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IL LIBRO DI ESTER
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Importanti questioni preliminari

Il libro di Ester, nella Bibbia ebraica, è compreso negli Scritti, i libri che seguono la Torah e i Profeti. Fa parte dei Cinque rotoli (Meghillòt: Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Qohelet, Ester) che nella Sinagoga sono letti durante particolari feste liturgiche. Come il racconto di Giuditta, così anche quello Ester è ambientato in un’epoca diversa da quella cui il testo si riferisce e anche i personaggi appartengono ad altre epoche. La Bibbia colloca il libro di Ester in epoca persiana, al tempo del re Assuero, cioè il persiano Serse, morto nel 465 a.C. In realtà, il contesto storico si riferisce alle persecuzioni antisemite del II secolo a.C al tempo della rivolta dei Maccabei. Il libro di Ester veniva proclamato in Sinagoga durante la festa dei Purim (sorte), la cui istituzione è narrata al capitolo 9, 21-26. Gli Ebrei, nel leggerlo, ricordano l’eccidio dei loro persecutori avvenuto proprio il giorno, il 13 di Adar, giorno che il perfido Aman aveva estratto a sorte, per sterminare gli ebrei (8,12s; 9,26). In questo giorno, invece, le sorti si capovolgono e sarà lui – lo sterminatore – a essere sterminato. Gli ebrei vivono i Purim come festa gioiosa. Corrisponde, di fatto, al nostro carnevale, ma gli attribuiscono un significato religioso salvifico importante, perché ricordano che Dio fa cadere le maschere dietro le quali il cattivo può manifestarsi buono e il buono può apparire cattivo. Dio, facendo cadere le maschere che gli uomini si costruiscono, rivela la verità delle persone. Il libro di Ester è un racconto popolare sapienziale, quasi un romanzo teologico, che attualizza l’esodo. Dio salva il popolo, che sta per essere distrutto, per mano di Ester, una giovane ebrea guidata dal sapiente Mardocheo, suo parente. Come in un nuovo Magnificat (Lc 1,46,55) o in un nuovo canto



del mare (Es 15,1-21), il libro di Ester esalta e testimonia l’azione di Dio che salva dal pericolo di morte il popolo credente che a lui si affida, ribaltando le sorti.

Ester una storia in due racconti!

Aprendo la Bibbia CEI troviamo due edizioni o racconti della stessa storia, posti come una specie di sinossi o racconto doppio, simile ma insieme diverso! Un testo proviene dalla traduzione in lingua greca (LXX) e un altro dall’ebraico o testo Masoretico. Questa presentazione può stupire, ma ha le sue buone ragioni. La Chiesa considera ispirate queste due diverse forme e per questo le conserva. Nella Bibbia CEI del 2008, il testo greco è stampato nella parte superiore della pagina per segnalare la sua preminenza nella liturgia della Chiesa cattolica latina. Il testo ebraico, privilegiato da s. Girolamo, è più breve: comprende 3044 parole in 167 versetti. A differenza del testo greco nel quale la presenza di Dio è evidente, il testo ebraico sembra ignorarla. Vi fa un accenno solo quando Mardocheo ricorda a Ester che se lei non fa la sua parte rischiando, la salvezza al suo popolo sicuramente arriverà in qualche altro modo (4,14). Mardocheo, senza nominare Dio, confessa che Egli, come regista attivo ma tra le quinte, libererà il suo popolo da qualsiasi pericolo e nel modo che a lui piacerà.

Il testo greco non solo è più lungo ma attribuisce ai personaggi nomi diversi (ad esempio: il re persiano, cui Ester sarà sposa, nel testo greco si chiama Artaserse, in quello ebraico Assuero), nei numeri, nelle date ma soprattutto nella sensibilità religiosa. Il testo greco riporta le bellissime preghiere di Mardocheo e di Ester che professano apertamente la fede del popolo in Dio salvatore, che si serve di strumenti docili alla sua azione e capaci di rischiare la vita per gli altri. Il libro di Ester, uno in due racconti, ricorda in modo unicola peculiarità della ‘Bibbia’ che non è non un libro, ma i libri, al plurale. Una biblioteca che contiene e testimonia la parola di Dio.
1 Il libro di Ester descrive i personaggi che formano la trama della sua storia in modo paradossale, facendo così emergere, in maniera eccellente, il gioco dell’ironia ben descritta nel salmo 2,4 che ricorda Dio che dall’alto ride, lascia, cioè, fare, ma quando interviene, essendo lui il vero protagonista della storia, cambia le sorti.

Una grande ironia: Assuero, re potente, ma senza potere!

Il primo personaggio che apre la storia di Ester è il re Assuero, il re dell’eccesso. Tutto in lui è fuori misura. Il suo regno comprende 127 provincie! Il testo ebraico inizia con la descrizione di un banchetto esagerato che offre ai suoi principi e ministri:”l’anno terzo del suo regno fece un banchetto a tutti i suoi prìncipi e ai suoi ministri. I capi dell’esercito di Persia e di Media, i nobili e i governatori delle province furono riuniti alla sua presenza. Dopo aver mostrato loro le ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza per molti giorni, centoottanta giorni, passati questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni, nel cortile del giardino della reggia, per tutto il popolo che si trovava nella cittadella di Susa, dal più grande al più piccolo” (1,3-5). La descrizione insinua che un banchetto di tali proporzionie della durata di 180 giorni è un’autocelebrazione della potenza e della ricchezza del re. La sua è però regalità mondana, diabolica che divinizza il potere. Anche la regina Vasti, sua moglie, offre un banchetto per le donne! Nel pieno svolgimento del convito, quando i ministri erano ubriachi perché “Si porgeva da bere in vasi d’oro di forme svariate e il vino del re era abbondante, grazie alla liberalità del re”, Assuero decide di mostrare ai convitati il ‘pezzo’ migliore del suo regno: la sua moglie, Vasti. Egli ne è fiero e, per questo, la vuole esibire come il primo tra i tanti oggetti di valore che gli appartengono. Vasti, pur sapendo di commettere un pubblico oltraggio, non si presenta. Questo rifiuto evidenzia che il potere di Assuero è vuoto e senza consistenza. Un re potente che “regnava dall’India fino all’Etiopia” è messo in ridicolo da una donna che osa ribellarsi alla sua stupidità!

Assuero e la mostruosità del potere

Assuero è re potente solo apparentemente perché il suo è potere idolatrico, senza un’anima ed è perciò destinato a crollare. Assuero che si dichiara re ‘potente’ e senza paragoni, in realtà, si rivela re senza potere. Dinanzi alla disobbedienza della regina Vasti, ‘perde la testa’ e mostra di non conoscere le leggi del regno e di non sapersi assumere le sue responsabilità: 1. Chiede ai suoi ministri come debba comportarsi nei confronti di Vasti, secondo la legge: “Così e così ha parlato Vasti: giudicate, dunque, secondo la legge e il diritto” (1,13). Il re non conosce le sue leggi!
2. Domanda ai consiglieri che cosa debba fare. Costoro gli consigliano di allontanarla perché altre donne, imitandola, potrebbero ribellarsi ai mariti! (1,18). Un re che non decide!
3. Assuero non è una persona cattiva ma semplicemente presuntuosa che vive il potere in modo idolatrico! (cfr. Est 2,1). L’idolo è nulla! Chi li fabbrica è come loro: “Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida” (cfr. 114,4-8). Nello sviluppo della storia, Ester quando, in obbedienza alla sua identità profonda, decide di intervenire a favore del popolo, anche a rischio della propria vita, senza esibizionismo, nella modestia, affidandosi a Dio, mostrerà che il vero potere regale è servizio, dono della propria vita nella libertà! La vera regalità consiste nel potere di dare la vita (cfr. Gv 10,18; 13,12-14) che è anche il segno innegabile della maternità.

Sr Filippa Castronovo, fsp

1 Seguendo la numerazione della Bibbia CEI del 2008, le cosiddette
“aggiunte” del testo greco di Ester al testo ebraico sono le seguenti:
a) 1,1a-r il sogno premonitore di Mardocheo e la congiura sventata;
b) 3,13a-g il decreto di sterminio diffuso nell’impero;
c) 4,17a-z le preghiere di Mardocheo e di Ester;
d)5,1a-2b Ester al cospetto del re Assuero;
e) 8,12a-v il decreto di salvezza per gli ebrei;
f) 10,3a-k l’interpretazione del sogno di Mardocheo.


FILIPPA CASTRONOVO

Figlia di san Paolo, licenziata in teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, ha lavorato nel settore catechistico e ha insegnato al Pontificio Istituto Superiore di Scienze Religiose, Regina Mundi (Roma). Tiene corsi di approfondimento biblico, di spiritualità e incontri sulla Lectio divina, temi sui quali ha scritto libri e articoli per varie riviste. Collabora con l'Associazione Biblica Italiana.