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IL LIBRO DI ESTER
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del mare (Es 15,1-21), il libro di Ester esalta e testimonia l’azione di Dio che salva dal pericolo di morte il popolo credente che a lui si affida, ribaltando le sorti. Ester una storia in due racconti! Aprendo la Bibbia CEI troviamo due edizioni o racconti della stessa storia, posti come una specie di sinossi o racconto doppio, simile ma insieme diverso! Un testo proviene dalla traduzione in lingua greca (LXX) e un altro dall’ebraico o testo Masoretico. Questa presentazione può stupire, ma ha le sue buone ragioni. La Chiesa considera ispirate queste due diverse forme e per questo le conserva. Nella Bibbia CEI del 2008, il testo greco è stampato nella parte superiore della pagina per segnalare la sua preminenza nella liturgia della Chiesa cattolica latina. Il testo ebraico, privilegiato da s. Girolamo, è più breve: comprende 3044 parole in 167 versetti. A differenza del testo greco nel quale la presenza di Dio è evidente, il testo ebraico sembra ignorarla. Vi fa un accenno solo quando Mardocheo ricorda a Ester che se lei non fa la sua parte rischiando, la salvezza al suo popolo sicuramente arriverà in qualche altro modo (4,14). Mardocheo, senza nominare Dio, confessa che Egli, come regista attivo ma tra le quinte, libererà il suo popolo da qualsiasi pericolo e nel modo che a lui piacerà. Il testo greco non solo è più lungo ma attribuisce ai personaggi nomi diversi (ad esempio: il re persiano, cui Ester sarà sposa, nel testo greco si chiama Artaserse, in quello ebraico Assuero), nei numeri, nelle date ma soprattutto nella sensibilità religiosa. Il testo greco riporta le bellissime preghiere di Mardocheo e di Ester che professano apertamente la fede del popolo in Dio salvatore, che si serve di strumenti docili alla sua azione e capaci di rischiare la vita per gli altri. Il libro di Ester, uno in due racconti, ricorda in modo unicola peculiarità della ‘Bibbia’ che non è non un libro, ma i libri, al plurale. Una biblioteca che contiene e testimonia la parola di Dio. Una grande ironia: Assuero, re potente, ma senza potere! Il primo personaggio che apre la storia di Ester è il re Assuero, il re dell’eccesso. Tutto in lui è fuori misura. Il suo regno comprende 127 provincie! Il testo ebraico inizia con la descrizione di un banchetto esagerato che offre ai suoi principi e ministri:”l’anno terzo del suo regno fece un banchetto a tutti i suoi prìncipi e ai suoi ministri. I capi dell’esercito di Persia e di Media, i nobili e i governatori delle province furono riuniti alla sua presenza. Dopo aver mostrato loro le ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza per molti giorni, centoottanta giorni, passati questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni, nel cortile del giardino della reggia, per tutto il popolo che si trovava nella cittadella di Susa, dal più grande al più piccolo” (1,3-5). La descrizione insinua che un banchetto di tali proporzionie della durata di 180 giorni è un’autocelebrazione della potenza e della ricchezza del re. La sua è però regalità mondana, diabolica che divinizza il potere. Anche la regina Vasti, sua moglie, offre un banchetto per le donne! Nel pieno svolgimento del convito, quando i ministri erano ubriachi perché “Si porgeva da bere in vasi d’oro di forme svariate e il vino del re era abbondante, grazie alla liberalità del re”, Assuero decide di mostrare ai convitati il ‘pezzo’ migliore del suo regno: la sua moglie, Vasti. Egli ne è fiero e, per questo, la vuole esibire come il primo tra i tanti oggetti di valore che gli appartengono. Vasti, pur sapendo di commettere un pubblico oltraggio, non si presenta. Questo rifiuto evidenzia che il potere di Assuero è vuoto e senza consistenza. Un re potente che “regnava dall’India fino all’Etiopia” è messo in ridicolo da una donna che osa ribellarsi alla sua stupidità! Assuero e la mostruosità del potere Assuero è re potente solo apparentemente perché il suo è potere idolatrico, senza un’anima ed è perciò destinato a crollare. Assuero che si dichiara re ‘potente’ e senza paragoni, in realtà, si rivela re senza potere. Dinanzi alla disobbedienza della regina Vasti, ‘perde la testa’ e mostra di non conoscere le leggi del regno e di non sapersi assumere le sue responsabilità: 1. Chiede ai suoi ministri come debba comportarsi nei confronti di Vasti, secondo la legge: “Così e così ha parlato Vasti: giudicate, dunque, secondo la legge e il diritto” (1,13). Il re non conosce le sue leggi! Sr Filippa Castronovo, fsp 1 Seguendo la numerazione della Bibbia CEI del 2008, le cosiddette |