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Quante sono le sinfonie di umanità che risuonano nel mondo? Una per ogni essere umano della terra. In realtà, se nasciamo come uomini e donne in questo mondo, diventare umani è un’avventura che coincide con tutto il tempo della nostra vita. Il processo di umanizzazione si gioca su due livelli: quello dell’intimità della propria coscienza e quello della relazione con gli altri. Da una coscienza sempre più consapevole nasce l’esercizio di una libertà responsabile, nel cui solco maturano atteggiamenti e scelte che hanno sempre più il sapore dell’umano. Nietzsche si lamentava di un mondo “umano troppo umano”, noi come discepoli di Cristo non possiamo che sospirare di essere talmente umani da non ritenerci mai “troppo umani”, nel senso di non esserlo mai abbastanza. Il monaco benedettino Fratel Michael Davide, nel suo ultimo scritto “Sinfonie di umanità” edito dalle Edizioni Paoline, attraverso una metafora musicale focalizza cinque ambiti specifici (5 righi del pentagramma) su cui scrivere le note di umanità, quegli atteggiamenti da vivere con coraggio e umiltà. Si parte dal segreto della coscienza all’ascolto di responsabilità, dal dinamismo della libertà alla gentilezza, fino al discernimento. Per un discepolo del Vangelo le sette note possono essere identificate con le virtù teologali (fede, speranza e carità), che generano la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Queste virtù diventano uno stile, propongono uno specifico tema musicale che ci rende leggibili e affidabili come fratelli e sorelle in umanità, anche da parte di chi non condivide la nostra stessa strumentazione dogmatica. Perché questo avvenga nel concreto delle nostre relazioni con chiunque incroci la nostra strada, è necessario però essere chiari nell’articolazione del suono della testimonianza, senza mai essere striduli correndo così il rischio di diventare stonati.
Rosaria G. |