Home| Chi siamo| Cosa facciamo| Perchè siamo nate | Spiritualità| La nostra storia | Libreria| Fondatore|Famiglia Paolina| Preghiere |Archivio | Links | Scrivici | Area Riservata |Webmail | Mappa del sito

 

LA SACRA SCRITTURA E LA SPERANZA

 

“La Sacra Scrittura aumenta la speranza cristiana” ricordava don Alberione alla Famiglia Paolina in un’ora di Adorazione in Alba nel 1932 (Alle Figlie di San Paolo 1929-1932, pp 356-361).[…] Considereremo tre punti sulle divine Scritture: 1) Le Scritture sono ispirate da Dio; 2) le Scritture aumentano la nostra speranza; 3) le Scritture sono salute spirituale e anche temporale per le nostre anime e i nostri corpi.

I libri della Scrittura sono divinamente ispirati.

I libri che si stampano sono quasi infiniti perché ogni giorno sono migliaia e migliaia gli autori che scrivono, migliaia e migliaia gli stampatori che stampano, migliaia e migliaia gli editori che presentano libri di ogni genere, dagli argomenti svariatissimi. La Sacra Scrittura è di argomento divino, perché qui vi entra Dio che ne è l’autore vero. Voi tante volte avete visto come ciascun evangelista abbia accanto un simbolo: S. Giovanni l’aquila, S. Marco il leone, ecc. Essi simboleggiano, indicano la virtù superiore che era in essi quando hanno scritto. Nella Santa Messa chi è che cambia il pane nel Corpo di Gesù Cristo e il vino nel Sangue di Gesù Cristo? È il prete o è Dio stesso? È Dio stesso, eppure noi diciamo: il prete tale celebra Messa; ministro principale è Gesù Cristo, il sacerdote è il ministro secondario o ministro strumentale, che pronuncia le parole: “Questo è il mio corpo ecc.”, ma non c’è nessuno che pensi che il sacerdote possa cambiare il pane nel Suo Corpo, è Gesù Cristo stesso che opera. Qualche cosa di simile avviene nelle Scritture: chi ha preso in mano la penna è quel determinato agiografo (sacro scrittore), sua è la lingua, forbita e più o meno elegante a seconda dell’istruzione, ecc., suo lo stile, ma il vero autore è Dio, lo Spirito Santo, e questo è di fede. E come c’entra lo Spirito Santo? Che fa, cosa opera in chi scrive la Bibbia lo Spirito Santo? Tre sono le cose che opera: 1) Illumina la mente, ispira e cioè dice cosa si deve scrivere. […] 2) Ha un’azione sopra la volontà e cioè la muove a scrivere, comanda: Accipe librum, scribe (cfr. Ap 1,11: “Scrivilo in un libro”).

E in altro luogo della Scrittura: “Scrivi le cose che ti detterò” (cfr. Ger 30,2). È lo Spirito Santo che comanda [loro] di essere suo docile strumento, come S. Giovanni, S. Luca, ecc., che scrissero per comando del Signore. 3) Guida e assiste in modo tale da produrre questi effetti: l’autore ha scritto solo ciò che ha voluto lo Spirito Santo. Noi avremmo voluto che scrivessero tanto della santa Madonna, della vita privata di Gesù, dove chissà quali tesori sono nascosti! E invece tutto è stato compendiato in poche parole: “Puer crescebat, et confortabatur plenus sapientia; et gratia Dei erat in illo” (cfr. Lc 2,40: “Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui). […] Chi legge bisogna che si faccia discepolo umile di Gesù, bisogna che pieghi la mente e il cuore davanti a Dio: “Maestro, insegnami; io sono così piccola e ignorante, vengo a te per aver lume”. Vorrei parlarvi degli autori, ma il tempo stringe: sappiate per ora che Mosè è la più bella figura dell’Antico Testamento. Leggete bene il poco che se ne dice nella Genesi, nell’Esodo, nei Numeri e nel Deuteronomio che è come un compendio di tutto. S. Gabriele dell’Addolorata (1838-1862), al secolo Francesco Possenti, di Assisi, dopo una giovinezza spensierata entrò nell’Ordine dei Passionisti e in cinque anni si fece santo. Aveva una grande venerazione per la sacra Scrittura; quando la leggeva si raccoglieva tutto in se stesso, socchiudeva gli occhi, come un’anima che vuol togliersi dalla vista della terra per udire solo la parola del Padre, per immergersi nelle cose celesti. Aveva i passi più belli della Scrittura ricopiati sui margini dei quaderni per avere maggior comodità di impararli a memoria, per tenerli sempre sotto gli occhi. Si faceva cercare da persone esperte i passi più belli che parlavano della Madre dei dolori, della passione di Gesù, scriveva su cartoncini quelli rispondenti maggiormente al suo grande amore, alla sua tenerezza e tutto serbava e meditava nel suo cuore, come la santa Madonna: egli, il figlio dell’Addolorata. […]

I libri della Sacra Scrittura sono per noi sorgente e aumento di speranza cristiana.

La speranza ha due oggetti: si spera il paradiso e si sperano le grazie necessarie per arrivarvi. Per ravvivare la speranza nostra non vi è oggetto più conveniente della lettura della Sacra Bibbia. Una volta vi erano due persone che si preparavano a partire per un’importante missione; una di queste faceva i bauli e ammucchiava libri su libri, tanto che non sapeva più dove metterli e se ne doleva. Allora rivolto al compagno gli disse: “E tu come fai? Non hai dei libri da portare?”. E l’altro: “Io porto con me la Scrittura sacra, e ne ho abbastanza perché il libro di Dio vale più che tutti i libri degli uomini messi insieme, io cerco Dio”. La Sacra Scrittura aumenta la speranza cristiana per tre motivi:
1. Perché essa tiene viva in noi l’idea di Gesù. Dice la Sacra Scrittura: Solatium sacrarum scripturarum, librorum sanctorum (cfr. Rm 15,4: “In virtù della consolazione che ci viene dalla Sacre Scritture, dai libri santi”), perché gli ebrei trovavano nella Scrittura la speranza delle promesse divine, quella speranza che avevano concepito nel paradiso terrestre i nostri progenitori e che, man mano che passavano i secoli, si andava realizzando.
2. I libri della Scrittura ci parlano del paradiso, infatti la sostanza di essi è questa: Uomini, sulla terra siete pellegrini, un’altra patria vi attende! Seicento volte si parla del paradiso in essi ed è la parola del Padre che dice: “Vi attendo tutti lassù”, come Gesù Cristo dice nel Vangelo: “Godete, in paradiso sarà grande la vostra ricompensa” (cfr. Mt 5,1).
3. Ravviva la speranza di ottenere le grazie. Leggere l’assistenza di Dio al popolo ebraico ci fa comprendere come Dio ascolta le nostre preghiere ed interviene, dandoci quello che chiediamo. Almeno quattrocento volte in essi si parla della preghiera e si eccita la speranza e la confidenza. Oh, perché si vanno a cercare tanti libri spirituali! Molte anime sono proprio deviate, vanno a cercare libri e libri e non si saziano mai, sono sempre incostanti. Leggete la Scrittura, anime che cercate la verità, l’amore vero, e lì troverete tutto, vi sentirete saziate, il cuore pieno, perché vi si trova tutto ciò che si desidera, per la mente, per il cuore, per la volontà. Dio ha lasciato sulla terra agli uomini due conforti: l’Eucaristia e la Scrittura. Cantate il Dixit Dominus (cfr. Sal 110,1: “Il Signore ha detto …”). Reciteremo il 3° mistero glorioso perché lo Spirito Santo ci faccia trovare nella Scrittura la nostra grande speranza e raddrizzi le nostre deviazioni e non andiamo a cercare le briciole lasciando il Vero Pane.

“La lettura del Vangelo sia per noi salvezza e protezione”

Così legge quasi ogni giorno il sacerdote nel breviario. Cosa vuol dire che la lettura del Vangelo ci è salute e protezione? Oggi vedremo solo come [il Vangelo] sia nostra salute: a) perché in sé è grande merito; b) purifica l’intenzione e dispone a guadagnare meriti; c) aiuta il perfezionamento spirituale. È un grande merito, infatti la Bibbia è chiamata il grande sacramentale, quindi la lettura della Bibbia ha in sé un grande merito presso Dio. […] La lettura della Bibbia non solo spinge al bene, ma fa progredire. I libri tanto più fanno del bene e hanno forza quanto più è santo lo scrittore, perché egli infonde la sua vita nelle parole. Abbiamo tanti libri scritti da valenti uomini, ma ad esempio quelli scritti da S. Ignazio, quanto bene operano nelle anime! Dipende dalla santità dell’autore. La Messa è celebrata da tutti i sacerdoti ugualmente; ma perché certe persone la vogliono celebrata da quel sacerdote? Perché ne conoscono l’intemerata vita e hanno più fiducia nelle sue preghiere e nel suo fervore. Lo stesso avviene per i libri scritti da diversi autori; ma quale virtù ha se il libro è scritto da Dio! Perciò la Bibbia ha in sé una forza, una spinta al bene che nessun altro libro può avere, perché santissimo è il suo autore, anzi è la stessa santità. […]

Beato Giacomo Alberione