita. Il 5 aprile 1991, dovendo fare la professione perpetua dei Consigli evangelici, annotava quali erano le motivazioni che lo inducevano ad entrare nell’Istituto fondato da don Alberione: “Ragioni della professione perpetua: dei consigli evangelici nell’Istituto Gesù Sacerdote, aggregato alla Società San Paolo, e della promessa speciale di fedeltà al Papa:
1. Per il valore intrinseco dei voti semplici di obbedienza, di castità perpetua e di povertà: a lode della Santissima Trinità; per una consacrazione più intima col Dio Vivente, Padre, Figlio e Spirito Santo; come dono-impegno personale di totale sequela di Nostro Signore Gesù Cristo; per una maggiore santificazione mia e del mio prossimo; per tendere alla perfetta “carità pastorale” in cui si attua la santificazione del presbitero (cfr. Presbyterorum Ordinis, 12-14); per una maggiore efficacia nel ministero pastorale; per un legame più profondo di obbedienza soprannaturale e di collaborazione filiale col mio Vescovo.
2. Per una ricchezza spirituale che mi viene in vita e dopo morte con l’appartenenza alla Famiglia Paolina (sarò ricordato e suffragato in tutto il mondo dai membri dei dieci rami della fondazione del Servo di Dio, Don Giacomo Alberione, Famiglia già presente nella Gerusalemme celeste e nella Chiesa pellegrina con apostoli sparsi per tutta la terra.
3. Per la grandezza specifica del carisma Paolino; centralità cristologica; dimensione pnematologico-ccclesiale della spiritualità; universalità/mondialità del “cuore” di san Paolo.
4. Per l’attualità e l’urgenza dell’apostolato paolino nel mondo d’oggi: tutto Gesù Cristo, a tutti gli uomini, con tutti i mezzi, particolarmente con i mezzi della comunicazione sociale (= “i nuovi pulpiti” come li chiamava Don Alberione). Proposito-impegno: nella mia vita chiedo a tutti il dono della preghiera e mi sforzerò di vivere, di testimoniare e di predicare le beatitudini (Mt 5,1-12) nel loro significato cristologico, ecclesiale, antropologico ed escatologico”.

Hanno detto di lui

“Dimorava in Dio”, scrisse su di lui il vescovo francescano di Verona, Mons. Flavio Roberto Carraro. “Si è speso totalmente, con passione, per annunciare il vangelo, per formare nuovi sacerdoti. Non ha risparmiato le sue forze, non si è scoraggiato di fronte a nulla”.

Mons. Taddeus Kondrusiewicz, l’allora vescovo cattolico di Mosca, scrive: “Don Bernardo è stato un ottimo Vicario per la pastorale. La rinascita della Chiesa in Russia aveva bisogno di tutto: di sacerdoti, ma anche di libri liturgici e religiosi, della formazione dei laici, di iniziare l’attività apostolica con i mezzi della comunicazione sociale, le attività caritative, la catechesi, la formazione permanente dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose… e così via”. E poi rileva: “Gesù Cristo gli ha concesso di vedere i numerosi frutti della sua instancabile attività; il più grande è stato l’Ordinazione dei primi Sacerdoti cattolici russi nel 1999, dopo 81 anni di vuoto. Era felice come un bambino, perché quei giovani erano i suoi allievi, i suoi figli che lui stesso aveva formato”. Mons. Kondrupsiewicz ha scritto anche che “la rinascita della Chiesa cattolica in Russia va collegata alla presenza di don Bernardo Antonini. Era un cuore che apriva possibilità nuove alla pastorale, perché venivano da lunghi anni di silenzio”. Egli lo ha definito uno “spiritus movens, un motore in moto, un trascinatore”, “un uomo provvidenziale per la Chiesa di Russia. Era un eccellente educatore, un ottimo formatore di giovani, di seminaristi. Aveva un grande talento organizzativo, un grande spirito apostolico. E una grande disponibilità verso tutti”. Dinanzi alla sua salma qualcuno disse sottovoce: “È morto un santo”. E il vescovo di Verona: “Era un uomo che si consumava per il suo Signore”. Non sembri esagerato se diciamo che don Bernardo è stato un sacerdote diocesano, la cui “vocazione paolina” nell’Istituto Gesù Sacerdote ha arricchito il suo cuore della stessa passione per Cristo e per le anime che hanno avuto san Paolo e il beato Alberione. Uno dei suoi primi studenti nel Seminario di Verona lo ricorda così: “Un sacerdote felice che pregava con amore, non negava a nessuno il suo sorriso e conosceva 10 lingue. In realtà ne parlava perfettamente solo una, quella dell’amore sconfinato di Cristo”.

La causa di canonizzazione

Il Servo di Dio Mons. Bernardo Antonini muore il 27 marzo 2002 a Karaganda, nel Kazakhstan. La sua salma fu riportata nel cimitero di Raldon (Verona), dove oggi riposa. L’11 febbraio 2009 è stata introdotta a Verona la sua causa di canonizzazione. Il Postulatore è don Giuseppe Vantini (Via A. Oliosi, 2 – 37139 Verona). L’Associazione “Amici di don Bernardo Antonini” pubblica un Notiziario quadrimestrale per promuovere la memoria del Servo di Dio.

Pèrez Antonio José, ssp

Preghiera
Santissima Trinità, noi ti ringraziamo
per averci dato nel tuo servo don Bernardo
Antonini un fulgido esempio di sacerdote
ardente ed operoso che ha impegnato i suoi
doni particolari per servire la Chiesa in
gioiosa obbedienza diffondendo con ogni
mezzo la luce della Parola e consumando
ogni sua energia nella testimonianza del tuo
amore per ogni creatura. Ti preghiamo di
glorificare anche in terra questo tuo ministro
fedele e, per sua intercessione, concedi la
grazia che ti chiediamo…
Gloria al Padre…
Vergine santa, Regina degli Apostoli,
fa’ che anche noi, sull’esempio di don Bernardo,
tuo devotissimo figlio, possiamo essere
sempre pronti e disponibili al servizio di
Dio e del prossimo.
Salve Regina.