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IL CROLLO DEL NOI

 

Il mondo sta cambiando, ma facciamo fatica a comprendere sia quel che accade sia a governare il cambiamento, siamo catapultati in sistemi sociali ed economici sempre più complessi. Siamo connessi gli uni agli altri, ma non per questo siamo davvero attenti e interessati ai destini di chi ci è prossimo. Al contrario l’umanità sta attraversando una gravissima crisi di solidarietà. Ciascuno pensa a se stesso. VINCENZO PAGLIA, teologo e Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, una delle voci più autorevoli e ascoltate della Chiesa Italiana, nel suo ultimo libro Il crollo del noi (ed. Laterza) conduce un’analisi lucida ma non rassegnata del tempo presente. Il cristianesimo può ancora offrire all’uomo spaesato contemporaneo quella visione, quel sogno che gli permette di guardare al futuro con speranza e con più accesa passione. C’è bisogno di un cristianesimo davvero cattolico, universale che non viva per sé stesso, che sente la passione di una umanità davvero fraterna. Dopo la morte di Dio, proclamata da Nietzsche, la morte del prossimo è la scomparsa della seconda relazione fondamentale dell’uomo. L’uomo cade in una profonda solitudine. È un orfano senza precedenti nella storia. È orfano dovunque volti lo sguardo. La sfida per i cristiani è testimoniare un Dio che ama, che è esperto d’amore e ama gli uomini fino a morire. Perché l’amore viene prima della fede: viene prima perché Dio “ci ha amati per primo”. È sempre più urgente percorrere ovunque la via dell’amore: il suo percorso porta sempre a Dio. La via più sicura per il Vangelo è quella dell’amore. Percorrerla vuol dire giungere più facilmente al cuore di

un uomo, come quello di oggi, sovrastato dalla solitudine e dalla paura. Riproporre il primato dell’amore è la scelta più sapiente per legare gli uomini a Dio e tra di loro. È il vantaggio della fede cristiana, scoperto e testimoniato con la vita dai martiri: «Il vantaggio di noi cristiani di credere in un Dio inerme, in un Cristo che invita ad amare i nemici, a servire per essere “signori” della casa, a farsi ultimo per risultare il primo, in un Dio che si fa agnello e si lascia colpire per uccidere in sé l’orgoglio e l’odio, è un vantaggio da non perdere. Se sarete agnelli vincerete, se sarete lupi rapaci perderete, perché Cristo pasce agnelli non lupi. Un vantaggio vittorioso agli occhi di Dio e capace di conquistare il cuore del mondo» (don Andrea Santoro). La fragilità della famiglia, della società, delle relazioni sono sfide enormi, superabili solo nella prospettiva di un “noi” da ritessere pazientemente.

Rosaria G.