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MARIA,
MAESTRA DI PERSEVERANZA
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Nel libro degli Atti, Luca mette in risalto la virtù della perseveranza come tipica della prima comunità: “erano assidui” (At 1,14); “erano perseveranti” (2,42); “una preghiera insistente saliva dalla Chiesa” (12,5); “noi ci dedicheremo con assiduità alla preghiera e al ministero della Parola” (6,4). La perseveranza è una virtù umile, non clamorosa, cemento solido dei giorni, che si oppone alla tentazione del lasciarsi andare, alla tentazione di arrendersi, all’abitudine. Anche secondo i Padri del deserto la tentazione più grande per il monaco è l’accidia, la mancanza di volontà, la pigrizia interiore, l’assenza di motivazioni, il lasciarsi andare. Nella camera alta della preghiera unanime e perseverante Maria è una presenza che crea comunità e perseveranza, che crea la capacità di essere per sempre discepoli. |
speranza. Per vegliare bisogna rimanere in continuo allarme amoroso. Ed è per questo che siamo chiamati ad andare da Maria! Andare da Maria è andare a scuola di cristianesimo; capire lei è possedere la grammatica per capire l’umanità e per parlare la lingua della vita. È la prima del lungo corteo di questa umanità incamminata, caduta ma incamminata, prodiga ma incamminata: in lei c’è l’alfabeto della vita. Può essere interessante il confronto con quella che è la funzione del dna nella cellula vivente. Nel dna sono contenuti tutti i geni, che contengono a loro volta tutte le informazioni sul futuro organismo. Nel minimo, il tutto. Nel presente, la mappa del futuro. Ci sono un volto e un corpo già inseriti nella prima cellula, e una forza di vita che non si arresterà più. Nel patrimonio della prima cellula è già contenuto un progetto, l’energia e i codici perché la persona futura abbia tutta la sua bellezza e la sua potenzialità, e quelle caratteristiche che la faranno unica. Francesca V. BIBLIOGRAFIA: |