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PREGARE CON MARIA E IN MARIA

 

Carissime Annunziatine,

per questo mese di Maggio vi auguro di crescere nella preghiera. Anche in vista degli Esercizi Spirituali, vuole essere un invito a immergervi in Dio pregando: come un pesce nuota nelle acque più pure e terse, così vi auguro di sempre più innalzarvi nella contemplazione per raggiungere le vette della preghiera. Questo è ciò a cui ogni anima anela dal profondo. Oggi il mondo soffre di mancanza di vera preghiera e le anime illanguidiscono, sono sempre più deboli. Quando non prega l’anima diventa sempre più debole e confusa. Anche oggi gli uomini si disperdono in tanti interessi, attività… cose che non sono affatto un tesoro per la vita eterna. Siamo dimentichi delle parole del Maestro Divino che ci invita a procurarci “tesori in cielo…,perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il
tuo cuore” (Mt 6,20-21).

Pregare imparando da Maria

Accogliamo con gioia e semplicità l’invito della Chiesa che ci suggerisce di unirci in modo particolare a Maria con la preghiera del Rosario. Unirsi alla Mamma celeste nella preghiera significa pregarla, ma anche unirsi alla sua preghiera imparando a pregare con Lei e imitarla anche nel pregare. Gli Apostoli riuniti nel Cenacolo pregavano con Maria ed hanno ottenuto di ricevere in abbondanza lo Spirito Santo. perché la Madre, la “piena di grazia”, ne era già ricolma e lo impetrava anche su di loro. Perciò gli apostoli di oggi, prima di ogni altra cosa, devono pregare con Maria per ricevere quelle grazie di cui hanno bisogno, e con materna sollecitudine chiedere anche quelle di cui gli altri necessitano. Con questa esortazione non intendo dire che non si preghi, sono certo che già lo si fa e con impegno, neppure che occorra trovare sempre nuove preghiere, o ancora nuovi modi di rivolgersi a Dio. Ma certamente abbiamo bisogno di pregare sempre meglio, con più slancio. Poiché ogni anima che desidera unirsi a Dio anela a innalzarsi sempre più nella preghiera. Vi invito dunque a pregare con più ardore, con più impegno la preghiera tanto cara a Maria: il Rosario. Anzi a imparare da Maria stessa

come pregarlo. La Chiesa è sempre in preghiera come Maria, che “conservava tutte queste cose nel suo cuore” in piena unione alla volontà di Dio. La Vergine Maria dice un eterno “sì” alla Trinità. Anche noi, pregando, dobbiamo dire a Dio: “sia fatta la tua volontà” (e non la nostra…). Maria ci insegna sempre come pregare. Ogni battito del nostro cuore deve battere con quello di Gesù: nel suo Amore il nostro amore, nella Sua Volontà la nostra volontà. Ma noi siamo così fragili e incapaci di una simile preghiera! Allora preghiamo con Maria, uniamoci alla sua preghiera così che la Mamma Celeste prenda le nostre preghiere e le unisca alla sua affinché siano gradite come è gradita la sua preghiera alla Trinità.

Contemplare in semplicità

Il Rosario è una preghiera semplice, ma non è un concorrente povero della Liturgia delle Ore. A quelli che sostengono che il Rosario era la preghiera degli analfabeti bisognerebbe ricordare che in passato si conoscevano a memoria tutti i salmi: la prima cosa da apprendere in noviziato era imparare a memoria i salmi in latino. Non a caso il Rosario è sempre stato amato, a partire a san Domenico, anche dai monaci che pregavano comunque la Liturgia delle Ore. Il Rosario però deve diventare contemplazione e non semplice ripetizione vocale. I monaci Benedettini ammoniscono che nella preghiera labbra e cuore devono essere uniti. Ancora di più, il Primo Maestro ci invita nella preghiera a unificare mente, volontà e cuore: tutto l’uomo prega non solo una parte! Contemplare significa “vedere con gli occhi di Dio”, lasciarsi portare dallo Spirito all’unione con la Trinità. Nel Rosario contempliamo, cioè meditiamo sino a contemplare il mistero di Dio nei principali punti della vita di Gesù e di Maria. Impariamo da Lei, la prima creatura che li ha meditati e contemplati, a comprendere con quale amore Dio ci ha amati donando il suo Figlio unigenito per noi. Ciascun “mistero” rivela un aspetto della rivelazione che non finiamo mai di comprendere ed insieme, facendone memoria, chiediamo a Dio di ascoltare le nostre richieste.
Le poste del Rosario sono tutte passi evangelici: con il Rosario siamo invitati a contemplare gli episodi del Vangelo con gli occhi, con il cuore e con la mente di Maria. Il Rosario non può essere una preghiera distaccata: pregando con la Mamma celeste il nostro sentire deve diventare più attento alla volontà di Dio e ai bisogni degli altri, il nostro pensiero deve essere sempre più unito alla volontà di Dio. Talvolta le nostre preghiere non sono accolte perché chiedono il contrario di quello che vuole Dio. Eppure nel Padre Nostro diciamo “sia fatta la tua volontà”! Allora impariamo a pregare come Maria: nel suo sì mettiamo anche il nostro sì. Nel recitare il Gloria impariamo da Maria ad esseree e a vivere sempre alla presenza della Trinità: la Madre di Dio è il “paradiso” della Trinità, per insegnarci che Dio desidera gioire di ogni sua creatura in cui risplendono le meraviglie della Creazione. Nel recitare l’Ave Maria ci rivolgiamo a Maria. Lo insegna Gesù stesso dalla Croce quando la affida a noi come Madre. Lei ci renderà più simili al suo Figlio Divino, così che unificati in Lui diventiamo anche noi in Cristo un’offerta gradita a Dio.

Don Gino