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UN TANTINO OGNI GIORNO...
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Carissime Annunziatine, il Primo Maestro, in una omelia alle Prime Professioni, affermava: «Ho una cosa sola da dire: mirare alle altezze, non religiosi qualunque», e poco dopo aggiunge: «Mirare alle altezze! Non come quelli che si avvicinano al monte e guardano e si spaventano della salita» ( Roma 08.09.1960). I religiosi che non mirano alla santità, sono come un’auto che cammina col freno a mano tirato. Quest’anno, il 27 di luglio ricorre il centenario della morte del venerabile Maggiorino Vigolungo. È una bella un’occasione per conoscere, imitare, pregare questa figura di piccolo discepolo del Primo Maestro. Qualche mese prima della sua morte, fu chiesto a don Lamera, che era Postulatore delle cause dei santi della Famiglia Paolina, perché non avesse introdotto la causa di don Dragone e altri paolini, e lui, con un gran sorriso, rispose «ho pensato ai padri, ai figli ci penserete voi». Maggiorino appartiene alla prima schiera di Paolini, quelli avviati sulla via della gloria degli altari dallo stesso Fondatore. Con la morte di don Alberione è iniziata poi una seconda serie, non più proposti dal Primo Maestro. Le figure di Paolini, proposti dal Fondatore come modelli di santità paolina, sono tali secondo un provvidenziale piano di Dio, e non semplicemente perché sono morti prima di don Alberione. Il primo “testimone” paolino |
Così il Primo Maestro ha voluto indicare Maggiorino Vigolungo come ideale di santità paolina per i ragazzi (e le ragazze), che una volta erano assai numerosi. Certo lo fece anche a imitazione di san Giovanni Bosco, che propose Domenico Savio come modello dei suoi giovani. La biografia di Maggiorino è scritta dallo stesso Fondatore: è un modello educativo per i paolini. Nel giovane aspirante il Primo Maestro vuole indicare un piccolo discepolo che brucia le tappe della santità seguendo la spiritualità e la vita dei paolini. Viene spontanea una domanda: perché Dio strappa un germoglio promettente, che avrebbe potuto fare grandi cose, annunciare con frutto con la “buona stampa” sulla terra? Ma se non sappiamo rispondere, non abbiamo capito granché della santità. È perché dal Cielo ottengono più grazie, per noi che siamo ancora sulla terra. Quante grazie ci ottengono dal Cielo il Paolini che già hanno raggiunto la patria eterna! Maggiorino Vigolungo è proposto come modello a noi oggi, anche se i tempi sono cambiati, se l’apostolato si fa con altri strumenti. Maggiorino con il suo carattere “difficile”, ma domato per la volontà di farsi santo, guidato da don Alberione e proprio perché si è fidato del Primo Maestro, ha camminato veloce sulla via della santità. Un motto proficuo Don Alberione indica come “motto” del Vigolungo la frase “progredire un tantino ogni giorno”. Cioè come si cammina nella via della santità, come si deve procedere nella educazione umana e in quella spirituale: un piccolo passo ogni giorno. Ovviamente il motto del giovanissimo paolino, pieno di entusiasmo per “l’Apostolato Stampa” veniva direttamente dal Fondatore. Maggiorino fa suo il metodo e l’insegnamento del Primo Maestro e porta così un frutto abbondante. Don Alberione donandoci questa breve biografia lo ha additato ai giovani della Famiglia Paolina, e non solo, un modello educativo a cui ispirarsi. Proporlo sulla via degli altari significa indicare un nuovo modello di santità giovanile secondo lo stile e la spiritualità paolina. Se inizialmente riguardava i giovani della “primavera paolina”, oggi dobbiamo saperlo proporre come modello per tutti i giovani che seguono le indicazioni di don Alberione. Se abbiamo un po’ dimenticato questa figura e non sappiamo presentarlo agli altri, è probabilmente perché lo riteniamo una figura di santità vetusta. Non è così. Maggiorino ha ancora cose da dire ai giovani di oggi. “Progredire un tantino ogni giorno” puntando diritti verso le vette è ancora una proposta vitale per i giovani. L’anelito missionario di evangelizzare il mondo, caratteristica di un cuore grande, palpitava nel cuore e nell’anima del giovane aspirante di Alba, e dal Cielo non ha mai smesso di farlo. Don Gino |