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FARE IL PRESEPIO
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Carissime Annunziatine, ci avviciniamo al Natale di Gesù seguendo il ritmo veloce e ardente dell’Avvento, come lo scandisce il tempo della Liturgia, che rappresenta una grande e preziosa catechesi. Non possiamo vivere questo periodo dell’anno solo come una stanca ripetizione della tradizione: è invece una preziosa eredità che ci viene rinnovata ogni anno affinché possiamo crescere e portare frutti nella nostra vita spirituale. Un buon metodo per prepararsi è “fare il presepio”. E ciò non vuol dire banalmente preparare le statuine, le pecorelle e tutto il resto, ma con la nostra mente e con la nostra anima disporsi ad accogliere Gesù come quando assieme ai bambini si prepara il Presepio. A loro si deve insegnare a farlo come qualcosa di plastico, visivo e tangibile, non semplicemente come un’attività ricreativa, ma realizzando una catechesi semplice ma mistagogica (che introduce nel mistero) per aiutarli a vedere e toccare il Mistero invisibile e intangibile dell’Incarnazione: lì dove Dio si è fatto visibile. |
parte del tempo di Avvento; nella seconda parte siamo invece invitati a riconoscere la venuta del nostro Signore “nella carne e nella storia” cioè a prepararci all’ormai prossimo Natale di Gesù. Nella Liturgia della Chiesa, quello che celebriamo lungo l’anno liturgico deve anche sempre essere colto nella Celebrazione Eucaristica. Con il Mistero dell’Incarnazione entriamo nel cuore dell’Eucaristia. Certo, il centro dell’anno liturgico e della Celebrazione Eucaristica è la Pasqua, è l’offerta e l’immolazione sulla croce di Cristo, altrimenti non avremmo la salvezza e neppure i Sacramenti. Ma quel Corpo innalzato sulla croce e asceso al Padre, è prima entrato nel mondo, si è incarnato si è fatto visibile, si è fatto ascoltare, si è fatto toccare con la sua Nascita. Per questo «annunziamo questa vita eterna che era presso il Padre e che si è manifestata a noi» (cfr. 1Gv 1,1). Nella Celebrazione Eucaristica, secondo la tradizione latina in modo particolare, il Mistero natalizio dell’Incarnazione corrisponde con l’Offertorio e l’inizio della Preghiera Eucaristica: il pane e il vino offerti sono trasformati nel Corpo e Sangue di Cristo affinché possano essere graditi al Padre come l’unico ed eterno sacrificio di Cristo. Nel Natale si concentra tutto il mistero dell’unione della natura umana alla Natura Divina: quello che è di Cristo deve essere anche della Chiesa. Nella struttura dell’Anno Liturgico ci sono due elementi che determinano tutto il dinamismo, quello della Risurrezione e delle Domeniche che è incentrato sulla Pasqua (sempre cade di Domenica perché segue il calendario lunare), e quello delle feste dei santi che è incentrato sul Natale (le memorie e le feste dei santi seguono il calendario solare). Le feste dei santi sono legate all’Incarnazione perché celebriamo coloro, che salvati dal sangue di Cristo, sono ormai in Cielo pienamente uniti a Lui. Don Gino |